Qual è l'origine degli arancini siciliani?

Helga Rinaldi
2025-08-09 01:14:50
Numero di risposte
: 25
L’origine più plausibile degli arancini di riso siciliani è associata agli Arabi.
Nel periodo della dominazione araba, che va dal IX al XI secolo, gli Arabi erano soliti appallottolare i chicchi di riso allo zafferano e poi condirli con la carne di agnello.
Si deve quindi a loro l’invenzione degli arancini, che si sono poi adattati alle abitudine e ai gusti tipici Italiani.

Elda Fontana
2025-08-06 06:39:08
Numero di risposte
: 20
Le radici dell’arancino risalgono all’epoca della dominazione araba in Sicilia, intorno al IX e XI secolo.
Gli arabi introdussero nell’isola l’uso del riso, un alimento allora molto pregiato, spesso insaporito con spezie come lo zafferano e accompagnato da carne e verdure.
Questa abitudine culinaria si sposava perfettamente con la tradizione araba di modellare il cibo in forme compatte, ideali per essere trasportate e consumate facilmente.
Con il passare dei secoli, questa tradizione si è evoluta grazie all’influenza della cultura siciliana, che ha arricchito la ricetta con ingredienti locali come il ragù, i piselli e il caciocavallo.
È così che nacque ciò che oggi chiamiamo "arancino", chiamato così per la sua forma e il colore che ricordano un’arancia.

Primo Colombo
2025-07-23 20:00:35
Numero di risposte
: 20
L’origine di questa pietanza, come tutte quelle a base di riso nell’Italia meridionale, è da collocare durante la dominazione araba.
Gli arabi avevano infatti l’abitudine di appallottolare un po’ di riso con dello zafferano nel palmo della mano, per poi condirlo con l’aggiunta di carne di agnello.
Come notava Giambonino da Cremona nel XIII secolo, gli arabi tendevano a chiamare le loro polpette con il nome di un frutto che fosse in qualche modo simile, almeno nella forma.
Ecco allora le arancine, ispirate ovviamente al frutto di cui l’Isola era ed è ricca.
D’accordo con la provenienza araba è, invece, lo storico palermitano Gaetano Basile che ha raccontato i suoi studi nel suo libro “Gioie e misteri dello street food palermitano” edito da Flaccovio.
“La scoperta – dice Basile – l’ho fatta 35 anni fa in una tenda di beduini, in Tunisia, quando mi offrirono da mangiare del riso con carne e spezie.
Mi spiegarono che poi il riso che avanza viene fritto e portato al lavoro.
Insomma un’arancina ante litteram”.
L’arancina come la conosciamo, invece, continua Gaetano Basile “compare nel ‘700 a Palazzo Abatellis, allora convento domenicano nel centro storico di Palermo.
Era la ‘piatta del convento’, ovvero la specialità della casa.
Poi arrivò Garibaldi, il pomodoro a buon mercato e il ragù: per questo sono convinto che l’arancina originale sarà sempre ‘accarne’”.

Elsa Ferrara
2025-07-23 18:35:15
Numero di risposte
: 20
L’arancino nasce in Sicilia tra il IV e l’XI secolo.
L’origine di questa pietanza, come tutte quelle a base di riso nell’Italia meridionale, è da collocare durante la dominazione araba.
Gli arabi avevano infatti l’abitudine di appallottolare un po’ di riso con dello zafferano nel palmo della mano, per poi condirlo con l’aggiunta di carne di agnello.
Era una sorta di timballo, inventato dall’emiro Ibn al Thumma.
Non venivano panati ma si gustavano appallottolati nel palmo di una mano.
Il vero arancino come lo conosciamo oggi noi, invece, lo dobbiamo all’intuizione dell’imperatore Federico II di Svevia.
Alla corte dell’Imperatore, infatti, venne con ogni probabilità sperimentata questa tecnica fondamentale di panatura e frittura che ne garantiva croccantezza e conservazione per una migliore asportabilità.
Un imperatore anche chef di rango imperiale al quale viene attribuito l’arancino come lo conosciamo oggi, croccante e perfetto da gustare in ogni momento, rigorosamente con le mani ed in ogni situazione, anche passeggiando, anche fuori casa.

