:

Quali sono le tradizioni pasquali in Umbria?

Elga Sala
Elga Sala
2025-07-30 09:01:30
Numero di risposte : 16
0
La Pasqua è legata a molte tradizioni e liturgie che si snodano per i comuni medievali dell'Umbria. Il nome Pasqua deriva dal latino pascha e dall'ebraico pesah. Durante la Settimana Santa nei paesi cattolici si svolgono diversi riti che rievocano la Passione di Cristo: si benedicono le case, si consuma l'agnello pasquale, si distribuiscono uova e dolci a forma di colomba. La tradizione di regalare l'Uovo è molto sentita e antica in diverse tradizioni da quella pagana, in cui l'uovo è simbolo di fertilità, a quella cristiana in cui l'uovo è simbolo della rinascita. In Umbria la tradizione è molto sentita un pò in tutti i comuni con Via Crucis e Processioni, raffigurazioni della Passione del Cristo. A Baschi si tiene una rievocazione storica dei Pantanelli presso il Convento di Sant'Angelo in Pantanelli. A Todi, Gualdo Tadino e Montefalco si raffigura la Passione di Cristo il venerdì Santo. A Montecchio e Città di Castello si tiene una sacra rappresentazione il venerdì Santo. A Gubbio si tiene la Processione del Cristo Morto il venerdì Santo. A Fossato di Vico e Sigillo si tiene la Festa del Corpus Domini. A Cascia e Norcia si tiene la Processione del Venerdì Santo. A Bastia Umbra si tiene la Processione della Rinchinata durante la Pasqua. A Bevagna e Cannara si unisce la tradizione sacra agli auspici di buon raccolto dei contadini mediante la processione della Rinchinata. A Deruta si tiene la Festa della Madonna dei Bagni il lunedì di Pasqua.
Gerlando Colombo
Gerlando Colombo
2025-07-30 05:45:21
Numero di risposte : 8
0
A Pasqua l’Umbria è legata alle tradizioni: la colazione e il pranzo sono gli appuntamenti principali di questo giorno, durante i quali mangiare cibi e pietanze della ricca cultura gastronomica dell’Umbria, alcuni con un valore simbolico legato alla Resurrezione. La protagonista indiscussa della colazione pasquale è la Torta di Pasqua, un’altissima e soffice pizza salata a base di uova, farina e diversi formaggi, cotta in forno a legna dopo una lunga lievitazione. Sulla tavola, accanto alla torta non possono mai mancare i salumi, quali il capocollo e il prosciutto, il pane, il vino e, nel Perugino, la ciaramicola. Le uova sode sono le altre protagoniste della colazione pasquale, magari bollite con le bucce di cipolla e altri ingredienti messi a contatto con il guscio per creare un disegno, come violette o foglie di prezzemolo. Il pranzo si apre di solito con un gustoso primo piatto di pasta fatta in casa. A seconda delle zone, i più comuni sono gli “agnolotti” ripieni di carne, le tagliatelle, le pappardelle, o gli strangozzi spoletini. Si prosegue poi con un secondo di carne d’agnello, come il cosciotto arrosto, le costolette fritte, l’agnello in fricassea oppure tartufato, e infine la coratella d’agnello. Il pranzo pasquale si conclude con i dolci tipici di questo periodo. La Torta di Pasqua dolce, aromatizzata con buccia di limone e cannella, è invece tipica dell’orvietano, della Valnerina e delle zone del Trasimeno. Tra i dolci del pranzo compaiono infine anche le uova al cioccolato o la colomba che, sebbene non siano tipici esclusivamente dell’Umbria, sono entrati a far parte delle tradizioni pasquali dell’intera regione per la loro forma, che incarna nuovamente il messaggio di rinascita, di pace e di resurrezione contenuto in questa festività.
