:

Quali sono gli oli da evitare?

Matteo Rossetti
Matteo Rossetti
2025-08-24 12:24:25
Numero di risposte : 22
1
Gli oli di semi sono decisamente da tenere a bada. Non andrebbero mai cotti, il che sembra paradossale, visto che sono i più utilizzati per le fritture. Purtroppo, questi oli sopportano malissimo le alte temperature e si deteriorano producendo acrilammide, perossidi e altre sostanze tossiche e persino cancerogene. Sono infatti oli molto ricchi di acido linoleico, un acido grasso polinsaturo omega 6 che ha dimostrato in più ricerche scientifiche di aumentare i livelli di infiammazione nel corpo. Una quota eccessiva contribuisce all’infiammazione cronica, che è alla base di tante patologie che affliggono l’uomo moderno: malattie cardiovascolari, diabete e cancro, in testa. Anche i grassi saturi e i grassi vegetali idrogenati e parzialmente idrogenati sono da moderare. Istituzioni sanitarie e nutrizionisti ci hanno abituato a moderare, giustamente, i grassi saturi e, ancora più giustamente, i grassi vegetali idrogenati e parzialmente idrogenati. Per cucinare e condire, però, ricorri a un buon olio extravergine d’oliva.
Marcella Milani
Marcella Milani
2025-08-18 14:20:04
Numero di risposte : 28
1
Gli oli di semi da evitare sono quelli ricavati da semi o frutti oleosi come arachide, mais, girasole, soia, lino, vinacciolo. Purtroppo gli oli di semi che si trovano comunemente in commercio sono sicuramente da sconsigliare sono prodotti di scarsa qualità ricchi di sostante nocive per l’organismo. Ciò in quanto per la loro produzione non si utilizza la semplice spremitura, ma una tecnica di estrazione basata sull’impiego di solventi. Sono sostanze tossiche le quali, anche se fatte evaporare, rimangono sicuramente in tracce nel prodotto finale. Dopo l’estrazione tali oli sono poi sottoposti a trattamenti con alcali per ridurne l’eccessiva acidità, a procedimenti di decolorazione e di deodorazione attraverso l’uso di filtri a carboni attivi e di vapore a 170-180°C. Questi trattamenti ci danno un prodotto incolore, insapore, inodore, ma anche impoverito di vitamine e di elementi antiossidanti. L’unica eccezione è ammessa per gli oli di semi di provenienza biologica che sono estratti a freddo senza l’impiego di sostanza chimiche e per i quali non è prevista l’aggiunta di additivi di sintesi.
Rita De Angelis
Rita De Angelis
2025-09-09 06:50:14
Numero di risposte : 22
0
Evitare però oli dal colore tendente al bruno o marrone, condizione che evidenzia un prodotto di scarsa qualità. L’olio può essere più trasparente o più torbido, in questo caso si tratta spesso di non filtrato, anche se non è per forza un tipo di preparazione che identifica una qualità elevata, anzi può essere sostanzialmente ininfluente. Fondamentale sono le etichette: queste devono completare il quadro della produzione dell’olio fino all’imbottigliamento finale, che è consensualmente il prodotto che poi acquistiamo al supermercato. In sintesi, le etichette devono recare più informazioni possibili, dal paese della coltvazione fino a dove l’olio viene effetivamente imbottigliato e dove viene poi venduto. Il prezzo: il costo è in aumento, ma viene comunque calcolato al litro. Generalmente l’olio di oliva non può essere realisticamente possibile al di sotto dei 5 euro al litro, mentre per la variante extra vergine è necessario aspettarsi almeno una quota pari a 8 euro al litro.
