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Qual è la storia e le curiosità del pandoro?

Nestore Rizzo
Nestore Rizzo
2025-08-08 11:00:01
Numero di risposte : 18
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La nascita del pandoro come per il panettone, ci sono pareri discordanti circa le sue origini. Secondo alcune fonti le prime tracce risalirebbero al 1500, durante il periodo della Repubblica Veneziana, quando esisteva l’usanza di ricoprire con sottili foglie d’oro alcune pietanze. Proprio tra questi cibi sembra ci fosse un dolce conico, chiamato per l’appunto “pan de oro”. Altri sostengono che il pandoro sia l’evoluzione di altri dolci, derivando dal Nadalin o dal Pane di Vienna. Esiste però una data certa relativa alla nascita commerciale del pandoro: è il 14 ottobre 1884, giorno in cui il pasticcere veronese Domenico Melegatti depositò il brevetto per un dolce lievitato a forma di stella a otto punte al Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia. L’invenzione di questo pane dolce è stata ispirata da un altro dolce della tradizione veronese, il Levà. Melegatti recuperò questa ricetta e la reinventò togliendo alcuni ingredienti e aggiungendone altri, ottenendo così un dolce molto lievitato, morbidissimo e senza crosta. Creò addirittura un forno apposito per cuocere il pandoro in maniera uniforme e si fece aiutare dal pittore Angelo Dall’Oca Bianca per la creazione del famoso stampo a piramide tronca con otto punte, che da forma al dolce. Il pandoro oggi è un dolce quasi impossibile da riprodurre a casa, a causa dei lunghissimi tempi di preparazione: occorrono infatti fino a 36 ore di lavorazione, almeno 10 ore di lievitazione e 7 cicli d’impasto per ottenere la caratteristica consistenza del pandoro.
Kayla Palumbo
Kayla Palumbo
2025-07-31 13:08:15
Numero di risposte : 20
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La prima ricetta di un dolce simile al Pandoro si può già trovare nel I secolo d.C. Il Pandoro fu però ufficialmente creato nel 1894 dal pasticcere veronese Domenico Melegatti, che il 14 ottobre sottopose all’ufficio brevetti del Regio Ministero dell’Agricoltura e del Commercio, la ricetta del famoso dolce. Il nome del Pandoro deriva dalla lingua veneta “pan de oro”, probabilmente in omaggio all’antica abitudine dei ricchi veneziani che impreziosivano il pane con foglie dorate. Una leggenda però narra che un garzone, prendendo in mano la prima fetta illuminata dal sole, esclamò “l’è proprio un pan de oro”. Il vero antenato del Pandoro è però probabilmente il Nadalin, un dolce veneto casalingo che a sua volta deve le sue origini al Levà. Quest’ultimo era un dolce lievitato con mandorle e zucchero, realizzato la sera della Vigilia di Natale. L’origine della forma del Pandoro è però da imputare ad Angelo Dall’Oca Bianca, un pittore veronese impressionista, che disegnò lo stampo a piramide tronca e a otto punte. Per quanto noi siamo ormai abituati a considerare il Pandoro come un dolce tipicamente natalizio, l’idea originale di Melegatti era quella di un dolce adatto alle più svariate occasioni.
