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Qual è la leggenda della Campania?

Timoteo Esposito
Timoteo Esposito
2025-09-01 15:21:06
Numero di risposte : 25
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La Campania è una terra di leggende, dove mito e realtà si intrecciano creando un fascino unico. Le storie tramandate nel corso dei secoli hanno dato vita a un ricco patrimonio di leggende, che raccontano di eroi, creature magiche e avvenimenti misteriosi. La Leggenda di Napoli e la Sirena Parthenope: Napoli, la vibrante capitale campana, è avvolta da una delle leggende più affascinanti: quella della sirena Parthenope. Secondo la leggenda, Parthenope, una delle sirene dell’antica mitologia greca, si innamorò di un poeta mortale e, dopo essere stata respinta, si gettò nel mare. Il Mistero del Lago di Averno e il Regno degli Inferi: Il Lago di Averno, situato nei pressi di Pozzuoli, è avvolto da una leggenda che lo collega all’aldilà. La tragedia di Pompei, seppellita sotto le ceneri dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., ha alimentato numerose leggende nel corso dei secoli. Nel territorio di Cuma, antica città della Campania, si narra della Sibilla di Cumae, una figura mitologica legata alla divinazione e alla profezia. Le leggende della Campania, tra mito e realtà, sono un tesoro di fascino e mistero. Queste storie tramandate nel corso dei secoli ci permettono di immergerci nella ricca mitologia e tradizione di questa affascinante regione. Esplorare i luoghi leggendari della Campania significa lasciarsi avvolgere da un’atmosfera magica e affrontare un viaggio nel tempo, tra miti e realtà intrecciati.
Gerardo Sanna
Gerardo Sanna
2025-08-26 23:31:00
Numero di risposte : 19
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La leggenda della Campania è una terra ricca di storia e di storie, come ad esempio quella del munaciello, una figura al limite tra realtà ed immaginazione che si pensa possa portare via i bambini cattivi. Sotto la città di Napoli si snodano grotte chilometriche, grandiose caverne e profondi pozzi che negli anni sono state popolate a diversi scopi, come ad esempio durante il secondo conflitto mondiale sono stati usati come rifugio dai bombardamenti e prima ancora erano luogo di lavoro dei “pozzari”. È proprio da queste loro intrusioni ed il mantello da lavoro, che nella penombra assomigliava ad un saio, che nacque la figura del “munaciello” lo spirito della casa. Inoltre, un altro spirito che popola le case napoletane è quello della bella ‘mbriana, la protettrice del focolare, che protegge la casa ed i suoi abitanti. Il mito delle streghe di Benevento, le janare, ha origini antichissime, si tratta di donne comuni di giorno che, nella notte tra il venerdì ed il sabato, si cospargono il petto o le ascelle di un unguento e spiccano il volo pronunciando la formula magica “supra acqua et supra vento et supra omne maltempo”. Inoltre, il presepe napoletano non si limita a rappresentare la natività, si tratta di un insieme di simboli, alcuni contrapposti tra loro e da leggere in coppia, che rappresentano i due mondi: il divino ed il profano. Questo è forse l’emblema della fede e dell’ideologia napoletana, come ad esempio il miracolo del sangue di San Gennaro che avviene tre volte l’anno. La prima liquefazione avvenne il 17 Agosto del 1389, dal 1659 tutto l’iter è seguito e garantito da una rigida commissione nei giorni 19 Settembre, 6 Dicembre ed il sabato che precede la prima domenica di Maggio. L’evento miracoloso garantisce alla città un altro anno di protezione da parte del santo, fortemente rispettato a Napoli e con cui solo un gruppo di donne, le “ianuarie”, hanno il privilegio di interagire direttamente chiedendo il compimento del miracolo seduti nei primi banchi della chiesa.
Carlo Negri
Carlo Negri
2025-08-21 17:25:13
Numero di risposte : 21
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La leggenda della Campania inizia con la leggenda della bella sirena Parthenope che sbarcò sulle coste di una terra dal clima mite ed ubertoso. La sua leggenda s'intreccia con la fondazione di Napoli, con il mito del dio Mitra, i misteri isiaci, il culto di Priapo e la fantastica storia di Colapesce, sino ad arrivare alle "statue parlanti", "simboli" della città. La storia di Napoli ha inizio sull'isolotto di Megaride dove sarebbe sorto, secondo la tradizione, il primo nucleo cittadino chiamato Parthenope. Tale nucleo era ubicato, secondo fonti antiche, nei pressi di un sepolcro della giovane sirena, che aveva abitato i mari della penisola sorrentina. La leggenda di Niccolò Pesce, detto Colapesce per le straordinarie capacità natatorie, sorge in età medievale. La leggenda narra che per percorrere grandi distanze Niccolò Pesce si faceva ingoiare da un enorme pesce e, quando aveva raggiunto la sua meta, ne tagliava il ventre per uscire. La leggenda della Campania è anche legata alle "statue parlanti" come 'O Cuorpo 'e Napule, Donna Marianna, il Gigante di Palazzo e la Testa Carafa.
