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Perché nei taralli viene messo il vino?

Marisa Giordano
Marisa Giordano
2025-07-28 12:35:33
Numero di risposte : 21
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La leggenda narra che il primo tarallo fu impastato da una madre che, non avendo nulla con cui sfamare i propri figli, provò a lavorare quel che aveva nella sua dispensa: farina, olio extravergine di oliva, sale, vino bianco, una serie di prodotti che nelle dispense pugliesi non sono mai venuti a mancare. Caratteristica è l’espressione “tarallucci e vino”, nome della nostra speciale valigetta composta da I nostri Tarallini Tradizionali ed una bottiglia di Primitivo, che sta ad indicare una questione che finisce pacificamente ed in semplicità, proprio come semplice è l’abbinamento classico del tarallo pugliese, sposo perfetto del Primitivo di Manduria per l’appunto, del Nero di Troia o del Negramaro.
Gerardo D'amico
Gerardo D'amico
2025-07-23 01:10:41
Numero di risposte : 19
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Secondo la leggenda, una madre per sfamare i propri figli utilizzò gli ingredienti più semplici disponibili nella dispensa: farina, olio extravergine d’oliva, vino bianco e sale. Preparazione dell’impasto In una ciotola, emulsionare il vino bianco, l’olio e il sale. Ingredienti: 1 kg di semola rimacinata di grano duro 350 g di vino bianco 350 g di olio extravergine d’oliva 20 g di sale 25 g di semi di finocchio selvatico. In una seconda ciotola, unire la farina e i semi di finocchio tritati. Versare lentamente l’emulsione nei secchi e impastare fino a ottenere una massa uniforme. Utilizzate ingredienti di qualità, in particolare un buon olio extravergine d’oliva e un vino bianco di qualità.
Secondo Bruno
Secondo Bruno
2025-07-09 19:12:41
Numero di risposte : 17
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La presenza del vino, infatti, oltre a far lievitare il costo, farebbe passare lo snack simbolo della Puglia per prodotto agricolo, con un regime fiscale più alto rispetto a quello dei prodotti da forno. Il motivo del cambiamento? Abbattere i costi dell’Iva dal 10% al 4%. La riduzione dell’Iva al 4% è reale ma ha un impatto sul consumatore finale e non su noi imprenditori. In primis nell’esigenza di pensare anche a quei consumatori che, per motivi religiosi, non possono bere vino. In Italia il 4% della popolazione è musulmana e non consuma vino per principi culturali e religiosi. Inoltre, il 25% del nostro fatturato è legato all’export, anche verso Paesi del Medio Oriente, dove sono richiesti espressamente taralli pugliesi ma senza vino. I cambiamenti demografici ed etnici, insieme alla ricerca di stili di vita alternativi, pone sul tavolo l’urgenza di prevedere soluzioni inclusive. E se in futuro la soluzione per i taralli pugliesi fosse proprio l’utilizzo del vino dealcolato all’interno della ricetta?
Marvin De Angelis
Marvin De Angelis
2025-07-09 18:24:10
Numero di risposte : 24
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Il vino conferisce ai taralli quella nota aromatica unica e contribuisce alla loro inconfondibile friabilità. Il vino conferisce ai taralli quella nota aromatica unica e contribuisce alla loro inconfondibile friabilità. Il vino conferisce ai taralli quella nota aromatica unica e contribuisce alla loro inconfondibile friabilità.