Enrica De Angelis
2025-07-23 17:11:34
Numero di risposte
: 17
L’arancina sembra però essere nata, come molti altri piatti della tradizione, nel periodo in cui la Sicilia era sotto il dominio dei Saraceni, che usavano banchettare con grandi vassoi di riso aromatizzato allo zafferano e condito con verdure e carne.
L’aggiunta della caratteristica croccantissima panatura arriva più tardi: alla corte di Federico II, durante il XIII secolo, si era soliti friggere il riso speziato per facilitarne il trasporto e la conservazione durante viaggi e battute di caccia.
Di origine Saracena o araba sembra anche il nome della pietanza: queste popolazioni tendevano infatti a chiamare sontuosi pasti salati con il nome di un frutto.
Nel “Vocabolario Siciliano Etimologico” del 1785 sembra che il loro nome sia ispirato all’arancinu, cioè il colore tipico della melarancia, mentre altri ne riconducono l’origine alla forma sferica che caratterizza gli arancini palermitani e che ha portato a coniare l’affettuosa espressione “arancinu che’ i peri” (arancino con i piedi) per indicare una persona sovrappeso.

Emilio D'angelo
2025-07-23 16:16:19
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: 13
L’etimologia porta a credere che il nome derivi proprio dalla forma, simile a quella di un’arancia.
Infatti, nella cultura araba, era solito chiamare tutti i tipi di “polpette” con il nome dei frutti a cui somigliavano.
Quindi, secondo quanto detto, il nome giusto sarebbe arancina.
Solo che in siciliano il frutto si pronuncia aranciu (al maschile) e, di conseguenza, sarebbe ammesso anche il nome arancino.
Tra l’altro, nella prima documentazione scritta riguardo a questa pietanza, il Dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi (1857), si fa riferimento all’arancinu definendolo come una vivanda dolce di riso fatta a forma della melarancia.
L’arancino inizialmente potrebbe essere stato un dolce.
Tutto iniziò durante la dominazione araba (827-1091), che in 200 anni portò nell’isola cultura, poesia, arti, monumenti stupendi e, in particolare, la cucina.
L’uso delle spezie, dello zucchero, dei profumi sono solo alcune delle caratteristiche della cucina siciliana che hanno una forte impronta araba così come la cassata, il cous cous, la granita e l’arancino sono solo alcuni dei piatti tipici dell’isola che non esisterebbero senza gli arabi.
In particolare, per quanto riguarda la storia dell’Arancino Siciliano, è certo che gli arabi erano soliti mangiare il timballo di riso (inventato dall’emiro Ibn al Thumna) aromatizzato con lo zafferano.
Durante i banchetti infatti, si collocava un vassoio carico di riso allo zafferano al centro della tavola e lo si consumava appallottolandolo nel pugno e condendolo con carne di agnello e verdure.
Per l’impanatura, però, dobbiamo aspettare ancora qualche anno.
Federico II, alla sola età di 4 anni, divenne re del Regno di Sicilia (1197) dopo la morte del padre Enrico VI.
Federico fu il sovrano più innovativo e intelligente che la terra siciliana abbia mai conosciuto.
L’invenzione dell’ impanatura degli arancini viene spesso fatta risalire a lui.
L’impanatura croccante, infatti, avrebbe assicurato un’ottima conservazione del riso e del condimento, oltre ad una migliore trasportabilità.
Infatti, si suppone che, inizialmente, l’arancino era considerato principalmente un cibo d’asporto, da consumarsi durante il lavoro in campagna o le battute di caccia.
Dopo la scoperta delle Americhe venne introdotto come ingrediente anche il pomodoro che, con il tempo, lo si utilizzò per preparare il ragù, usato oggi come ingrediente principale.
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