:

Qual è il ruolo della donna nella cultura sarda?

Elsa Rossetti
Elsa Rossetti
2025-07-19 17:48:13
Numero di risposte : 20
0
La Sardegna è una terra forte e vera, ricca di storia e creatività, e con un forte senso del sé. Come forti e vere sono le sue donne. La Sardegna, con la sua centralità nel cuore del Mar Mediterraneo e di tutte le culture che vi hanno gravitato intorno per secoli, è al contempo isola che tiene fuori e che fa entrare, che esclude e che accoglie. E questa contraddizione le consente di essere al contempo una ottima chiave di lettura per esaminare le contraddizioni tra i ruoli di genere prestabiliti e l’emergere dalle viscere della sua storia di figure femminili straordinarie. E tanti sono gli elementi che confermano l’opinione diffusa secondo cui, a differenza di quanto è avvenuto in altre parti d’Italia, la storia della Sardegna ci racconta di donne che hanno sempre avuto un ruolo fondamentale nella società. Se per i secoli passati non è certo possibile parlare di parità, si può parlare però di presenza forte, importante e da protagonista. La più vistosa ed evidente conferma viene dalla figura di Eleonora D’Arborea, alla cui modernità Bianca Pitzorno ha dedicato un romanzo storico, che in pieno quattordicesimo secolo svolgeva la massima funzione pubblica del Giudicato, cioè una delle circoscrizioni giudiziarie ed amministrative in cui era divisa la Sardegna. Insomma, come si vede la conferenza ha esplorato in lungo e in largo la storia delle donne sarde, della loro creatività, cultura ed espressione di sé, ponendo l’enfasi sul ruolo che hanno avuto ed hanno nella letteratura, nelle tradizioni orali, nel folklore, nella musica, nelle arti visive, e nella legislazione le donne in Sardegna.
Marta Pagano
Marta Pagano
2025-07-10 22:56:30
Numero di risposte : 13
0
La figura femminile nella storia e nella cultura sarda è assolutamente centrale. Dai ritrovamenti archeologici ai nostri giorni, la donna è sempre stata depositaria di capacità, conoscenze e antiche regole morali. Le tradizioni sarde con le loro leggende, i culti religiosi, le vicissitudini politiche e popolari, sono strettamente legate a radici matriarcali. La donna era depositaria quindi di capacità, conoscenze e antiche regole morali sulla conduzione della casa, famiglia e di tutte le realtà derivanti. Presenti perciò sia nella comunità pagana, sia in quella fortemente cattolica, le donne sarde hanno sempre assunto ruoli e doveri sicuramente importanti. Nell’isola vi è uno spaccato fermamente rilevante e originale inerente all’evoluzione sociale della donna, in cui la si tratteggia quasi sempre come protagonista. La donna era altresì creatrice e promulgatrice di simboli universali, e i suoi ricami, tessuti tra i fili del telaio, erano dei veri e propri ideogrammi. L’elemento femminile è presente in quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana sarda, ma anche durante le celebrazioni di rituali propiziatori antichi e pagani, come una sorta di amuleto che deve tener lontana la sfortuna dai campi, dalle case, dalla famiglia. Il matriarcato sardo non è però l’idea speculare del patriarcato, come invece vuole il pregiudizio comune. La donna non domina sull’uomo, ma è la società a mettere al centro le madri, nel loro significato primario, perciò un’”organizzazione familiare” che si basa sui valori prettamente materni, indirizzati ai bisogni di ciascuno, principio fondamentale di ogni società civile. La grande assenza dell’uomo dalla casa, per abitudini preconcette o per lavoro, ha comportato la necessità di rivolgere verso la donna tutte le responsabilità che sono insite nella famiglia: la crescita dei figli, la loro formazione scolastica ed educativa, la cura delle mura domestiche, la gestione del patrimonio. In questa figura della Mater che tutto sopporta e supporta, vi è costudita l’armonia ciclica della vita in Sardegna.