Mercedes Piras
Mercedes Piras
2025-08-31 15:47:56
Numero di risposte : 35
0
Al primo posto tra gli oli peggiori c’è l’olio di palma, olio pericoloso e dannoso. È un acido palmitico, quindi un grasso saturo che non può essere idrogenato. Al secondo posto tra gli oli cattivi troviamo l’olio di colza. È un olio che viene fatto passare come olio vegetale, però non è un olio spremuto a freddo. L’olio di colza, anch’esso ampliamente usato dall’industria alimentare, comincia la sua diffusione nel XIX secolo come olio per le lampade e come carburante ecologico. Contiene l’acido erucico: lipide cardiotossico che può causare danni al fegato e alla salute in generale. Diffuso perché molto economico, bisogna star attenti perché molti punti di ristorazione lo usano per la frittura. Bisogna star attenti che l’olio di soia non sia ogm e che sia utilizzato solo a crudo per i condimenti, altrimenti sprigiona sostanze tossiche.
Irene Leone
Irene Leone
2025-08-08 11:33:20
Numero di risposte : 29
0
Gli oli di cui è bene diffidare sono quelli di colza, soia e palma. L'olio di colza contiene acido erucico, un tipo di grasso che non viene metabolizzato dagli organismi animali e si accumula nel fegato e nel cuore. Alimenti privi di acido erucico saranno da preferire. L'olio di soia occupa il 90% degli oli prodotti negli Stati Uniti, ma sono presenti possibili danni al fegato da accumulo di metaboliti dell’olio di soia, maggiore probabilità di sviluppo del diabete di tipo 2, insulino-resistenza e accumulo di tessuto adiposo. Gli effetti a lungo termine sulla salute umana non sono ancora stati testati. L’olio di soia viene spesso idrogenato per prolungarne la durata e migliorarne la stabilità, ma il processo di idrogenazione genera grassi trans, dannosi per le arterie al pari dei grassi saturi di origine vegetale. L'olio di palma in grandi quantità ha effetti potenzialmente dannosi per la salute, come l'aumento dei grassi nel sangue, il colesterolo e i trigliceridi, soprattutto colesterolo “cattivo”, LDL. Semaforo rosso per l’olio di colza, semaforo rosso per l’olio di soia e divieto “di circolazione” per l’olio di palma.
Michela Gatti
Michela Gatti
2025-07-26 10:49:45
Numero di risposte : 26
0
Tra le etichette da tenere d’occhio ci sono alcuni nomi ben noti, che hanno ricevuto segnalazioni per la loro scarsa qualità. Ad esempio, alcune marche di oli d’oliva “sottocosto” possono rivelarsi ingannevoli, presentando un prodotto che non rispecchia le promesse fatte sull’etichetta. Inoltre, va notato che alcuni marchi, pur presentandosi come oli d’oliva puri, possono risultare miscelati con oli di semi. È sempre vantaggioso informarsi attraverso fonti affidabili, come rapporti di test di laboratorio, che possono contribuire a verificare la genuinità di un prodotto prima dell’acquisto. Un buon olio d’oliva non dovrebbe mai essere troppo invecchiato. Gli oli ottenuti mediante pressione a freddo conservano meglio i nutrienti e il sapore. È anche una buona pratica prestare attenzione alle certificazioni di qualità, come il marchio DOP o IGP, che garantiscono standard elevati e tracciabilità. In generale, un olio fresco è migliore: è consigliabile optare per prodotti imbottigliati negli ultimi 12 mesi. Un olio d’oliva di alta qualità possiede in genere un’etichetta chiara e trasparente, con indicazioni sulla varietà delle olive utilizzate e sull’origine. La data di produzione e la scadenza sono elementi essenziali.
Tiziana Barbieri
Tiziana Barbieri
2025-08-10 01:13:28
Numero di risposte : 23
-1
Oli invece da limitare sono ad esempio quello di colza, di girasole e di palma, che hanno un elevato contenuto di grassi saturi. Anche l'olio di cocco contiene un 80 per cento di grassi saturi, quindi se da una parte ha alcune proprietà benefiche, come l'effetto di supporto del sistema immunitario e della funzione tiroidea, dall'altra parte, se consumato in eccesso, può essere dannoso. Come sempre è la quantità che fa la differenza.