Che cos'è la robiola piemontese?
Cristina Esposito
2025-08-20 16:04:20
Numero di risposte
: 20
La robiola piemontese è un formaggio cremosissimo e prelibato ricavato da latte caprino o misto. La più famosa è quella di Roccaverano, un borgo di appena 450 anime sulle colline delle Langhe. È un formaggio antichissimo, come testimonia il nome, “rubeola”, attribuito dalle popolazioni liguri che abitavano in Piemonte già in epoca pre-cristiana, che lo chiamarono così per il colore tendente al rubino – rubeo in latino significa diventare rosso – assunto dalla crosta con l’aumentare della stagionatura. Viene prodotta da marzo a metà dicembre e messa a maturare per pochi giorni in locali freschi, dopodiché è già pronta al consumo, ma può anche essere conservata in barattoli di vetro sott’olio. Il merito è del suo sapore fresco e dolce, unito a una piacevole punta di acidità e alla consistenza spalmabile, caratteristiche che lo rendono estremamente versatile e perfetto da utilizzare a tutto pasto, per cucinare piatti sia dolci che salati. Molto pregiata anche la Robiola del bec, che nasce tra Asti e Alessandria, una formaggetta grassa coagulata con caglio di vitello, dalla pasta tenera e spalmabile.
Fiorenzo Fontana
2025-08-09 08:49:13
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: 23
La Robiola di Roccaverano D.O.P. è un formaggio a pasta morbida e cremosa prodotto con latte caprino intero, che si caratterizza per una consistenza soffice e l’assenza di crosta.
La zona di produzione si concentra nella provincia di Asti, ma un’altra grande parte viene prodotta nella zona più orientale delle Langhe.
Questo formaggio fresco viene prodotto sulle colline della provincia di Asti, e rappresenta l’unico caprino italiano ad aver ottenuto la Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.).
Il colore varia dal bianco latte al crema e/o giallo, a seconda della stagionatura.
Si distingue in una variante Fresca, dal colore bianco, la cui stagionatura varia dai 4 ad un massimo di 10 giorni, e in una variante Stagionata o Affinata, di colore paglierino o rossiccio, che prevede un minimo di 11 giorni di stagionatura.
L’aroma delicato caratterizza la prima stagionatura, mentre all’aumentare dei giorni di stagionatura si acutizzano anche il gusto e la sapidità.
Il caratteristico sapore della Robiola di Roccaverano D.O.P. dipende dall’alimentazione delle capre: nutrendosi esclusivamente delle erbe spontanee tipiche delle colline astigiane, queste producono quindi un latte di alta qualità.
Tra le erbe del territorio, una che viene particolarmente apprezzata dai maestri casari è la lupinella, la quale conferisce al latte un’estrema dolcezza.
Nazzareno Benedetti
2025-08-09 07:03:11
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: 22
Il Roccaverano – il formaggio prodotto sulle colline aspre e incolte della Langa astigiana – è un caprino storico d’Italia, il primo caprino ad avere ottenuto la Denominazione di Origine Protetta.
E con la Dop è stato istituzionalizzato il nome.
Prima era chiamato solo formaggetta, robiola, o arbiora in dialetto.
La tecnica di produzione tradizionale varia, da produttore a produttore, per scarti minimali.
Eppure le differenze fra una robiola e l’altra sono rilevanti: i fiori, le erbe e la flora batterica dei pascoli si trasferiscono nel formaggio al punto che, come per i vini, è possibile definire una vera e propria mappa di cru.
Per affermare una produzione affinata di solo latte caprino, di maggiore qualità, degna dei migliori chèvres d’Oltralpe, è nato nel 2000 il Presidio che aveva, tra gli altri obiettivi, anche il recupero e la valorizzazione della locale popolazione caprina detta “di Roccaverano” i cui capi nei decenni sono diminuiti drasticamente, fino a ridursi a poche centinaia, soppiantati da razze più produttive.
Ilario Greco
2025-08-09 06:17:48
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: 24
Il formaggio chiamato robiola o robiolina è una specialità della Valsàssina, preparato con latte intero di vacca e posto in commercio in inverno, in forme quadrate o tonde di vario peso. La robiola di Roccaverano contiene, oltre a latte vaccino, latte ovino e caprino. Il dim. masch. robiolino indica invece un formaggio molle di fabbricazione lombarda o piemontese, in forme cilindriche di 50-100 grammi, di latte di vacca solo o misto con quello di pecora o di capra, da consumarsi fresco.
Pierina Ferretti
2025-08-09 05:39:09
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: 23
La robiola piemontese è prodotta con latte di una o due munte, portato a una temperatura di 30-35°, con aggiunta del caglio, dopo 2 ore segue la rottura della cagliata sino a raggiungere la grandezza di una noce, dopodiché viene fatta riposare per circa 15 minuti ed infine viene posta nelle formelle dove verrà prima rivoltata 5/6 volte ogni trenta minuti e poi ogni ora.
Esistono delle varianti "affinate" ossia fatte maturare all'interno di foglie di castagno, porro, cavolo, ecc... che ne aiutano la maturazione facendole cremificare ed esaltando alcuni profumi e sapori piuttosto che altri.
La sua crosta appena prodotta è inesistente e di colore bianco.
Con la maturazione si forma esternamente la sua caratteristica crosta fiorita rugosa e di colore giallo paglierino; prolungando la maturazione compaiono delle venature marroni-rossastre.
La pasta è di colore bianco molle, con la maturazione cremifica nel sottocrosta e prolungando la maturazione diviene più compatta.
Il sapore della robiola fresca è lattico con note di yogurt, andando avanti con la maturazione si attenúa la parte acida e si esalta la sapidità con note animali fino ad arrivare a note piccanti.
Silvana Barone
2025-08-09 04:40:35
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: 19
Con il termine robiola si indica un complesso di formaggi, tipici delle zone del Piemonte e della Lombardia, che si differenziano per il tipo di latte usato, per la stagionatura e la maturazione della crosta.
Questo formaggio è a pasta molle e viene ottenuto dall’elaborazione del latte vaccino, ovino, caprino o misto.
In particolare questo termine deriva da un comune della provincia di Pavia, il paese di Robbio.
La robiola, rispetto ad altre tipologie di formaggi ben stagionati, è meno calorica: la porzione media è di circa 80-100 grammi con 250-310 kcal.
Le calorie sono fornite soprattutto dai lipidi e poi dalle proteine e dai carboidrati.
La cremosità è un altro elemento che la contraddistingue: la robiola infatti può essere consumata da sola, accompagnata da un contorno di verdure fresche e un po’ di pane integrale per un pranzo leggero, ma può anche essere inserita in ricette dolci e salate più elaborate.
Un ingrediente che unisce leggerezza, gusto, cremosità e versatilità: la robiola è un ottimo prodotto per valorizzare la propria creatività in cucina.
Tra le robiole più note ci sono quella di Roccaverano, in Piemonte, che viene prodotta con latte di vacca, capra e pecora, e gode del marchio Denominazione di Origine Protetta (DOP) e quella del Beck, che è un tipo di caprino fresco prodotto solo nei mesi di ottobre e novembre, periodo in cui le capre si preparano all’accoppiamento.
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