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Che origine hanno gli amaretti?

Tazio Piras
Tazio Piras
2025-07-28 14:59:43
Numero di risposte : 11
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Gli Amaretti di Saronno sono un tipo di biscotto amaretto cosiddetto duro o secco avente come unici ingredienti zucchero, armelline e albume. Essi sono originari della città di Saronno e sono prodotti dall'azienda dolciaria D. Lazzaroni & C., la quale detiene tuttora il marchio registrato "Amaretto di Saronno", nonostante questo venga spesso utilizzato per indicare genericamente qualunque tipo di amaretto duro. Secondo la leggenda riportata anche dalla stessa ditta Lazzaroni, nel 1718 il cardinale Benedetto Erba Odescalchi, arcivescovo di Milano, decise di recarsi in visita al santuario della Beata Vergine dei Miracoli di Saronno. In onore della sua visita una giovane coppia preparò un impasto a base di zucchero, armelline e bianco d'uovo che, fatto lievitare in forno, diede origine a dei biscotti tondi che vennero chiamati Amaretti. Al di là della leggenda fu la famiglia Lazzaroni, che si era trasferita da Teglio a Saronno nella seconda metà del Settecento, a farsi portabandiera di questa specialità dolciaria inizialmente nel piccolo laboratorio familiare, in seguito a livello industriale grazie alla fondazione della D. Lazzaroni & C. nel 1888.
Lina Ricci
Lina Ricci
2025-07-28 12:42:20
Numero di risposte : 12
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La loro origine è piuttosto incerta e si ipotizza che possano aver subito l’influenza della pasticceria arabo-spagnola. In Italia sembrano essere arrivati nel corso del XVII secolo: alla fine del 1700 un pasticcere creò i suoi primi amaretti a base di mandorle, zucchero e armelline che ebbero un gran successo. Nacquero così gli amaretti di Mombaruzzo. Il Piemonte è la regione che vanta il maggior numero di ricette. Come abbiamo già accennato, anche la Lombardia ha i suoi amaretti famosi, quelli di Saronno e di Gallarate, croccanti e friabili i primi, morbidi i secondi. I primi sono addirittura il simbolo del centro che li produce dove nacquero, secondo la leggenda, nel 1718, per opera di una coppia di giovani che preparò dei pasticcini di zucchero, albume e armelline da regalare al Cardinale di Milano recatosi in visita al Santuario della Madonna di Saronno. Anche in Sardegna gli amaretti sono molto diffusi e apprezzati: a Nuoro, per esempio, rappresentano l’invito per eccellenza dei matrimoni, offerti nel momento in cui lo sposo va a prendere la sposa a casa dei genitori per poi recarsi insieme in chiesa. L’elemento che contraddistingue gli amaretti sardi è il fatto che contengano solo mandorle dolci e mandorle amare, non prevedendo le armelline.
Radames Ferrari
Radames Ferrari
2025-07-28 11:13:41
Numero di risposte : 7
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La storia degli Amaretti di Mombaruzzo inizia con un amore, nato alla fine del 1700, in Casa Savoia. Francesco Moriondo era l’economo della Famiglia Reale e si innamorò di una ragazza siciliana, anch’ella al servizio dei Savoia come pasticcera, famosa per la sua dolce specialità alle mandorle. L’amore dei due li spinse a cambiare vita, a trasferirsi a Mombaruzzo, paese natale di lui, e ad aprire una pasticceria, dove, la ricetta di questo dolce venne perfezionata, custodita, per essere poi ampiamente imitata. Gli eredi di Francesco, Virginio e Carlo, hanno tramandato la tradizione degli Amaretti fino ai giorni nostri. Oggi la ricetta originale dell’Amaretto di Mombaruzzo, con tutta la sua tradizione, è protetta da Alessandro Lacqua e Egle Orsi che, nel 2016, con l’acquisto del marchio Moriondo Virginio, hanno ricevuto tutti i segreti dell’Amaretto di Mombaruzzo dai discendenti della famiglia Moriondo, Ada e Mario Pessini. Proprio la tendenza amara che caratterizza gli Amaretti di Mombaruzzo, dovuta alle armelline, è alla base del loro nome, ispirato all’esclamazione più diffusa tra chi li assaggiava per la prima volta: «Oh, i son bon… ma i son un pòc amaret» che tradotto in italiano significa: “Sono buoni ma sono un po’ amari!” Gli Amaretti di Mombaruzzo sono dei dolcetti tipici della tradizione culinaria astigiana, una ricetta semplice, ma non priva di qualche piccolo segreto, che si tramanda di generazione in generazione e affonda le sue radici niente meno che in Casa Savoia.