Danuta Rizzi
Danuta Rizzi
2025-08-10 01:16:54
Numero di risposte : 19
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Si comincia con la leggenda di Donn'Albina, Donna Romita e Donna Regina, per arrivare a storie come quella di Maria d'Avalos e Donn'Anna Carafa, passando attraverso le vicende riguardanti la Basilica di San Lorenzo Maggiore, per finire col munaciello e la bella 'Mbriana. C'è una leggenda, magistralmente raccontata da Matilde Serao nel suo libro Leggende napoletane, che echeggia ancora nei giardini dei conventi partenopei. Le protagoniste sono tre sorelle: Donn'Albina, Donna Romita e Donna Regina, figlie del barone Toraldo, nobile del Sedile del Nilo. Il munaciello (in napoletano significa "piccolo monaco"), è il personaggio esoterico più noto, temuto e nominato dal popolo partenopeo: uno spiritello bizzarro che si comporta sempre in modo imprevedibile e sul quale sono sorte infinite leggende metropolitane e detti popolari. Il monastero fu edificato nella zona di Forcella, nella piazza che porta lo stesso nome, Sant'Arcangelo a Baiano; ora la struttura è deserta, infestata, si dice, da fantasmi e ombre vaganti, ma un tempo è stato teatro di fatti di libidine, sangue e sacrilegi. Era allora consuetudine dell'alta nobiltà il matrimonio tra consanguinei per aumentare le ricchezze piuttosto che disperdere il patrimonio familiare. Nata nel novembre del 1607, Anna in pochissimo tempo perse il padre e i fratelli e rimase sola con la madre ed i nonni. Non è raro un suo comportamento lascivo nei confronti delle giovani e belle donne. Al suo comportamento dispettoso spesso si accompagnano benevoli "lasciti" in moneta; ma non bisogna raccontare l'accaduto a nessuno, altrimenti egli si accanirà nei nostri confronti. La leggenda narra che alla morte precoce della loro madre, Donna Gaetana Scauro, il barone ottenne la possibilità dal re Roberto d'Angiò che la figlia maggiore, Donna Regina, potesse sposarsi conservando così il nome di famiglia che altrimenti sarebbe andato perduto. La Chiesa di Sant'Arcangelo a Baiano fu una delle prime strutture volute dagli Angioini per consacrare la vittoria sugli Svevi e fu edificata su un preesistente luogo di culto già dedicato a San Michele Arcangelo, a sua volta eretto su resti di un precedente sacello pagano.
Arcibaldo Valentini
Arcibaldo Valentini
2025-08-02 07:16:53
Numero di risposte : 23
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La nascita stessa della città di Napoli è legata, secondo la tradizione, ad una creatura mitologica, la Sirena Partenope, la cui storia è giunta a noi grazie al dodicesimo canto dell’Odissea. Omero ci racconta infatti che Ulisse, spinto dalla sua proverbiale curiosità ad ascoltare il canto ammaliante delle pericolose sirene, riuscì a resistergli facendosi legare all’albero maestro della sua nave. Mortalmente offese, le creature si uccisero lanciandosi tra gli scogli, e tra loro vi era anche Partenope, le cui spoglie viaggiarono fino all’isolotto di Megaride, dove oggi sorge il Castel dell’Ovo. Rinvenuto e venerato dai pescatori, il corpo di Partenope infine si dissolse, dando così forma a Napoli. In onore della sirena vennero anche istituite, nel V secolo a.C., delle competizioni sportive: le Lampadedromie Napoletane. Dall’antica epoca greca proviene un’altra celebre leggenda connessa al territorio campano, vale a dire quella del Lago d’Averno, specchio d’acqua di origine vulcanica nei pressi del comune di Pozzuoli, non lontano dal sito archeologico di Cuma. Secondo la tradizione, l’Averno era infatti un accesso al Regno dell’Oltretomba, una fascinazione immortale poi ripresa da grandi autori come Virgilio e Dante. Anche la credenza negli spettri è molto sentita nella cultura napoletana e campana in generale, come testimoniato, ad esempio, dalle leggende del Munaciello, spirito dispettoso che indossa un saio da monaco, e della Bella ‘Mbriana, l’essenza benevola che lo contrasta. Secondo le leggende, il Munaciello era in origine un gestore dei pozzi cittadini che si introduceva nelle case per rubare, o, in alternativa, il figlio di Caterinella Frezza, una ricca nobildonna che si unì, contro il volere del padre, ad un umile garzone, partorendo poi un bimbo deforme. Si dice invece che la Bella ‘Mbriana fosse una bellissima principessa che morì dopo aver perso il suo amore, divenendo poi uno spirito protettore della casa che si manifesta anche in forma di geco, animale considerato portatore di buona sorte. La Provincia di Benevento è anch’essa patria di una celebre leggenda legata alle forze oscure, quella delle Janare, vale a dire delle terribili streghe che si riunivano intorno ad un antico albero di noce per officiare dei sabba.