Angelina Montanari
Angelina Montanari
2025-07-31 12:24:30
Numero di risposte : 22
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La storia del pandoro è molto affascinante, non solo perché si parla di un’azienda italiana che di un’intuizione ha fatto grande fortuna, ma anche perché attorno aleggiano diverse leggende. La leggenda sulla nascita del pandoro è legata all’origine di un dolce veronese: il Nadalin. Alla fine del 1200 Alberto della Scala andò al potere diventando Signore di Verona e, per festeggiare il suo primo Natale gli Scaligeri chiesero a un pasticciere di inventare un dolce simbolo della grande vittoria e della città. La storia del pandoro è legata al Signor Melegatti che, alla fine del 1800, era proprietario di una drogheria nel centro di Verona. Il 14 ottobre 1884, Melegatti richiese e ottenne l’attestato di privativa industriale dal Ministero di Agricoltura e Commercio per la sua nuova invenzione: il Pandoro. Aveva, di fatto, perfezionato una ricetta tradizionale veronese, un dolce a punte che, però, non solo non era lievitato, ma risultava anche piuttosto duro al palato. Il signor Melegatti, in realtà unì le conoscenze importate in Italia dai pasticcieri austriaci sulla lievitazione a un dolce della tradizione. Volendo mantenere la tradizionale forma di una stella a otto punte, chiese al pittore impressionista Angelo dall’Oca Bianca di realizzare il disegno per lo stampo; che è quello che tutt’oggi conosciamo. Il pandoro risale all’antica Roma. La preparazione, come scoprirete cimentandovi nella nostra ricetta del pandoro, non è affatto semplice. Gli ingredienti, invece sono di facile reperibilità ed erano già conosciuti e usati durante l’Impero Romano. Plinio Il Vecchio riporta una ricetta del I secolo d.C. con farina, burro, lievito pensata da Vergilius Stephanus Senex che segue un procedimento simile a quello di Melegatti. Il successo del pandoro Melegatti fu travolgente e tutto il Veneto voleva assaggiare questa preparazione. All’inizio del’900 era già affermato in tutto il Nord Italia, tanto da avere diversi imitatori convinti di poter replicare il famoso dolce. Melegatti, quindi, decise di creare un vero e proprio contest sfidando chiunque avesse presentato un prodotto identico alla sua ricetta e preparazione e mettendo in palio 1000 lire. Il pandoro va riscaldato prima di essere mangiato. È nato prima il panettone. Cristoforo di Messisburgo, cuoco di Ferrara, nel 1549 descrive un dolce milanese a base di farina, burro, zucchero, uova e latte con un impasto molto simile a quello del panettone come noi lo conosciamo. Il pandoro si deve mangiare con le mani perché lo richiede il galateo. Per tradizione, infatti, i dolci natalizi non devono essere mangiati con la forchetta.
Rosanna Caputo
Rosanna Caputo
2025-07-31 12:11:00
Numero di risposte : 13
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Il ‘Pandoro’, così come lo conosciamo e apprezziamo oggi, è uno dei pochissimi dolci il cui nome e la cui data di nascita sono noti con certezza, vale a dire il 14 ottobre 1894. Fu proprio in quel giorno di fine secolo che il pasticcere veronese Domenico Melegatti depositò presso l’ufficio brevetti la sua squisita invenzione, riconoscibile per la tipica forma troncoconica con una sezione a stella ad otto punte. Il merito di Melegatti sarebbe stato quello di ‘alleggerire’ il Nadalin, rendendolo più morbido. Inoltre, eliminando la copertura, avrebbe permesso alla sua specialità di lievitare, sviluppandosi in verticale. La nuova sagoma, ad otto punte, altro non sarebbe che una ‘modernizzazione’ dell’originale. Non c’è dubbio che il nome del pandoro derivi dalla composizione delle parole ‘pane’ ed ’oro’, con chiaro riferimento al colore dorato della sua parte interna, ottenuto grazie al sapiente utilizzo di burro ed uova come ingredienti. Secondo alcuni studiosi l’appellativo risalirebbe al XIII secolo, quando sulle tavole dei cittadini più ricchi della Repubblica di Venezia (città non molto distante da Verona), sarebbe stato servito un “pan de oro”, coperto con sottili foglie del prezioso metallo. A tal proposito va detto che, molto probabilmente, questa prelibatezza sarebbe stata ben diversa da quella che oggi conosciamo. Infine, merita una menzione la leggenda secondo cui il pandoro deriverebbe il suo nome dall’esclamazione di un garzone che, stupito dai riflessi della specialità, avrebbe esclamato “l’è proprio un pan de oro!”. Ciò che più distingue i due dolci è il rispettivo carattere: mentre il Pandoro è slanciato, elegante, quasi austero, adatto a palati fini ed esigenti, il Panettone è robusto, esuberante, pieno di calore, amato da chi nel Natale cerca l’incontro. La ricetta del Pandoro venne brevettata da Domenico Melegatti nell’ottobre del 1894. Fin da subito il suo dolce ottenne un rapido quanto travolgente successo: non stupisce quindi scoprire che un gran numero di pasticceri provò ad imitarlo, nonostante un atto legale, almeno formalmente, lo vietasse. Fu così che il Signor Domenico, provocatoriamente, mise in palio 1000 lire (cifra tutt’altro che trascurabile per l’epoca) come premio per chi fosse stato in grado di preparare una copia perfetta della sua invenzione. Quasi superfluo aggiungere che la gara fu disertata dai ‘concorrenti’. Il rapporto tra cibo ed oro è più antico e profondo di quanto si possa immaginare. Sebbene nel caso del pandoro tale legame sia dovuto più che altro al colore della specialità, occorre ricordare che, un tempo (ed, in parte, ancora oggi), poteva succedere che i cibi più raffinati fossero effettivamente coperti con una sottile lamina del prezioso metallo: una pratica risalente ad un lontano passato (secondo alcuni studiosi addirittura all’antico Egitto) che, da sempre, mira ad affermare l’opulenza e quindi il potere della classe dominante. Non è dunque un caso che prese particolarmente piede in diverse corti del ricchissimo Rinascimento italiano.
