Qual è la storia della giardiniera?
Donato Sartori
2025-09-11 15:10:23
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: 17
La giardiniera, anche nota come antipasto piemontese, è un piatto di origine contadina. Si tratta infatti di un’antica e semplice ricetta nata per conservare parte della produzione di verdure dei mesi estivi per poterla consumare durante l’inverno. La giardiniera è diventata un antipasto molto apprezzato e richiesto, perché povero di calorie ma ricco di gusto. La ricetta non è difficile ma richiede molto tempo e molta pazienza. La giardiniera piemontese è un piatto che può essere preparato con ingredienti come pomodori, cipolline, peperoni, sedano bianco, carote e fagiolini, con l'aggiunta di olio extra vergine di oliva, aceto di vino rosso, zucchero, sale grosso e noce moscata.
Costanzo Benedetti
2025-09-03 18:02:28
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: 22
La giardiniera, anche detta giardiniera campagnola e antipasto piemontese, è un composto di ortaggi spezzettati, lessati in acqua ed aceto e utilizzati come contorno, guarnitura o componente di altri piatti. La giardiniera è un modo antichissimo di conservare parte della sovrabbondante produzione di verdure dei mesi estivi, allo scopo di consumarle durante l'inverno. La giardiniera diviene pronta per il consumo dopo non meno di un mese dal confezionamento e, normalmente, si conserva per circa un anno. Essendo un preparato tradizionale, moltissime sono le varianti zonali per ortaggi impiegati, aggiunte di aromi o modalità di esecuzione. Gli ortaggi generalmente utilizzati per preparare la giardiniera sono: carote, sedani, l'infiorescenza di cavolfiori, cipolline, peperoni e cetriolini. Nella giardiniera tradizionale sono sempre presenti le carote, i cavolfiori e i sedani. Le quantità e tipologia dei vari ortaggi nel composto sono da dosare secondo i gusti del consumatore.
Silvio D'amico
2025-08-26 10:53:52
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: 22
La giardiniera, a base di ortaggi sott’aceto, affonda le radici nella tradizione italiana. Nata secoli fa, quando le famiglie contadine cercavano modi per conservare i prodotti dell'orto durante i mesi invernali, è stata una soluzione pratica in un'epoca senza supermercati e refrigerazione. Conservare le verdure sott’aceto o in salamoia, cambiando la natura dei cibi, era un metodo antichissimo per preservare l'abbondanza dei mesi più miti. Un modo per fermare il tempo, nato dall’esigenza di garantire il sostentamento anche nelle stagioni meno generose. Infatti, questo metodo si usava tra il X e il XII Secolo nei monasteri e nei conventi della Pianura Padana, piacentina e cremonese, nonché ferrarese, mantovana e piemontese. Inizialmente diffusa nelle regioni del Nord Italia, in particolare nelle fertili pianure di dell’Emilia Romagna, specialmente a Piacenza. Negli ultimi anni, la giardiniera ha vissuto un vero e proprio rinascimento, tornando prepotentemente alla ribalta. I motivi sono vari: innanzitutto la spasmodica ricerca di sapori genuini e tradizionali. Ad aver contribuito al grande ritorno della giardiniera anche il trend dei cibi fermentati e della cultura del ‘fatto in casa’, specialmente post pandemia. Ultimo, ma non per importanza, la sua adattabilità; infatti, la giardiniera si presta a molteplici usi.
Maurizio De Santis
2025-08-23 11:15:22
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: 13
Le origini della giardiniera sono molto antiche, poiché la ricetta nasce come modo per poter conservare le verdure prima dell’avvento di metodi più moderni.
Si tratta infatti di una conserva preparata in Pianura Padana già in epoca longobarda, adottata poi durante il Medioevo e molto in uso nei monasteri.
La giardiniera si preparava già ai tempi con verdure di stagione ben pulite, tagliate in pezzi piccoli e pressate all’interno di vasi.
Per conservare gli ortaggi, questi erano poi ricoperti con aceto, acqua salata, erbe aromatiche, spezie e zucchero.
I vasi venivano chiusi con canovacci o tappi e conservati nelle cantine al buio per poter preservare le proprietà degli ortaggi usati.
Inizialmente la giardiniera era preparata nelle Regioni del Nord, in particolare nelle pianure che si estendono tra Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, ma con il tempo la ricetta si è diffusa in tutta la penisola.
Oggi la giardiniera viene realizzata in tutta Italia con ricette differenti che variano in base alla disponibilità dei prodotti della terra, diversa da regione a regione.
Sarah Gallo
2025-08-12 17:55:44
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: 27
La giardiniera è il simbolo della conserva per eccellenza, racchiude tutti quei valori di cui è fatta la nostra storia gastronomica rurale. Un vero e propio gioco con il tempo, un bisogno umano antico di fermare il tempo per vivere nell’eterna primavera, durante la quale la disponibilità di materia prima non è un problema. La nostra storia gastronomica è stata accompagnata dall’utopia di un mondo senza stagioni e dal tentativo di fermare il tempo che passa, un’azione assolutamente contro natura. E’ proprio così che sono nati i principali metodi di conservazione che ancora oggi vengono utilizzati e, anzi, sono diventati parte del nostro patrimonio gastronomico e gustativo. I metodi di conservazione degli alimenti, affinati sotto l’impulso della fame, hanno rapidamente oltrepassato tale dimensione con una sorta di trasferimento tecnologico che li ha visti applicati all’alta gastronomia.
Edilio Sorrentino
2025-08-04 07:37:48
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: 20
Le sue origini risalgono al Medioevo, quando era un ottimo metodo di conservazione delle verdure che in estate abbondavano, mentre scarseggiavano in inverno. Grande sviluppo a questa ricetta fu dato nei conventi, dai monaci cambusieri. Erano loro che nei monasteri si preoccupavano di conservare le verdure per la stagione fredda. La giardiniera in agrodolce si sposa divinamente con molti piatti di pesce. La giardiniera in agrodolce è bella da vedere, se è molto colorata. La ricetta di questa Giardiniera me l’ha data Gemma, la titolare Agriturismo Cerasa in Pieve a Fosciana, in Garfagnana, durante un bellissimo blog tour, qualche anno fa. Devo dire che tra le varie ricette che ho provato nel tempo, questa è davvero favolosa.
Erminio Grassi
2025-07-27 12:03:07
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: 21
La giardiniera durerà circa un anno dalla data di produzione:
per gustarla al meglio, aspetta 4/6 settimane.
Per non sbagliare, scrivi su un'etichetta la data di produzione e attaccala al barattolo.
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