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Qual era la religione dei Liguri?

Federica Rinaldi
Federica Rinaldi
2025-07-31 21:42:45
Numero di risposte : 16
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Quasi nulla si sa della religione degli antichi Liguri, salvo che essa consisteva nella venerazione delle forze della natura, specie del sole, e che associavano al mito delle loro origini l'emblema del cigno. Ed è che per venerare il sole che portavano i loro simboli nei punti più alti a loro possibile che erano le vette dei nostri monti. Da una serie di eventi e da una statuetta bronzea trovata sulla sua sommità, sembra di poter dedurre che il monte sacro per la zona della valle Stàffora, val Trebbia e val Borbera fosse il Monte Alfeo che si imponeva con la sua mole fosca e maestosa alla rispettosa ammirazione dei montanari, quale rustico Olimpo locale. E' verosimile che su questo monte sorgessero un edificio ed un segno di culto. Ricordiamo come la prerogativa di Santuario montano spettasse anche ad un altro monte, il Penice, vetta celebre anch'essa e quasi sacra per la media val Trebbia, val Stàffora, e la Pianura Padana che domina dai suoi 1460 metri, ultimo baluardo dell'Appennino. Anche su questo monte, nel 1924 è stata trovata una statuetta votiva databile ai primi secoli dell'Impero.
Emanuele Marchetti
Emanuele Marchetti
2025-07-31 20:34:52
Numero di risposte : 16
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Nel libro Le teogonie dell’antica Liguria dell’avvocato Emanuele Celesia si occupa in primo luogo del culto della natura presso i popoli italici, individuando la figura suprema nel dio-luce. Grande importanza rivestiva presso i Liguri uno speciale culto delle vette, attestato in particolar modo nella zona del Monte Bego, come del resto quello di boschi e alberi, “fenomeni aerei e plutonici”, divinità dei flutti e dei mari. Inoltre vi erano particolari animali “sacri” o emblematici. Per quanto riguarda le divinità dell’antica Liguria, Celesia riconosceva la difficoltà di trattare l’argomento, per via della scarsità di notizie nelle fonti storiche. Certamente su Penn, il dio che i Romani avrebbero tramutato in Giove Pennino e che era probabilmente legato al culto delle vette. Il dio Belen, Belino o Abeglio, che ebbe certo un corrispondente celtico, e che è sopravvissuto nell’intercalare dialettale genovese. Presso un popolo agricola come quello della valle padana ogni atto della vita rurale dovea rivestire un carattere di festività in onoranza di quella arcana virtù che fecondava le mandrie ed i campi. Cerimonie e riti, secondo il Celesia, avevano uno stretto legame col ciclo dell’anno, occupando in modo caratteristico altri momenti importanti come il matrimonio, gli usi funerari, i sacrifici rituali e via dicendo.