Perché gli amaretti si chiamano così?
Oreste Damico
2025-09-19 21:27:47
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: 20
Il nome amaretto ben rende l’idea di quale sia il sapore prevalente del biscotto.
Indipendentemente dal luogo di produzione, isolano e meno, il dolce possiede un tipico retrogusto amarognolo.
Per la loro preparazione, infatti, devono esserne utilizzate di dolci e di amare, in proporzioni definite.
Ciò, ne contraddistingue anche il sapore.
Costanzo Benedetti
2025-09-10 14:27:48
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: 22
Deve il suo nome al comune di Sassello.
Gli amaretti di pasticceria sono diffusi praticamente in tutte le regioni d'Italia.
L'amaretto è un biscotto di pasticceria diffuso in tutte le regioni d'Italia.
Con il termine amaretto si intende un tipo di pasticcino a base di pasta di mandorle.
Uno dei prodotti tipici della Lombardia è il Nocciolino di Canzo, biscotto simile all'amaretto ma a base di nocciole e altri aromi, di formato più piccolo.
Fulvio Greco
2025-09-06 23:49:39
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: 25
Gli amaretti si chiamano così per via della presenza delle armelline, che danno loro un sapore amaro e li caratterizzano.
La loro origine è piuttosto incerta e si ipotizza che possano aver subito l’influenza della pasticceria arabo-spagnola.
In Italia sembrano essere arrivati nel corso del XVII secolo: alla fine del 1700 un pasticcere creò i suoi primi amaretti a base di mandorle, zucchero e armelline che ebbero un gran successo.
Nacquero così gli amaretti di Mombaruzzo.
I primi sono addirittura il simbolo del centro che li produce dove nacquero, secondo la leggenda, nel 1718, per opera di una coppia di giovani che preparò dei pasticcini di zucchero, albume e armelline da regalare al Cardinale di Milano recatosi in visita al Santuario della Madonna di Saronno.
L’elemento che contraddistingue gli amaretti sardi è il fatto che contengano solo mandorle dolci e mandorle amare, non prevedendo le armelline.
Margherita Barone
2025-09-01 03:55:05
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: 23
Gli amaretti possono essere duri o morbidi, decisamente amari o poco amari.
Le differenze di consistenza e di sapore dipendono dalla ricetta regionale che si adotta.
I loro impasto, che non prevede l’utilizzo di farina, è realizzato con soli albumi, mandorle, zucchero e armelline che si estraggono dai noccioli delle albicocche e che permettono di ottenere quel piacevole sentore amaro che contraddistingue la ricetta.
Il segreto dell’“Amaretto di Acqui”, oltre all’utilizzo di eccellenti materie prime, è la sapiente lavorazione del maestro pasticcere che, dosando con equilibrio le mandorle con lo zucchero, crea quel gradevole sapore dolce amaro.
La tradizione piemontese vuole che il quantitativo di mandorle amare sia leggermente superiore alla metà del quantitativo di mandorle dolci.
Sarita Gallo
2025-08-21 11:52:47
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: 18
Il sapore degli Amaretti è unico, inconfondibile e la loro storia risale da molto lontano. Le prime persone che assaggiarono i dolci della signora esclamarono “sono buoni e un po’ amaretti”, battezzando così ufficialmente i nuovi dolcini. In quel periodo il mandorlo era un albero particolarmente diffuso nelle campagne a cavallo tra Basso Piemonte e Liguria e più passava il tempo e più l’amaretto diventava un prodotto tipico della zona, con caratteristiche diverse da una località all’altra. Si dice che la donna fosse un’abile cuoca e che non mancava mai di offrire i suoi particolari pasticcini morbidi a base di mandorle agli ospiti. Il successo non si fece aspettare. L’Amaretto salì all’onore delle cronache ricevendo diversi riconoscimenti. La produzione rimaneva comunque a un livello artigianale e l’Amaretto morbido era diffuso soprattutto in ambito regionale. La produzione rimaneva comunque a un livello artigianale.
Amerigo Verdi
2025-08-14 09:31:54
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: 24
Viene il momento del dolce e Gertrude serve ai tavoli i famosi amaretti spiegando di essere alla ricerca di un nome che li caratterizzi. Uno dei presenti, intento a fumare un sigaro “Virginia”, suggerisce di attribuire proprio quel nome agli amaretti, e da quel momento comincia la storia documentata dei famosi dolcetti di Sassello. Col termine “amaretto” si definiscono diversi dolcetti caratteristici di altrettante località italiane, e proprio per l’importanza nazionale di queste specialità, lo Stato ha deciso di tutelare il prodotto con regole specifiche contenute in un apposito decreto legge. Gli amaretti di Sassello rientrano nella categoria degli “Amaretti Morbidi” e devono essere prodotti con zucchero, mandorle di albicocca, mandorle e albume d’uovo. Si presentano come piccole semisfere con la superficie screpolata e l’interno morbido, hanno il caratteristico profumo di mandorla con quella nota di “amaretto” che c’è da supporre stia all’origine del nome.
Felicia Conti
2025-08-07 16:20:22
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: 19
Al di là della leggenda fu la famiglia Lazzaroni, che si era trasferita da Teglio a Saronno nella seconda metà del Settecento, a farsi portabandiera di questa specialità dolciaria inizialmente nel piccolo laboratorio familiare, in seguito a livello industriale grazie alla fondazione della D. Lazzaroni & C. nel 1888.
Secondo la leggenda riportata anche dalla stessa ditta Lazzaroni, nel 1718 il cardinale Benedetto Erba Odescalchi, arcivescovo di Milano, decise di recarsi in visita al santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno.
In onore della sua visita una giovane coppia preparò un impasto a base di zucchero, armelline e bianco d'uovo che, fatto lievitare in forno, diede origine a dei biscotti tondi che vennero chiamati Amaretti.
I biscotti sono famosi per il loro incarto, fatto di carta velina che, se arrotolata, messa in piedi in un piattino e infiammata con un accendino, si mette a svolazzare lentamente verso l'alto.
Evangelista Pellegrini
2025-07-28 11:48:09
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: 19
La leggenda vuole che nel 1718 il Cardinale di Milano Benedetto Erba Odescalchi, decise di recarsi in visita al Santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno.
In onore della sua visita una giovane coppia preparò un impasto a base di zucchero, armelline e bianco d’uovo che, fatto lievitare in forno, diede origine a dei biscotti tondi che vennero chiamati appunto «Amaretti».
Le armelline ossia i semi dei noccioli dell’albicocca – opportunamente macinate – furono gli ingredienti che diedero quel gusto amarognolo che sarebbe divenuto la nota distintiva degli amaretti di Saronno.
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