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Cosa si mangia il 13 dicembre in Sicilia?

Joshua Parisi
Joshua Parisi
2025-07-29 06:57:27
Numero di risposte : 15
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In Sicilia è il grano, l’ingrediente principe del dolce di Santa Lucia, la Cuccìa. Per il pranzo sono molto consumati, invece i legumi. Sono banditi, nel giorno di Santa Lucia, il pane e pasta. Ma la rinuncia a mangiare pane e pasta in questo giorno, non deve far pensare come a una penitenza, poiché risotti, panelle, timballi e le immancabili arancine sono i protagonisti di una giornata all’insegna della golosità. Il 13 dicembre, a Palermo è un vero e proprio tripudio di arancine, panelle, il gateaux e la cuccìa. Arancine o arancini a seconda se vi trovate a palermo o a Catania, sono dei piccolo timballi preparati con il riso e con dentro i più svariati condimenti, si va dal classico al ragù al pistacchio, alle melanzane e chi più ne ha ne metta. Gateau o gatto di patate ricetta siciliana, E’ un tortino cotto al forno a base di patate, uova, formaggio, ecc., tipico della cucina napoletana ma diffuso anche in Sicilia, tanto che si prepara in onore della festa di Santa Lucia, il 13 dicembre. Riso al forno. Questo gustoso primo piatto può essere una gustosa alternativa alla pasta al Forno. Per rendere il riso al forno ancora più gustoso e servirlo come piatto della domenica, potete condirlo con un ragù di carne o aggiungere delle piccole polpettine. Un ottima idea per riciclare il ragù avanzato dalla domenica.
Damiano Palmieri
Damiano Palmieri
2025-07-29 05:44:51
Numero di risposte : 14
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A Palermo oggi 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, si mangiano le arancine e il motivo è legato a un miracolo attribuito a Santa Lucia, patrona di Siracusa. Si dice che proprio il 13 dicembre, dopo diverse suppliche e preghiere, al porto arrivò una carica di grano. Tuttavia, la fame dei palermitani era talmente tanta che non vollero perdere tempo a dedicarsi alla molitura per preparare la farina per pane e pasta, ma lo bollirono e lo condirono con un po’ d’olio. Da qui è nato questo alimento: ecco perché in alcune zone della Sicilia oggi l’Arancina Day.
Luigi Cattaneo
Luigi Cattaneo
2025-07-29 04:26:59
Numero di risposte : 14
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Il 13 dicembre, giorno in cui si festeggia santa Lucia, nel monastero a lei dedicato a Palermo si preparava la cuccìa, un dolce siciliano a base di grano bollito e crema di ricotta. L'usanza di consumare grano in questa ricorrenza risale al miracolo attribuito alla martire nel 1646, quando un bastimento carico di frumento arrivò a Palermo durante una grave carestia. Il grano, per essere consumato subito, fu bollito e mangiato senza essere macinato. In memoria di quell’evento, i palermitani e i siracusani – città di cui santa Lucia è patrona – il 13 dicembre evitano farinacei, preferendo verdure, legumi, panelle e cuccìa. A Palermo, la cuccìa viene realizzata con grano bollito, condito con crema di cacao, biancomangiare o ricotta dolce, e arricchita con zuccata, cannella e cioccolato. Questo dolce viene consumato insieme alle arancine per celebrare la festa di Santa Lucia. In molti scherzano ribattezzando questa giornata come l'Arancina Day. Le arancine, uno dei simboli gastronomici più celebri della Sicilia, sono apprezzate tutto l’anno, anche fuori dall’isola. Al contrario, la cuccìa è un piatto meno conosciuto e viene preparato in casa, soprattutto dalle mamme e dalle nonne, il 13 dicembre.
Pietro Greco
Pietro Greco
2025-07-29 04:07:39
Numero di risposte : 8
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Il 13 dicembre è il giorno dedicato a Santa Lucia durante il quale a Palermo pane e pasta vengono messi al bando e in tavola si scatena un tripudio di arancine, panelle, timballi di riso, gateaux di patate e, per finire, il dolce tipico della festa: la cuccìa. A farla da padrone sulle tavole sicule, nonostante la regola cristiana imponga l'assoluto digiuno ormai rispettato soltanto da pochi, sono tante altre pietanze. Le porte delle friggitorie si aprono per fare uscire il profumo di pannelle e crocchè, timballi di riso con verdure o con ragù di carne o ancora di gateaux di patate conditi con salumi e formaggio. Un palermitano che si rispetti, a Santa Lucia, conclude il pasto con una porzione di cuccìa, dolce al cucchiaio preparato con grano bollito, ricotta o latte, canditi e gocce di cioccolato. Ma anche in questo caso il tipico è stato modificato ad arte nel corso degli anni e oltre alla ricetta classica possiamo degustare le varianti al vino cotto, al miele e cannella o interamente al cioccolato per i palati più golosi.
Evangelista Sorrentino
Evangelista Sorrentino
2025-07-29 03:55:30
Numero di risposte : 15
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Il 13 dicembre, in ricordo della liberazione del capoluogo siciliano dalla carestia del 1646, avvenuta grazie alla benevola intercessione di Lucia, non mangiano il pane e la pasta. Si racconta che nel porto di Palermo arrivò una nave carica di grano. La popolazione che per molti mesi aveva patito la fame, non aspettò di macinare il grano, ma lo bollì così com’era per sfamarsi subito, aggiungendo solo un filo d’olio, e così nacque la “cuccìa”. Non mangiare pane e pasta in questo giorno, non deve far pensare come a una brutta penitenza, poiché risotti, cuccia, panelle, timballi, crocchette e le immancabili arancine sono i protagonisti di una giornata all’insegna del gusto e della golosità.
Costanzo Moretti
Costanzo Moretti
2025-07-29 02:23:11
Numero di risposte : 15
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Oggi niente pane e pasta, occhio che si diventa ciechi. Perché la siracusana Santa Lucia è la martire protettrice della vista. Da allora nacque il voto, ovvero il sacrificio di non mangiare pane e pasta il 13 dicembre, giorno in cui la santa perse la vita, decapitata con un colpo di spada per aver rifiutato il suo promesso sposo per donarsi alla chiesa. L'alternativa a pane e pasta è invece il riso. E da questo ingrediente, la tradizione culinaria siciliana si è sbizzarrita dando vita alle "arancine" (dalla forma sferica), a Palermo, e agli "arancini" (dalla forma a cono), a Catania. Le ricette tradizionali dell'arancina palermitana sono "accarne" o "abburro". Uno di questi riguarda una carestia avvenuta a Palermo nel 1646 e che aveva costretto il popolo a un digiuno forzato. La tradizione narra che, proprio nel giorno della sua festa e dopo le tante preghiere, giunse al porto della città una nave carica di grano. Ma tanta era stata la fame che i palermitani avevano patito, che non fecero in tempo a dedicarsi alla molitura e il grano non venne usato per farne farina ma venne bollito e condito solo con dell'olio. Fu così che nacque la cuccìa salata.