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Qual è il significato del picio toscano?

Sabrina Pellegrini
Sabrina Pellegrini
2025-08-10 19:21:25
Numero di risposte : 23
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Il picio toscano deriva il suo nome dal gesto che si fa con il palmo della mano per far prendere all’impasto la forma del picio. Personalmente ritengo il contrario, ovvero che “appiciare” derivi dal termine picio e non viceversa. Un’altra strada ci porta a rintracciare l’origine del nome presso la località di San Felice in Pincis, oggi San Felice, vicino Castelnuovo Berardenga. Qualcuno ritiene di poter cogliere un collegamento con il pigelleto, l’abete della riserva naturale del Monte Amiata, bianco e dalla forma stretta e allungata, proprio come quella dei pici. Altri attribuirebbero l’origine dei pici, e lo stesso nome, a Marco Gavio Apicio, noto gastronomo, cuoco e scrittore romano vissuto a cavallo fra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. e autore del compendio culinario "De re coquinaria" ovvero “l’arte della cucina”. Qualcuno sostiene che i pici risalgano ad epoca etrusca poiché già presenti in una raffigurazione all’interno della celeberrima Tomba dei Leopardi a Tarquinia.
Radio De luca
Radio De luca
2025-08-04 20:34:11
Numero di risposte : 17
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Sembra che il nome derivi da “appiciare” che nel gergo culinario toscano indica il gesto che si fa con il palmo della mano per far prendere all’impasto la forma del picio. Altri rintracciano l’origine del nome nella località di San Felice in Pincis. Infine qualcuno ritiene di poter cogliere un collegamento con il pigelleto. Al di là dell’etimologia del nome, sono molti oggi i modi con i quali viene chiamata questa pasta. In Toscana ad esempio nelle zone di Montepulciano, Pienza e Montalcino si chiamano “pinci”. I pici sono una sorta di laccio, un cordone di acqua e farina che lega diverse realtà, ciascuna delle quali con il suo condimento favorito.
Renzo Orlando
Renzo Orlando
2025-08-02 13:35:19
Numero di risposte : 20
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La loro storia parte da lontano, nel periodo etrusco, e la zona è il confine fra Toscana, Lazio ed Umbria, dove è possibile trovare la stessa preparazione con nomi diversi. La differenza la fa il condimento, mentre gli ingredienti sono sempre gli stessi, semplici e immediati: farina, acqua e sale. La prima vedrebbe legato il nome di questa pasta alla figura di Marco Gavio Apicio, personaggio della gastronomia romana, autore fra l'altro della famosa opera 'De re Coquinaria'. La seconda, invece, vorrebbe far derivare il nome di questa pasta rustica da San Felice in Picis, località vicino ad Arezzo. Altre voci sostengono che il nome derivi dal gesto che si fa con il palmo della mano per far prendere all'impasto la forma del picio, quello che nel gergo culinario toscano è il verbo 'appiciare'. Ingredienti e metodo di produzione, sono immutati da centinaia d'anni. Ve li proponiamo all'aglione: uno dei capisaldi della cucina toscana. In una padella larga soffriggete dell'aglio insieme a del peperoncino ed aggiungete poi dei pomodori tagliati a pezzi, un pizzico di sale e a propria discrezione, una goccia di aceto. Condite i pici bolliti in acqua salata facendoli saltare in padella a lungo e servite caldi. Benvenuti in Toscana.
