il ginseng (Panax ginseng) è una pianta bassa che produce piccole bacche rosse traslucide, e cresce nella parziale penombra delle foreste del nord della Manciuria e della vicina Corea.
È ricercata attivamente per le molteplici virtù fortificanti della sua radice, che assomiglia a quella del prezzemolo o della sassefrica. A causa dell’estrema rarità, questo prezioso farmaco della medicina tradizionale cinese, un tempo si vendeva a prezzi esorbitanti, nel secolo scorso si arrivava anche a sette o otto volte il suo peso in argento, costava “più del suo peso in oro”.
In gran segreto, audaci cacciatori di pelli si inoltravano nel profondo delle foreste ai confini con la Corea, per cercarla, e molti di loro pagarono con la vita questa ricerca avventurosa. Sulla strada del ritorno venivano attesi da briganti in agguato, che cercavano di impadronirsi del prezioso ginseng che avevano raccolto, tendendo Loro delle imboscate. All’inizio del nostro secolo, uno scrittore russo, Michel Prichvine, incontrò sei uomini grandi e grossi, ben armati, che scortavano e proteggevano uno di questi cacciatori di pelli, che aveva con sé una preziosa “Radice di vita”. Riferisce che erano tutti affascinati dallo straordinario navone cosparso di sottili radichette. Un’altra volta Prichvine ebbe occasione di osservare un cacciatore vestito “sul davanti con un grembiule cerato per proteggersi dalla rugiada, e sulla schiena con una pelle di tasso che gli permetteva di sedere sul terreno umido e riposarsi”. Per dissotterrare la radice, si serviva di un bastone e di un piantatoio d’osso di cervo.
I cacciatori che avevano avuto successo, avevano l’abitudine di incidere uno zhaotou (un segno), sull’albero ai piedi del quale avevano trovato la radice. In tutti i tempi, i tuberi più pregiati e più preziosi, furono quelli la cui forma ricordava stranamente una soma di bambola umana, dato che la radice si sdoppiava per creare le “gambe”, mentre altre escrescenze potevano suggerire la testa, le braccia ecc.
La crescita del ginseng è estremamente lenta; nel giro di un anno la radice non è più grossa di un fiammifero, e a tre anni deve venir trapiantata. A sei o sette anni giunge alla maturità. Ma sono stati rinvenuti dei ginseng di più di tre secoli. Nel 1982 venne dissotterrato un ginseng centenario: pesava 288 g. Una volta raccolta, la radice subisce tutta una serie di processi (essiccazione, ecc.). Per chi lo utilizza è consigliabile, per conservarne tutta l’efficacia, tagliare dal tubero “divino” soltanto qualche fettina sufficiente al consumo di qualche giorno. Il panax ginseng aromatico contiene amido, gomma e sostanze particolari, straordinaria-mente toniche, nove costituenti o principi attivi, nonché oli essenziali e oligoelementi (magnesio, calcio, fosforo, ferro…) e inoltre varie vitamine (B1, B2, C…).
“I cinesi, – scriveva nell’aprile del 1711 il Padre gesuita Jartoux al Padre Procuratore Generale della sua missione – sostengono che questa radice sia un eccellente rimedio per la spossatezza provocata da un eccessivo lavoro del corpo o dello spirito, che sciolga le flemme, guarisca la debolezza dei polmoni e la pleurite, metta fine al vomito, fortifichi la bocca dello stomaco e aumenti l’appetito, dissolva gli umori, ponga rimedio alla respirazione debole e affannosa, fortificando il petto, fortifichi gli spiriti vitali e produca linfa nel sangue: infine credono che sia ottima per i capogiri e gli stordimenti, e che allunghi la vita agli anziani”.
Quante virtù in questa radice magica! Sembra quindi che guarisca la tubercolosi, calmi i nervi, riduca la glicemia, stimoli il sistema nervoso centrale e perfino la circolazione cutanea. Quest’ultima proprietà ha avuto come recente conseguenza il suo impiego nella composizione di creme di bellezza, di saponi profumati e di dentifrici. Ma per moltissimo tempo i cinesi hanno creduto fermamente che questa radice conferisse un’eccezionale longevità a coloro che avevano i mezzi per procurarsela regolarmente. Per di più, si dice che il ginseng aumenti notevolmente le facoltà riproduttive. Nei manuali cinesi si legge inoltre che il tubero meraviglioso rinforza le pulsazioni cardiache, stabilizza l’influsso nervoso, guarisce la pesantezza di stomaco, migliora la vista, stimola l’attività cerebrale e aumenta la memoria e il benessere fisico! Quanto alla medicina moderna,.prende in considerazione soprattutto la sua azione stimolante (principalmente sulla corteccia cerebrale e sul ritmo cardiaco), la sua azione rilassante, contro la stanchezza e regolatrice dell’attività metabolica.
Il Ginseng dalle mille virtù, entrato nella mia vita più di un anno fa ormai, ha sostituito il caffè che non bevo più da quando ho smesso di fumare. Giorni fa cercando la ricetta di un dessert per il dopo cena, mi sono imbattuta nella ricetta della Bavarese al caffè, perché non sostituire il ginseng al caffè? fatto, quello che ora vi mostro è il risultato…dimenticavo Buon San Valentino!!!!
Sbattete i tuorli con lo zucchero, fino a renderli gonfi e spumosi, nel frattempo scaldate il latte ( non deve bollire)quando è caldo togliete dal fuoco e aggiungete il ginseng solubile( si trova nei super mercati più forniti) nel frattempo mettete in ammollo i fogli di gelatina, prendete il composto di tuorli e zucchero e versatelo sul latte al ginseng mescolando bene per evitare la formazione di grumi.Aggiungete la gelatina strizzata e rimette tutto sul fuoco per far sciogliere la gelatina, lasciate raffreddare un po’. Montate la panna e aggiungetela al tutto con molta attenzione, versate negli stampini da voi scelti e ponete in frigo per circa 3 ore .
Per la preparazione di questo dolce ho usato lo stampo WITH LOVE – CUORICINI della Pavoni
Se come me usate uno stampo al silicone la bavarese fa messa in freezer per evitare di rovinare il dolce durante l’operazione di sformamento