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Qual è la differenza tra pici e umbricelli?

Baldassarre Bernardi
Baldassarre Bernardi
2025-09-14 06:29:42
Numero di risposte : 19
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I pici sono la pasta fresca toscana per eccellenza, simbolo della cucina povera contadina. I pici sono grossi, rustici spaghettoni, fatti semplicemente con acqua, farina e un pizzico di sale. Vengono lavorati rigorosamente a mano dall’impasto alla stesura. Nel picio della tradizione l’uovo non c’è. La differenza tra pici e tonnarelli passa senz’altro per la chitarra. È proprio questo strumento che conferisce la tipica sezione quadrata, anziché tonda, comune anche agli spaghetti alla chitarra abruzzesi. Il tonnarello, ruvido e saporito, si ottiene stendendo sul telaio di legno una sfoglia fatta di acqua, farina e uova, piuttosto spessa. Con un mattarello si preme la pasta lungo il telaio che, ricoperto di corde, restituirà gli spaghettoni sull’asse sottostante. Sullo spessore della pasta si lascia libertà alla massaia, ma c’è una regola aurea: lo spessore della sfoglia deve essere pari alla distanza tra le corde del telaio. I pici e i tonnarelli si sposano perfettamente con sughi casarecci della tradizione. Il tonnarello fresco laziale è ottimo con la cacio e pepe, con la gricia e sughi di carne. Il picio toscano classico vuole il sugo all’aglione, ma si combina benissimo anche con ragù, sughi bianchi di carne e cacciagione.
Elda Grassi
Elda Grassi
2025-09-04 07:55:48
Numero di risposte : 18
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È la tipologia di pasta senza uova dell’Umbria, e per la sua composizione è paragonabile ai pici toscani, alle trofie liguri e agli scialatielli della Costiera Amalfitana. La differenza tra pici e umbricelli potrebbe essere determinata dalla loro origine geografica, poiché gli umbricelli sono diffusi in tutta l’Umbria, mentre i pici sono tipici della Toscana. È la tipologia di pasta senza uova dell’Umbria, e per la sua composizione è paragonabile ai pici toscani.
Timothy Martinelli
Timothy Martinelli
2025-08-27 08:02:40
Numero di risposte : 24
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I pici sono lontani parenti degli spaghetti. Il verbo “appiciare” è spesso usato nelle cucine della zona di Chiusi, Amiata, Val d’Orcia e della Val d’Arbia, dove significa fare i pici che sono una specie di spaghetti filati, è la parola giusta, a mano. Verso la zona di Montalcino, invece, vengono chiamati pinci. La pasta è quanto di più povero possa esistere in materia culinaria. La tradizione la vuole infatti formata di sola acqua, farina e sale. Con questi ingredienti occorre preparare una pasta abbastanza dura. Le uova sono raramente tollerate, e solo per fare colore. Questa pasta è stata il nutrimento dei più poveri per moltissime generazioni che si contentavano di condirli con pochissimo olio ed un trito di cipolla. La confezione dei pici richiede tempo e pazienza, questo lavoro era riservato una volta alle bambine che lo giudicavano quasi un divertimento. Gli umbricelli non vengono menzionati nell'articolo fornito, quindi non è possibile fare un confronto diretto tra pici e umbricelli sulla base delle informazioni fornite.
Marvin De Angelis
Marvin De Angelis
2025-08-23 05:18:29
Numero di risposte : 24
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I pici sono molto diffusi in particolare nei Comuni di Castiglion del Lago, Panicale, Città di Castello, dove sono meglio conosciuti come umbricelli. Sono grossi spaghetti fatti a mano con farina e acqua. Ingredienti: farina di grano tenero, acqua. Lavorazione: gli ingredienti vengono lavorati a mano o con impastatrice. Una volta ottenuto un impasto omogeneo, viene tirata la sfoglia con il rasagnolo di legno su spianatoia di legno, dello spessore di circa 5/8 mm. Si tagliano in orizzontale delle strisce di pasta larghe circa 10 cm, a loro volta tagliate in piccole strisce larghe circa 1 cm, le quali vengono lavorate arrotolate a mano sulla spianatoia fino a formare dei grossi spaghetti lunghi circa 25/30 cm. Essendo un prodotto fresco, va conservato per 1/2 giorni al massimo, a temperatura di circa 4°C, su vassoi per alimenti.
Bruno Riva
Bruno Riva
2025-08-11 07:36:36
Numero di risposte : 20
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Gli umbricelli ricordano gli spaghetti, ma un po' più grossi e decisamente più corti rispetto al formato originale. Somigliano un po' ai "vicini" pici toscani ma la loro forma è leggermente più tozza. La tradizione vuole che si condiscano con un sugo semplice di pomodoro e una generosa spolverata di pecorino grattugiato.
Eugenio Farina
Eugenio Farina
2025-08-06 09:08:38
Numero di risposte : 21
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Dovete sapere che gli umbricelli si chiamano così dal dialetto umbro umbrico che significa lombrico, forma caratteristica di questa pasta fresca e vengono strozzati alle estremità, da qui il nome stringozzi. Gli umbrichelli, sono degli spaghettoni freschi irregolari e spessi. Potete farli anche un po’ più spessi, senza superare i 6/7 millimetri di spessore. Formate tanti serpentelli della lunghezza di uno spaghetto comune e dello spessore di circa 3/5 millimetri.
Cira Giuliani
Cira Giuliani
2025-07-27 19:24:14
Numero di risposte : 12
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I più famosi, senza ombra di dubbio, sono i pici diffusi in gran parte della Toscana. Questo tipo di pasta fresca artigianale, che assomiglia a rustici spaghettoni, è nota anche come strangozzi, umbricelli, ciriole e lombrichelli per citare i nomi più diffusi nel Centro Italia. A fare la differenza è come spesso avviene il condimento. Il sugo ci dice molto più di quello che potremmo immaginare sull’origine del piatto di pasta che ci è stato appena servito in tavola. A fare la differenza tra pici, ciriole, lombrichelli e affini di solito è il condimento. In Toscana sono diverse le ricette tradizionali proposte: dal classico trito di cipolla, sale e olio alla versione con briciole di pane raffermo che si fa a Montepulciano. Invece a Montalcino il condimento è a base di ragù di manzo, pollo, prosciutto, salsiccia e fegatini. Nella zona dell’Amiata si prediligono i funghi freschi, nella zona della Val di Chiana il sugo all’aglione. In Toscana, dove è apprezzata la cacciagione, vengono serviti pure con il sugo di cinghiale o d’oca; c’è chi opta invece per il rigatino o perfino la finocchiona. Nelle zone del lago di Chiusi in Toscana e del Trasimeno in Umbria, la creatività e la tradizione puntano sulle proposte di pesce: vanno forti i sughi a base di filetti di persico, di uova di pesce o di anguilla. A Spoleto gli stringozzi, a Terni gli strangozzi e a Orvieto i manfricoli vengono serviti con un sugo di pomodoro, prezzemolo e peperoncino piccante. Questo condimento è molto apprezzato anche nel Viterbese, dove è in uso anche il cosiddetto sugo finto con il classico battuto e il pomodoro per servire i lombrichelli.