Qual è la storia della ribollita toscana?
Ruth Conti
2025-08-05 10:36:30
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: 11
La ribollita è il piatto povero e di origine contadina per eccellenza della cucina toscana. Anche se ci può sembrare antichissimo in realtà non abbiamo prove a sostegno di questa ipotesi: ufficialmente la ribollita nasce nel 1910, il primo anno in cui viene citata, grazie al libro di ricette di Alberto Cougnet. Con ogni probabilità la ribollita è però molto più antica e solo il nome dovrebbe risalire agli inizi del ‘900, non la ricetta. La ribollita si chiama così per via della sua preparazione: le contadine di un tempo cucinavano una grande quantità di minestra perché poi non avevano il tempo per badare alla cucina e quindi questa veniva "ribollita" in padella nei giorni successivi. Partiamo dal principio però: abbiamo detto che le tracce delle prime ribollite le ritroviamo all'inizio del Novecento e questo perché prima del 1910 il piatto aveva un altro nome. Proprio per questo motivo gli storici toscani fanno risalire la ribollita almeno al Cinquecento, molti la collocano addirittura nel Medioevo e non è una teoria così peregrina perché la cucina medievale è ricchissima di zuppe simili. Quando sia nata con certezza non lo sapremo mai ma è probabile che la verità stia proprio in quest'ultima ipotesi: una zuppa antichissima, dal nome "moderno".
Ugo Coppola
2025-07-28 03:08:30
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: 25
Le sue origini sono antichissime: già nel Medioevo in alcune zone della Toscana si preparava una zuppa che si può considerare la diretta antenata dell’attuale ribollita.
A quei tempi i signori feudatari avevano l’abitudine di farsi servire la carne su fette di pane azzimo che non venivano consumate ma offerte ai servi, che le riutilizzavano per arricchire le loro zuppe preparate con altri avanzi e ingredienti facilmente reperibili nella campagna.
Questa zuppa veniva preparata in grandi quantità il venerdì, quando per questioni religiose non si mangiava carne, e quindi riscaldata e consumata per parecchi giorni.
Con il passare del tempo, la ribollita da ricetta povera si è trasformata in uno dei simboli della cucina toscana.
Nonostante le origini antiche, sui testi di gastronomia non fu subito chiamata ribollita.
Nel libro “L’arte cucinaria in Italia” di Alberto Cougnet del 1910 viene descritta l’abitudine di riscaldare la zuppa più volte ma è solo nel 1931 con “La Guida Gastronomica d’Italia” del Touring Club che arriva la definizione di ribollita che conosciamo oggi: “zuppa di fagioli alla fiorentina lasciata raffreddare e fatta ribollire con aggiunta di olio nuovo“.
Nel 2001 la ricetta è stata anche certificata dalla prestigiosa Accademia Italiana della Cucina.
Lorenzo Orlando
2025-07-17 05:37:38
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: 20
La storia della ribollita toscana originale è ragionevole cercare le origini nella tradizione delle zuppe vegetali del Medioevo, tra i principali alimenti consumati dalla gente povera. La studiosa Clotilde Vesco nel libro Cucina fiorentina fra Medioevo e Rinascimento ha trascritto le prescrizioni di un ricettario fiorentino, databile entro il XV secolo e compreso tra le Carte Bardi dell’Archivio di Stato di Firenze. Una delle ricette s’intitola Minestra di tutte le sorte d’erbe, la caratterizza un lungo elenco di ingredienti dalla lattuga al cavolfiore ma soprattutto l’indicazione di freddare il preparato per cuocerlo di nuovo. È plausibile quindi che nei secoli molte minestre a base vegetale siano state ribollite. Nondimeno, la prima attestazione di una ribollita abbastanza simile alla nostra deve attendere il 1930, con la Guida Gastronomica d’Italia del Touring Club. Come accade quasi sempre nei piatti davvero tradizionali, le origini sono plurime e le ricette mutano, in base alla disponibilità degli ingredienti e alla fantasia del cuoco.
Diana Basile
2025-07-17 05:01:28
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: 15
La ribollita è un piatto a base di pane toscano sciocco raffermo e verdure preparati tradizionalmente in alcune zone della Toscana, in particolare nelle zone di Siena, Firenze, Pistoia, Prato e nel centro-sud delle province di Pisa e di Arezzo.
È un tipico piatto "povero" di origine contadina, il cui nome è recente e deriva dal fatto che un tempo le contadine ne cucinavano una gran quantità e quindi veniva "ribollito" in padella nei giorni successivi.
Da qui che prende il nome di ribollita.
Le prime tracce di questa preparazione risalgono al 1910 nel libro L'arte Cucinaria in Italia di Alberto Cougnet.
La ribollita è un piatto invernale di aspetto semisolido.
Per renderla migliore è necessario che il cavolo nero abbia "preso la ghiacciata", che sia passato cioè da una o più gelate invernali che ne ammorbidiscono le foglie e lo rendono più dolce.
La cosa migliore è "ribollire" la zuppa di pane nel forno a legna per chi ce l'ha, comunque in un tegame con un fondo spesso oppure un doppio fondo acciaio-rame o acciaio-alluminio per evitare che si attacchi e si bruci.
Si usa aggiungere alla "ribollita" un filo d'olio extravergine di oliva e affettarci una cipollina fresca.
Giulio De Angelis
2025-07-17 04:49:07
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: 23
Sembra che l‘origine di questo piatto sia da collocare nel Medioevo, quando i nobili usavano banchettare con carni servite su pane azzimo.
Quest’ultimo veniva infatti utilizzato solo come stoviglia, e poi lasciato ai servitori che cercavano di farne una pietanza per sé unendolo alle verdure o alle erbe disponibili.
Altro aspetto da considerare, poi, era il vincolo del venerdì, giorno di magro per cui comunque vi era il divieto di mangiare carne.
E siccome, allungato il tutto con l’acqua, ne risultava una grande quantità di zuppa, questa veniva conservata anche per i giorni successivi, durante i quali veniva riscaldata, ribollita e lasciata insaporire ulteriormente nell’amalgamarsi dei sapori.
Da qui nasce il nome stesso della zuppa, anche se in realtà all’inizio quest’ultima era conosciuta semplicemente come “zuppa di magro dei contadini”, come per esempio viene definita dallo scrittore e gastronomo Pellegrino Artusi nel suo illustre “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”.
Quasimodo Gatti
2025-07-17 02:54:36
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: 18
La Ribollita ha radici antiche, risalenti addirittura al Medioevo.
Pare che il tutto sia nato da una zuppa di recupero che massaie e contadine cucinavano il venerdì, giornata di “magra” per via della povertà e di precetti religiosi, astenendosi così dal consumare carne.
A rimanere a disposizione erano principalmente il pane, talvolta recuperato dagli avanzi dalle mense dei nobili, ma anche verdure, erbe selvatiche, legumi, pasta o polenta.
Venivano dunque preparate il venerdì abbondanti zuppe di verdure e legumi che duravano sino alla domenica e che venivano quindi bollite più volte.
Proprio da qui, pare, derivi il termine ribollita, ossia da quella pratica di ribollire il piatto, che veniva consumato per diversi giorni, migliorando il sapore dopo ogni riscaldamento.
Questo metodo di cucina riflette l’antica saggezza contadina che non spreca nulla, creando così pasti nutrienti e gustosi anche con ingredienti semplici.
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