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Perché il salame si chiama così?

Giovanni Caputo
Giovanni Caputo
2025-08-30 08:09:37
Numero di risposte : 23
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Il mondo dei salami è un universo estremamente ricco e variegato, che comprende al proprio interno una miriade di prodotti insaccati a base di carne principalmente di maiale. Il salame di macina fine con una leggerissima affumicatura a freddo è notoriamente conosciuto con il nome che lo lega al Paese magiaro, ma recentemente sono emersi indizi storici che riporterebbero la primogenitura dell’insaccato in Italia, più precisamente in Friuli. Pare che tra essi ci fu anche Giovanni di Budoia, il quale esportò in terra ungherese l’abitudine di farsi il salame in casa e di portarlo come pasto al lavoro. Il nome cacciatore per questo salame deriva proprio dalla figura dei cacciatori dell’antichità – si parla addirittura di origini etrusche per questo insaccato – i quali erano soliti portare con sé direttamente in tasca un salame molto piccolo da poter mangiare durante le battute di caccia. Il salame felino si chiama così perché è originario del paese di Felino in provincia di Parma, una terra con una ricca tradizione di salumi. La denominazione salame di Felino è spesso abbreviata e da qui nasce il possibile dubbio, ma l’unico animale che ha a che vedere con questo insaccato è il suino.
Raffaella Marino
Raffaella Marino
2025-08-20 18:26:52
Numero di risposte : 23
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L’origine della parola salame è incerta e viene solitamente ricondotta allo stesso vocabolo latino “salumen” (o salamen) che per estensione indicava originariamente tutti i prodotti di carne trasformata. Di certo l’affinità con il termine salume è innegabile, così come la radice etimologica che rimanda alla fase di salatura delle carni durante la lavorazione. Sappiamo però che inizialmente per chiamare il salame si utilizzava anche un altro nome di origine celtica: brig, che significa collina, proprio perché in collina si trovavano i contadini che lo producevano artigianalmente nella zona della Brianza, che a sua volta deve il proprio nome alla stessa radice. La parola salume deriva infatti dal latino salumen (che letteralmente significa “insieme di thingsalate”), di epoca tardo-romana, che veniva inizialmente utilizzato per indicare tutti gli alimenti conservati sotto sale, compreso il pesce. Successivamente, a partire dal Medioevo, “salume” si affermò principalmente per gli alimenti a base di carne, in particolar modo suina.
Ermes Barbieri
Ermes Barbieri
2025-08-11 01:39:28
Numero di risposte : 16
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Il suo nome trae origine dalla sua zona di provenienza e di produzione: stiamo parlando di Felino, un comune in provincia di Parma. Questo piccolo paese di poco più di 9mila abitanti sicuramente non godrebbe della fama di cui si può vantare oggi se non fosse per questa produzione locale così prestigiata. Lo stesso territorio di Felino e delle sue zone limitrofe, difatti, possiede delle caratteristiche che sembrano quasi pensate appositamente per la produzione del salame: la temperatura, l’umidità e la circolazione dell’aria che lo caratterizzano sono infatti ideali per la produzione di insaccati. Per gli abitanti di Felino – e, in particolare, per i produttori del salame omonimo – sarebbe sicuramente preferibile che il prodotto in questione venisse chiamato “salame di Felino” anziché “salame felino”. Questo, infatti, contribuirebbe certamente ad accrescere la notorietà del comune, associando il suo nome a quello del prodotto in maniera più chiara ed esplicativa, analogamente a quanto già accade per il prosciutto di Parma, altro prodotto gastronomico assai rinomato della zona.
Gianmarco Morelli
Gianmarco Morelli
2025-08-10 22:24:53
Numero di risposte : 21
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Il nome deriva dall'operazione di salatura che si rende necessaria per assicurarne la conservazione. Il salame prende i nomi dai tipi di budello usato o dai componenti e dalle località in cui viene prodotto. La carne maggiormente utilizzata è tradizionalmente quella di maiale, considerata per quest'uso di maggior pregio, tanto che la normativa italiana vigente impone al produttore di dichiarare sull'etichetta che accompagna il prodotto il tipo di carne impiegata, se solo suino o misto suino. Il grasso è sempre suino, per motivi organolettici e di conservazione. L'insieme delle spezie e degli aromi aggiunti alla carne prende il nome di concia. Il processo di stagionatura può essere favorito dall'introduzione di ingredienti quali latte e vino. Nei prodotti non casalinghi vengono aggiunti anche destrosio, nitriti e nitrati. Un esempio di salame italiano: Salame genovese di Sant'Olcese. Prodotti tipici vengono preparati con carne di capra, pecora, cavallo, asino, oca, selvaggina come il cinghiale o il cervo o frattaglie. Altri ingredienti, a seconda delle tradizioni locali, possono essere le rape o il sangue. Il salame è un tipo di salume insaccato, crudo e stagionato, ottenuto a partire da una miscela di macinato di carne e grasso.
Prisca Sala
Prisca Sala
2025-08-10 22:07:02
Numero di risposte : 22
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Le origini di questo termine non sono recenti. In passato non esisteva un termine per distinguere il peperone dal peperoncino piccante, e per questo motivo veniva utilizzato impropriamente il termine “peperone” per indicare entrambi, da cui sarebbe nata una storpiatura del nome, diventando “pepperoni”. Secondo un’ulteriore versione, il termine “peperoni” deriverebbe da “pepper” (che in italiano significa “pepe”), da cui sarebbe nato il nome del tipico salame americano “pepperoni sausage”. Essendo l’ingrediente caratterizzante, avrebbe dato il nome alla pizza.
Giovanna De Angelis
Giovanna De Angelis
2025-08-10 22:02:57
Numero di risposte : 26
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Il termine indica una tipologia di insaccato di carne suina, bovina, d’oca o mista che viene macinata in una pasta a grana grossa, media o fine, più o meno grassa, arricchita generalmente da spezie e aromi, poi racchiusa in un budello. Di salame, com’è noto, non ne esiste una sola tipologia, ma a seconda di determinati aspetti, tra cui la zona di provenienza, se ne contano tantissime varietà. Il salame Napoli si differenzia per avere una forma allungata a cilindro con diametro variabile, un bel colore rosso vivo, con le infiltrazioni bianche adipose ben visibili. Le carni di suino impiegate sono fresche, solitamente di spalla, coscia, pancetta, coppa e lombo, macinate a grana medio-grossa, mentre non c’è una razza di maiale italiana specifica da cui si ricavano. Il gusto nella maggior parte dei casi è dolce, ma in commercio con la stessa etichetta si possono reperire anche varianti piccanti con peperoncino.