Cosimo Conti
Cosimo Conti
2025-07-30 05:31:10
Numero di risposte : 8
0
A Pasqua in Umbria la colazione è doppia. Dopo un pasto frugale di prima mattina, si consuma la vera e propria colazione pasquale. E’ un inno al gusto, alle tradizioni e al legame con una terra ricca di storia e di sapori. La colazione è soprattutto salata. A cominciare dalla tipica torta a base di uova, farina e formaggi misti, soffice e gustosa, preparata tradizionalmente dalle donne di famiglia il Giovedì Santo e caratteristica del Sud della regione. A seguire la frittata agli asparagi, il capocollo, il salame perugino, le uova sode, il pane sapido. Fino ad arrivare al dolce che, a fine colazione, non gusta affatto. In tavola ci sarà allora il tortolo, il ciambellone ottimo da inzuppare nel caffè, nel latte o nel cappuccino. E ultima leccornia, la ciaramicola umbra, dolce tipico di Pasqua con alchermes, meringa e zuccherini colorati. Una sorta di pizza sbattuta alta e rossa. I colori, il bianco e il rosso, richiamano quelli della città di Perugia. I rigonfiamenti e gli avvallamenti di questo dolce sono invece un omaggio ai quartieri di Perugia. Ma l’Umbria non è solo grande avventura culinaria. E’ un ricettacolo di tradizioni antichissime come quelle legate alla Pasqua e alla Settimana Santa che, per l’Umbria, è periodo di grande misticismo e di numerosi appuntamenti. Vivere la Settimana Santa qui, in una terra di antica spiritualità, che ha dato i natali a molti Santi, è un’esperienza unica. Nei borghi e nei centri abitati più estesi si raccoglie la gente in preghiera tra le luci delle candele e le litanie che accompagnano i momenti più solenni. Il venerdì santo, in particolare, è un momento molto speciale, dedicato alla processione del Cristo Morto. Succede ad Assisi, luogo da sempre impregnato di misticismo, che per questa occasione vede la partecipazione di tutte le confraternite della città con un corteo che parte dalla Cattedrale di San Rufino  solo con la statua della Madonna Addolorata a cui si aggiunge la statua del cristo morto dopo la tappa nella  Basilica di San Francesco. Manifestazioni simili sono in programma anche nel comprensorio della Valnerina, a Cascia, Monteleone di Spoleto e a Norcia. Particolarmente suggestiva è, proprio a Norcia, la processione con 400 figuranti. Quadri viventi si snodano lungo le mura cittadine dove le scene della Via Crucis sono drammaticamente rappresentate. Anche a Gualdo Tadino si porta in processione il Cristo morto. Un rito antichissimo che ricostruisce, attraverso 14 quadri e 200 personaggi, la Passione di Cristo, secondo la tradizione medievale tramandata dalla “Confraternita dei raccomandati”. La processione penitenziale si snoda per le vie del centro storico, accompagnata dal Cantico delle Laudi Sacre (dal Laudario Lirico Gualdese del 1200) e dal canto del Miserere. Ma è a Gubbio che il Venerdì santo gode di un coinvolgimento, a dir poco, straordinario. La processione è organizzata dalla “Venerabile Confraternita di Santa Croce della Foce” e affonda le radici nel XIII secolo. I “sacconi” che suonano le “battistrangole” aprono il corteo; a seguire i confratelli che portano il teschio simboleggiante il Golgota e i simboli della Passione. Poi sfilano i simulacri del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, sculture lignee dell’artigianato locale. Dietro le statue del Cristo e della Madonna intonano le loro note i cantori del “Miserere”, canto popolare tramandato oralmente nei secoli. La processione percorre le principali vie della città, partendo all’imbrunire dalla Chiesa di San Domenico in Piazza Giordano Bruno. Durante il suo passaggio vengono accesi grandi fuochi lungo il percorso. Nel ternano, a  Marmore, nel parco Libero Liberati  invece va inscena  la  Rievocazione storica della Passione di Cristo: l’evento coinvolge oltre un centinaio di figuranti e si snoda tra le bellezze naturali di Marmore. Spello, per celebrare la settimana Santa apre le sue porte all’arte, con la Via Crucis D’Autore dal 19 al 22 aprile. Le quattordici stazioni della Via Crucis diventano una fonte d’ispirazione per artisti nazionali ed internazionali che, per l’occasione, realizzano dipinti da collocare nei luoghi più suggestivi del centro storico. La Via Crucis prevede soste davanti ai quadri per ascoltare il messaggio evangelico del Cristo Risorto. Una rappresentazione quasi teatrale della vita di Gesù ha luogo la domenica e il lunedì a Città della Pieve con i Quadri Viventi: nei sotterranei di Palazzo Orca avviene la tradizionale rappresentazione dei temi della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù a cui partecipano circa 40 figuranti. In ogni sala del palazzo ecco tutti i passi della Passione, con particolar riferimento all’Ultima Cena, la preghiera all’orto del Getsemani, l’Ecce Homo, la Flagellazione, la Pietà e la Resurrezione. Le scene si ispirano alla tradizione pittorica italiana del XVI e XVII secolo.