Silvio Farina
Silvio Farina
2025-07-31 09:40:47
Numero di risposte : 17
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Il pandoro è uno dei dolci che più allieta e rappresenta le festività natalizie, a tal punto che spesso è preferito al panettone. Le prime tracce del pandoro risalgono addirittura al I secolo D.C., ai tempi dell’antica Roma, quando in uno dei suoi scritti Plinio il Vecchio cita un dolce preparato con fiori di farina, burro e olio, denominato “panis”. Il pandoro è nato ufficialmente a Verona nell’ottobre del 1894, quando il pasticcere Domenico Melegatti depositò il brevetto per un dolce lievitato a forma di stella a otto punte al Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia. Il nome del pandoro ha un’origine veneta: pare infatti che derivi dall’espressione “pan de oro”, dovuta ad un’abitudine del XVI secolo nella Repubblica di Venezia di impreziosire pane e dolci con delle foglie d’oro. Lo stampo del pandoro dall’iconica forma dalle otto punte fu realizzato dal pittore veronese Angelo Dall’Oca Bianca. Il pandoro ebbe immediatamente un successo straordinario e non passò molto prima che iniziassero i primi tentativi di imitazione. Pare che per assaporare meglio il pandoro questo vada tenuto per circa mezz’ora vicino ad una fonte di calore non troppo intensa, ad esempio sopra un termosifone. Un altro segreto è quello di spolverare lo zucchero a velo qualche ora prima di servirlo, in modo che il pandoro ne assorba meglio profumo e gusto.
Vitalba Lombardi
Vitalba Lombardi
2025-07-31 09:26:35
Numero di risposte : 22
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Il pandoro è un dolce di origine veronese, il grande rivale dell'altro dolce di Natale: panettone di Milano. Le prime tracce risalgono al periodo della Repubblica Veneziana, attorno al 1500. C'è chi ritiene, invece, che il pandoro nasca come evoluzione di altri dolci. La nascita ufficiale e commerciale del pandoro di Verona ha però una data precisa: martedì 14 ottobre 1884. Quel giorno il pasticcere veronese Domenico Melegatti presentò il brevetto di un dolce natalizio al Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia. Ecco chi ha inventato il pandoro ufficialmente. Per la sua ricetta, Melegatti si ispirò a una antica tradizione veronese. Durante il periodo natalizio, precisamente la sera della vigilia di Natale, le donne dei villaggi si riunivano per impastare il cosiddetto Levà , un dolce lievitato ricoperto da granella di zucchero e mandorle. L’inventore del pandoro prese la ricetta del Levà, eliminò la copertura, che poteva ostacolare la lievitazione e aggiunse uova e burro allo scopo di rendere morbido l'impasto. Il pandoro era stato inventato. Mancava solo la forma. A quella pensò Angelo Dall’Oca Bianca, un pittore di origine veronese, che disegnò lo stampo a piramide tronca e otto punte che contraddistingue il pandoro. Leggenda vuole sia nato da un grido di stupore di un garzone della pasticceria alla vista di questo dolce, dal colore dell'impasto simile all'oro.