Qual è la leggenda più famosa dell'Umbria?
Manfredi Rossetti
2025-08-31 19:23:27
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: 24
La leggenda più famosa dell’Umbria è certamente quella di San Valentino, il martire patrono di Terni.
La storia vuole che il Santo abbia pacificato due fidanzati che stavano litigando, donando loro una rosa, diventando così il santo protettore degli innamorati.
Molte delle leggende umbre sono incentrate sulla figura del diavolo.
Ovunque si indicano grotte, case, antri, ponti, sassi e buche del diavolo.
Si dice, poi che Lucifero, quando fu cacciato dal Paradiso venne a sedersi, cadendo, vicino ad Orvieto.
Il luogo è tuttora indicato come la “Culata del Diavolo”, espressione raccolta ed usata ufficialmente anche nelle carte geografiche.
Eufemia Coppola
2025-08-25 19:07:26
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: 20
Una delle leggende più affascinanti dell'Umbria è senza dubbio quella del drago di Terni.
Si narra che, tantissimi anni fa, un terribile drago abitasse nei pressi delle porte di Terni.
La leggenda del mostruoso Drago di Terni è una delle più celebri leggende dell'Umbria, tra racconti, favole e miti antichi che continuano a evocare la magia della regione.
Tra l’Umbria e le Marche si ergono maestosi i Monti Sibillini, un massiccio montuoso che deve il suo nome al Monte Sibilla, noto soprattutto per ospitare, sulla sua sommità, una grotta che secondo la leggenda è considerata la dimora della Sibilla Appenninica.
La leggenda di Agilla e Trasimeno si dipana sulle incantevoli sponde del lago più noto dell’Umbria, raccontando una storia d’amore tra una ninfa e un principe.
Una delle leggende dell'Umbria più tristi, ma al tempo stesso più rappresentative della regione.
Giovanni Caputo
2025-08-18 23:31:44
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: 23
La leggenda del Trasimeno narra le vicende della ninfa Agilla e del principe Trasimeno, figlio del dio Tirreno.
Una prima versione della leggenda, la più triste, ma forse per questo la più popolare, narra del principe Trasimeno che viaggia nelle terre del centro Italia, l'antica Etruria.
La ninfa Agilla lo scorge e rimane colpita dalla bellezza del giovane, decide di sedurlo e con il proprio canto lo attira al centro del lago.
Ma questo causa tale stordimento nel giovane che sopraffatto dall'emozione, annega.
Narra ancora la leggenda che il corpo non è stato mai trovato e che in suo ricordo il lago è stato chiamato Trasimeno.
Da allora, nelle serate di agosto, quando una brezza leggera vola sulle acque del lago e fa stormire le foglie, si dice che è il lamento della ninfa Agilla, alla ricerca del bellissimo principe.
Sesto Lombardi
2025-08-09 09:13:29
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: 21
Tra le leggende più affascinanti dell’Umbria spicca quella del drago del Lago Trasimeno.
Secondo la tradizione, un tempo nel lago viveva un enorme drago marino che terrorizzava le popolazioni locali, inghiottendo pescatori e sconvolgendo le acque con la sua furia.
I racconti popolari narrano che fu un coraggioso cavaliere a sconfiggere il mostro, ponendo fine al suo dominio sulle acque del Trasimeno.
Alcune versioni della storia attribuiscono la sua scomparsa all’intervento di San Michele Arcangelo, patrono della lotta contro i demoni e le forze oscure.
Oggi, il drago è ancora parte della cultura locale e il Lago Trasimeno, con la sua atmosfera mistica, continua a ispirare storie e leggende.
Guendalina Barbieri
2025-07-30 20:01:05
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: 18
La leggenda di Agilla e Trasimeno racconta l’amore tra una ninfa, Agilla e un principe, Trasimeno, figlio del re etrusco Tirreno. La ninfa iniziò a cantare per attirarlo e il principe in barca andò verso il centro del lago, vicino all’Isola Polvese. Secondo la leggenda, il fruscio del vento tra le foglie degli alberi del Lago Trasimeno rappresenterebbe il pianto disperato della Ninfa, così come le onde che muovono le barche, il passaggio della Nina che controlla la presenza del principe. L’Umbria è una regione antica, ricca di miti e leggende bellissime da raccontare sia agli adulti che ai bambini. La leggenda di Nera e Velino, all’origine delle Cascate delle Marmore uno Gnefro raccontò a dei viandanti la leggenda di un amore impossibile tra una Ninfa di nome Nera e un giovane Pastore di nome Velino. Le acque del Clitunno erano viste come una fonte di purificazione dell’anima: chiunque si immergeva nel fiume ne usciva migliorato, una leggenda tramandata nei secoli tanto da affascinare i poeti Virgilio, Byron, Carducci colpiti dalla bellezza unica dei luoghi, tanto da dedicare loro dei versi.
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