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Chi ha inventato le sarde in saor?

Rodolfo Sanna
Rodolfo Sanna
2025-08-31 08:01:33
Numero di risposte : 20
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Le prime notizie di questa ricetta si hanno nel 1300 e sembra che il piatto sia nato dall’esigenza dei marinai veneziani di conservare il pesce durante le lunghe traversate in mare. In mancanza di refrigerazione, le cipolle e l’aceto permettevano di mantenere per diversi giorni il pesce commestibile. Anticamente si usavano anche molte spezie, come garofano, cannella, pepe e coriandolo, facilmente reperibili in una città dedita al commercio come Venezia. La procedura degli albori era quella di cuocere le cipolle con aceto e olio, posarle a strati inframezzati da sarde fritte in contenitori di terracotta. Col passare del tempo la ricetta ha è diventata più completa ed elaborata, per palati più "aristocratici": venne aggiunta l'uva sultanina che serviva a favorire la digestione e ad addolcire la bocca dei suoi degustatori e successivamente anche i pinoli.
Luisa Grasso
Luisa Grasso
2025-08-28 22:13:16
Numero di risposte : 22
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Le Sarde in Saor erano il cibo dei marinai e la scorta di terra ferma dei marinai veneziani ai tempi della Serenissima, anche se le origini sembrano risalire agli antichi romani. Ricette molto simili si trovano anche in Sicilia con le “sarde alla beccafico” e nelle Marche con le “sarde all’anconetana”. D’altronde i pescatori veneziani una volta non avevano tante cose da usare quindi cercavano di sfruttare al meglio ciò che avevano in casa. È un classico delle cicchetterie veneziane. Ma le Sarde in Saor sono anche il piatto tipico della Festa del Redentore, evento attesissimo dell’estate veneziana.
Fortunata Esposito
Fortunata Esposito
2025-08-21 12:56:26
Numero di risposte : 23
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Le sarde in saòr – fritte e condite con cipolle stufate, aceto, uvetta e pinoli – hanno alle spalle una lunga storia: all’epoca della Serenissima i marinai preparavano il saòr – che in dialetto veneto significa “sapore”, indicando già dal nome un gusto particolarmente deciso – per condire il pesce fritto, durante gli interminabili mesi trascorsi lontano da casa. Se l’aceto garantiva una lunga conservazione del pesce, la cipolla, un antibatterico naturale, proteggeva i naviganti dal rischio di infezioni. L’utilizzo di tale condimento è documentato da un prezioso manoscritto medievale, il Libro per cuoco o Anonimo Veneziano, un ricettario del 1300 contenente una serie di preparazioni ancora presenti nella cucina veneta, stampato nel 1899 e giunto a noi con il titolo di Libro di cucina del secolo XIV: l’autore suggerisce di friggere il “pesse” in “bono olio” e di aggiungere poi uva passa, aceto e “cepola”. Sebbene il saòr si sposasse bene con vari tipi di pesce, nei secoli la sua fama si è legata soprattutto alle sarde, come testimonia Carlo Goldoni, grande estimatore del piatto, nella commedia Le donne di casa soa: “Un poche de sardelle vorria mandar a tor, per cusinarle subito, e metterle in saor”. Di questa prelibatezza parla inoltre Stanislao Porzio nel volume Cibi di strada.
Edvige Marino
Edvige Marino
2025-08-13 11:05:05
Numero di risposte : 20
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Particolare era il metodo di conservazione che usavano i pescatori veneziani, i quali avevano l'esigenza di tenere il cibo a bordo per molto tempo o comunque il più a lungo possibile. Una volta cotte le cipolle con aceto e olio, si posavano a strati inframezzati da sarde fritte in contenitori di terracotta. Col passare del tempo la ricetta ha acquisito tonalità gustative più "aristocratiche"; fu aggiunta infatti l'uva sultanina che serviva a favorire la digestione e ad addolcire bocca e alito dei suoi degustatori, con risvolti relazionali comprensibili. Visto che i pescatori mangiavano le sarde in saor dopo che era passato molto tempo dal momento della loro preparazione, assaporavano le tonalità di gusto e aroma del prodotto non più fresco; quello rimase però il loro colore gustativo "vero".
Cinzia D'angelo
Cinzia D'angelo
2025-08-09 00:09:51
Numero di risposte : 24
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La ricetta delle Sarde in Saor ha origine nel 1300 Questo piatto risale addirittura al Trecento ed è nato dall’esigenza dei marinai veneziani di conservare il pesce durante le lunghe traversate in mare. In mancanza di refrigerazione, le cipolle e l’aceto permettevano di mantenerlo commestibile per diversi giorni. La ricetta descritta dall’autore nel Settecento è già simile a quella dei giorni nostri, con l’aggiunta dei pinoli e dell’uvetta. Carlo Goldoni, scrittore e commediografo, ne scrive nell’opera in due tempi in dialetto veneziano, “Le donne de casa soa”, ambientata in un campiello – una sorta di quartiere nella tradizione di Venezia.
Alan Palmieri
Alan Palmieri
2025-07-29 13:25:35
Numero di risposte : 13
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Il testo dell'articolo non fornisce informazioni su chi ha inventato le sarde in saor, si parla solo della loro origine antica e del fatto che questo piatto sia nato come metodo di conservazione del pesce durante il periodo della Repubblica di Venezia quando i marinai dovevano preparare cibo che potesse conservarsi a lungo durante i lunghi viaggi in mare. Questo piatto ha origini antiche: è nato come metodo di conservazione del pesce, specialmente durante il periodo della Repubblica di Venezia quando i marinai dovevano preparare cibo che potesse conservarsi a lungo durante i lunghi viaggi in mare. Le sarde in saor sono un piatto tradizionale della cucina veneta, in particolare della città di Venezia, ma le abbiamo mangiate anche a Treviso e a Chioggia. Il nome “saor” deriva dal termine veneziano “savor,” che significa “sapore” o “aroma”.
Ferdinando Battaglia
Ferdinando Battaglia
2025-07-19 12:44:02
Numero di risposte : 29
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Marco Gavio Apicio, primo gastronomo della storia nonché scrittore ha notizie di una preparazione simile al saor in epoca romana. Bisogna però attendere il 1300 per leggere la ricetta codificata del saor ne Il libro per il cuoco scritto dall’Anonimo Veneziano. Il saor si lega alla storia dei pescatori di zona e in dialetto veneto vuol dire sapore. Il saor è un metodo di conservazione del pesce molto antico, simile allo scapece nel sud Italia o al carpione dei laghi lombardi. Una ricetta nata innanzitutto per esigenze di trasporto, apprezzata dai marinai e pescatori della laguna che la portavano a bordo delle navi prima di partire per lunghi viaggi.