Fausto Mariani
Fausto Mariani
2025-07-27 03:12:32
Numero di risposte : 27
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I pici, insieme alle pappardelle, condividono il primato e rappresentano un marchio di fabbrica della gastronomia toscana. Una pasta che non presenta una grande varietà nella forma e nell’impasto, ma che si presta ad essere accompagnata con diversi condimenti. La storia dei pici sembra affondare le sue radici in epoca etrusca. Un’altra strada ci porta a rintracciare l’origine del nome presso la località di San Felice in Pincis vicino Castelnuovo, nella diocesi di Arezzo. Infine si potrebbe cogliere un collegamento con il Pigelleto, l’abete della riserva naturale del Monte Amiata, bianco e dalla forma stretta e allungata, proprio come quella dei pici. I pici sono un piatto “povero”, tipico della realtà contadina, per la semplicità degli ingredienti. I pici sono una sorta di laccio di acqua e farina, che lega diverse realtà geografiche con condimenti diversi. Tradizionalmente questa pasta veniva mangiata solo con un po’ di olio o con un trito di cipolla e sale. A Celle sul Rigo il picio per antonomasia è con l’aglione, sugo a base di aglio, zenzero, olio e pomodoro, mentre a Montepulciano il condimento che va per la maggiore è con le briciole, ottenuto con pane raffermo. A Montalcino, patria del Brunello, non può mancare il ricchissimo ragù di vaccina, pollo, prosciutto, salsiccia e fegatini, una volta cucinato solo per il pranzo delle domenica. Nella zona dell’Amiata i pici sono conditi con funghi freschi. Se poi ci spostiamo in zone lacustri, come il lago di Chiusi, da febbraio a maggio è possibile gustare i pici con un sugo a base di uova di luccio.
Gianmarco Cattaneo
Gianmarco Cattaneo
2025-07-13 02:22:47
Numero di risposte : 30
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I pici rappresentano l’essenza della cucina povera toscana. Sono una sorta di spaghettoni fatti a mano con sola acqua, farina, pochissimo olio e sale. Le origini dei pici risalgono all’epoca etrusca: se ne trova testimonianza in una raffigurazione all’interno di un monumento funebre del V secolo a.C. Appartengono quindi alla nostra cultura e tradizione da lunghissimo tempo. I pici sono presenti sulle nostre tavole costantemente: nella cucina della domenica e delle feste nelle famiglie, tutti i giorni nei ristoranti e nelle innumerevoli sagre enogastronomiche presenti sul nostro territorio. Sono molto spessi e irregolari, poiché vengono fatti a mano uno per uno e la loro consistenza è peculiare, inconfondibile, è….corposa, e si accompagnano perfettamente a tantissimi tipi di condimenti, dai sughi in bianco fino ai ragù più elaborati.
Luca Marino
Luca Marino
2025-07-13 01:57:08
Numero di risposte : 22
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Il nome deriva probabilmente dal gesto che si fa con il palmo della mano per far prendere all’impasto la forma tipica del picio, quello che nel gergo culinario toscano è il verbo “appiciare”. Il nome deriva probabilmente dal gesto che si fa con il palmo della mano per far prendere all’impasto la forma tipica del picio, quello che nel gergo culinario toscano è il verbo “appiciare”. Al di là dell’etimologia del nome, sono molti oggi i modi con i quali viene chiamata questa pasta tipica. A sud della provincia senese il termine più diffuso è quello di “pici”, ma anche “pinci” nelle zone di Montepulciano, Pienza e Montalcino. Se ci si sposta verso Anghiari e nella Valtiberina sono definiti “bringoli”, mentre in Umbria “stringozzi” oppure “strangozzi”, ma anche “umbricelli” e “ciriole”. Tanti nomi dunque per indicare un’unica pasta.
Cristyn Sala
Cristyn Sala
2025-07-13 01:14:09
Numero di risposte : 18
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Il nome pici deriva dal termine toscano appicciare, che significa attaccare insieme. Questa pasta è stata preparata per secoli nelle cucine di famiglia, tramandata di generazione in generazione. La sua origine esatta è incerta, ma si pensa che i pici siano nati nella provincia di Siena, dove la pasta fresca è sempre stata una componente essenziale della dieta locale. I pici hanno origini antiche e profonde radici nella tradizione culinaria toscana. La lavorazione dei pici prevede l'attaccatura dei fili di pasta uno all'altro per creare una lunga striscia continua. Molto apprezzati sono anche i pici all’aglione. Questo piatto è amato per la sua semplicità che si sposa perfettamente con la ricchezza aromatico dell'aglio, creando una combinazione irresistibile. I pici all'aglione rappresentano l'essenza della tradizione toscana e sono un must per gli amanti della cucina regionale. I pici toscani sono un vero e proprio tesoro culinario, amati per la loro semplicità e bontà. Questa pasta rustica e gustosa è un'eccellente rappresentazione della cucina toscana e una testimonianza della passione e delle tradizioni di questa regione.