Umberto Villa
Umberto Villa
2025-07-30 05:20:21
Numero di risposte : 7
0
Durante la Settimana Santa in Umbria, città e piccoli borghi rivivono la Passione e Resurrezione di Cristo attraverso sacre rappresentazioni di origine medievale. Per l’occasione i centri storici vengono illuminati con torce e fiaccole, donne e uomini intonano antichi canti, penitenzieri incappucciati portano la croce. È proprio quest’atmosfera e il luogo stesso che li circonda a dare forza emotiva a questa forma antica di teatro popolare. Tra le “rappresentazioni” più antiche e coinvolgenti: Assisi Gubbio Orvieto Città della Pieve Gualdo Tadino Monteleone di Spoleto Oltre le varie celebrazioni liturgiche e le antiche rappresentazioni in cui si fondono passione e devozione, la Pasqua 2025 in Umbria ospita la Rassegna di Martignana che celebra “La Torta di Pasqua”. Protagonista della colazione Pasquale, con uova sode e vino benedetti e salumi di prima stagione. Da sempre al centro di una produzione familiare, con la ricetta tramandata di madre in figlia, che durante la sua preparazione coinvolge tutta la famiglia.
Brigitta Conte
Brigitta Conte
2025-07-30 05:13:50
Numero di risposte : 11
0
A Pasqua l’Umbria è legata alle tradizioni: la colazione e il pranzo sono gli appuntamenti principali di questo giorno, durante i quali mangiare cibi e pietanze della ricca cultura gastronomica dell’Umbria, alcuni con un valore simbolico legato alla Resurrezione. La protagonista indiscussa della colazione pasquale è la Torta di Pasqua, un’altissima e soffice pizza salata a base di uova, farina e diversi formaggi, cotta in forno a legna dopo una lunga lievitazione. Sulla tavola, accanto alla torta non possono mai mancare i salumi, quali il capocollo e il prosciutto, il pane, il vino e, nel Perugino, la ciaramicola. Le uova sode sono le altre protagoniste della colazione pasquale, magari bollite con le bucce di cipolla e altri ingredienti messi a contatto con il guscio per creare un disegno, come violette o foglie di prezzemolo. Un modo semplice e naturale per dare un tocco di colore! Oggi si usano anche quelle di cioccolato. Dopo aver imbandito la tavola si dà inizio al banchetto, allegramente accompagnato da un bicchiere di vino, magari un bianco strutturato o un rosso, anticipo del successivo pranzo di Pasqua. La giornata prosegue con un abbondante pranzo che si apre di solito con un gustoso primo piatto di pasta fatta in casa. A seconda delle zone, i più comuni sono gli “agnolotti” ripieni di carne, le tagliatelle, le pappardelle, o gli strangozzi spoletini. Si prosegue poi con un secondo di carne d’agnello, come il cosciotto arrosto, le costolette fritte, l’agnello in fricassea oppure tartufato, e infine la coratella d’agnello. Il pranzo pasquale si conclude con i dolci tipici di questo periodo. Nella zona di Perugia non può mancare la ciaramicola, un tipo particolare di ciambellone o “torcolo”, arricchito con alchermes, il liquore rosso dei dolci che dona un inconfondibile colore anche all’impasto, ricoperto da glassa di meringa e confettini. I suoi colori, il rosso e il bianco, richiamano simbolicamente quelli della città e, secondo la tradizione, rappresentava