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Come riconoscere il pecorino sardo?

Flavio De rosa
Flavio De rosa
2025-08-09 03:07:13
Numero di risposte : 23
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Il timbro può essere apposto sullo scalzo o sul piatto della forma, una o più volte. Al momento dell’immissione al consumo, viene poi eseguita un’ulteriore verifica di conformità a seguito della quale l’identificazione visiva delle forme è affidata all’etichetta del produttore nella quale devono essere presenti tre elementi che consentono di identificare a prima vista le forme di Pecorino Sardo DOP nel punto vendita e di distinguerle facilmente dagli altri formaggi ovini. Questo sistema con codice alfanumerico progressivo impresso su ogni singola forma garantisce non solo la tracciabilità delle produzioni, ma anche la rintracciabilità all’interno della filiera della DOP. Inoltre su tutti gli incarti è sempre presente la dicitura: “Certificato da Organismo di Controllo autorizzato dal Ministero competente - ITALIA".
Giovanni Benedetti
Giovanni Benedetti
2025-08-05 17:29:53
Numero di risposte : 21
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Il Pecorino Sardo ha forme di 3-5 chili ed è prodotto in due versioni: dolce, più giovane, riconoscibile dall’etichetta verde e maturo con etichetta blu, entrambi con un disegno a stella. Si riconosce dalla crosta bianca o nera con impresso sullo scalzo il profilo di una testa di pecora racchiuso in un rombo e la scritta del nome punzonato. Il Fiore Sardo ha lo stesso peso del Pecorino sardo ma la forma è più alta. Si riconosce dalla crosta marrone scuro, dovuta alla particolare lavorazione, e dall’etichetta bianca.
Ione Palmieri
Ione Palmieri
2025-07-25 01:56:41
Numero di risposte : 17
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Bisogna verificare la presenza di un secondo marchio, con la scritta «Pecorino romano del Lazio». La Dop assegnata nel 2001 al pecorino romano prevede questo, all’articolo 1: «La zona di provenienza del latte destinato alla trasformazione del formaggio “Pecorino Romano” comprende l’intero territorio delle regioni della Sardegna, del Lazio e della provincia di Grosseto». Il disciplinare prevede cinque mesi e un giorno di stagionatura per il formaggio da tavola, e otto mesi e un giorno per quello da grattugia. Quello «romano del Lazio» di Deroma rispetta le antiche regole, con una stagionatura che arriva a 10 mesi e una salatura a secco e non in salamoia. L’unico prodotto nella provincia di Roma è il pecorino romano a marchio Deroma, prodotto dalla Casearia Agri, a Torrita Tiberina. Il «pecorino romano» (anche sardo) è più sapido rispetto al «Sardo» (prodotto in Sardegna) e a quello «Toscano» (prodotto, per complicare le cose, anche nel Lazio). Bisogna scrivere che gli altri sono fatti in Sardegna o a Grosseto. Il pecorino romano con marchio Fulvi viene stagionato 12-14 mesi.