anche l’amore perché veniva regalata dalle ragazze ai propri fidanzati il giorno di Pasqua. La Torta di Pasqua dolce, aromatizzata con buccia di limone e cannella, è invece tipica dell’orvietano, della Valnerina e delle zone del Trasimeno. Tra i dolci del pranzo compaiono infine anche le uova al cioccolato o la colomba che, sebbene non siano tipici esclusivamente dell’Umbria, sono entrati a far parte delle tradizioni pasquali dell’intera regione per la loro forma, che incarna nuovamente il messaggio di rinascita, di pace e di resurrezione contenuto in questa festività. I cibi pasquali hanno un forte valore simbolico della resurrezione: il pane è l’emblema del corpo di Cristo, il vino richiama il suo sangue, la carne evoca il suo sacrificio. La torta di Pasqua veniva tradizionalmente preparata il giovedì santo e doveva rimanere intatta fino alla mattina di Pasqua, per rispettare il digiuno quaresimale. In passato venivano consumate le uova deposte il Venerdì Santo perché veniva loro attribuito il potere di aumentare la forza, tanto che alcuni uomini, ai quali erano riservati i lavori più faticosi, le mangiavano addirittura crude! Per usanza, tutti gli alimenti consumati durante la festività quali la torta, le uova, i salumi, il pane e il vino venivano e vengono tutt’ora riposti in un cestino per la benedizione in chiesa il giorno di Pasqua.
Chiara Riva
Chiara Riva
2025-07-30 04:43:42
Numero di risposte : 11
0
La Torta di Pasqua, chiamata anche Pizza di Pasqua, è una torta salata a base di uova, farina e formaggi misti, soffice e gustosa, cotta in forno a legna dopo una lunga lievitazione. Un tempo, quando gli allevamenti di galline erano una costante familiare, le uova venivano conservate in cantina dentro ceste di salice o in scatole di scarpe e se ne accumulavano anche 150/200. Secondo la tradizione veniva preparata dalle donne di famiglia il giovedì santo e non poteva essere consumata prima della mattina di Pasqua, accompagnata magari da un bicchiere di vino. Il rito per antonomasia della pasqua è la prima colazione, che riunisce tutta la famiglia intorno alla tavola per mangiare insieme torta al formaggio, salame, capocollo, uova sode colorate, cioccolato e vino rosso…tutto rigorosamente benedetto. La mattina del Sabato Santo, infatti, si prepara un cestino con la tipica torta salata, del sale, le uova, i salumi, il pane, il vino e la ciaramicola e si porta in chiesa per la benedizione dei cibi. È elevato il loro valore simbolico legato alla tradizione cristiana: l’uovo che rappresenta la Resurrezione, il pane emblema di Cristo, il vino che richiama il sangue di Gesù, la carne che evoca il sacrificio. La giornata prosegue con un grande pranzo: immancabili carciofi e il tipico l’agnello, cucinato arrosto e servito con fette di limone per esaltarne il sapore. Tra i dolci, ciaramicola, immancabile nella zona di Perugia: una ciambella all’alchermes di colore rosso, ricoperto da glassa di meringa e confettini da gustare con un vino dolce come la vernaccia. Tipica dell’orvietano, della Valnerina e delle zone del Trasimeno è invece la Torta di Pasqua dolce, aromatizzata con buccia di limone e cannella.