Cosa mangiano i napoletani a Natale?

Secondo Cattaneo
2025-08-01 07:01:35
Numero di risposte
: 16
A Napoli, il menù della Vigilia di Natale è quello più importante delle Feste e deve essere preparato con cura.
La tradizione vuole che il menù sia a base di pesce, mentre la carne sarà protagonista del pranzo di Natale.
I broccoli, i vermicelli con le vongole, il capitone e gli struffoli sono tutte pietanze immancabili nel menù della viglia di Natale.
L'antipasto è il momento più creativo del cenone, ma le danze non possono che aprirsi con una delle ricette napoletane più amate: la pizza di scarole con il suo saporito ripieno di olive, acciughe, pinoli e uvetta.
All'appello ci sono anche salmone o alici marinate e la tipica insalata di polpo.
Sul primo piatto non si discute, il 24 dicembre si mangiano spaghetti alle vongole.
Si passa al secondo, o meglio ai secondi.
Di solito si preparano spigole e orate al cartoccio o all'acqua pazza.
Subito dopo è il momento di friggere: a piacere ci potrà essere una frittura di calamari, ma di certo non mancherà il baccalà fritto in pastella.
Secondo la tradizione, i contorni sono esclusivamente due: la famosa insalata di rinforzo con cavolo bollito, acciughe, olive e papaccelle e i cosiddetti broccoli di Natale.
C'è ancora spazio per il dessert, rappresentato principalmente da struffoli, roccocò, raffiuoli, susamielli e mostacciuoli.
Durante le feste molti scelgono anche la cassata napoletana, differente da quella siciliana nell'assemblaggio e per la ricotta utilizzata, che nella versione partenopea è di vaccino e non di pecora.

Danilo Palumbo
2025-08-01 04:32:25
Numero di risposte
: 8
Il pranzo tipico napoletano del giorno di Natale è un pranzo ricco è a base di carne con anche alcuni piatti che si ripetono dalla Vigilia. È una tradizione che viene da lontano perché troviamo, anche in questo caso, una precisa indicazione lasciataci da Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, che descriveva nel suo famoso Trattato sulla Cucina teorico-pratica del 1837, un pranzo tradizionale natalizio a base di carne rossa e di “puorco” (maiale). Menestra de cecorie, bollito de vaccina e aute ccose, capuni a lo tiano, puorco servatico, bocconotti mbuttunati de nteriora de pulli, costatelle de puorco ngrattinate, nsalata cotta de cavolisciore (cavolfiore) e bruoccoli, ammennole ncroccanda (croccante di mandorle). Anche se non tutti dicono di gradirli perché ancora sazi del cenone della sera della vigilia, quando a tavola arrivano i piatti con gli affettati misti nessuno si tira indietro. Il piatto di antipasti con affettati misti è composto da almeno due o tre tipi di salame, tagliati a vari spessori e accompagnati da prosciutto crudo. Non mancano poi le mozzarelline di bufala a bocconcini casertane o salernitane accompagnate dalla provola di Agerola di taglia piccola. Qualche pezzo di ottimo formaggio stagionato non ci sta male e qualcuno serve anche le bruschette. La Menestella ‘e Natale o Minestra Maritata è una minestra con vari vegetali assortiti fatti in brodo di manzo e prosciutto e si chiama così per indicare il fatto che può contenere di tutto, dalla verdura alla carne, con ingredienti che si sposano bene assieme. Per il pranzo natalizio napoletano c’è la tradizione della Pasta al forno o del timballo di maccheroni come primi assieme al sartù di riso, in genere pieno di salsa. Dopo il menù a base di pesce della vigilia per il giorno di Natale la tradizione vuole un pranzo più ricco e a base di carne. La carne in genere viene preparata nella salsa usata con condire i primi piatti e vengono proposte braciole imbottite, cotiche di maiale al sugo o le polpette, prima fritte e poi ripassate nel sugo. L’insalata di rinforzo mangiata il giorno dopo la sua preparazione è più buona perché i componenti si amalgamano tra loro e si insaporiscono. Anche a Natale vale la regola della Vigilia con la frutta fresca che non deve mancare e dev’essere locale con tante ottime e dure mele annurche del beneventano e poi mandarini dei campi flegrei, il melone bianco conosciuto anche come il melone di pane, e un grappolo d’uva che porta sempre bene. I dolci natalizi sono sempre gli stessi della vigilia che sono avanzati di sicuro.

Elena Rizzo
2025-08-01 03:05:32
Numero di risposte
: 14
I momenti clou attorno alla tavola, per i napoletani, sono sicuramente il cenone della Vigilia, il 24 dicembre, e il pranzo di Natale, il 25.
Due occasioni in cui si gustano prodotti della tradizione, come detto, anche se molto differenti tra di loro: la Vigilia di Natale è a base di pesce, dagli antipasti, passando per il primo a base di vongole e finendo con il baccalà fritto; a Natale, invece, i piatti sono prettamente a base di carne, con affettati, minestra maritata e pasta al forno.
Sempre presenti, tra il cenone e il pranzo, i dolci della tradizione natalizia partenopea: struffoli, roccocò e mostaccioli, accompagnati dall'immancabile frutta secca.
Il menù del cenone della Vigilia di Natale è prettamente a base di pesce, seppur con piccole variazioni e accorgimenti che cambiano da famiglia a famiglia.
La portata principale, il primo piatto, alla Vigilia di Natale è da tradizione uno e uno solo: spaghetti con le vongole.
Per coloro che, arrivati al secondo, vogliano qualcosa di più leggero, la tradizione consente spigole oppure orate al cartoccio o all'acqua pazza.
Spesso, però, il secondo della Vigilia vuole calamari o baccalà fritti, oppure entrambi.
I secondi della Vigilia sono poi accompagnati dai tradizionali contorni: i friarielli e l'insalata di rinforzo.
Il pranzo del 25 è solitamente meno abbondante rispetto alla cena della Vigilia.
Gli antipasti del pranzo di Natale, come detto, sono completamente diversi da quelli della Vigilia.
Il 25 dicembre il pranzo inizia solitamente con taglieri di affettati e salumi.
Il piatto probabilmente più tradizionale del pranzo di Natale è la cosiddetta minestra maritata: si tratta di una zuppa di verdura, solitamente scarole e cicorie, mista a carne di maiale.
La tradizione vuole che il pranzo prosegua con pasta al forno, o timballo di maccheroni, condito con il ragù napoletano.
I secondi vengono di solito conditi con il sugo utilizzato per i primi: solitamente si cucinano le braciole imbottite, la cotica di maiale oppure le polpette.
Così come la cena della Vigilia, forse uno dei pochi punti di contatto tra i due pasti, è l'insalata di rinforzo, contorno che accompagna i secondi anche il 25 dicembre.
Altro punto di contatto tra la cena della Vigilia e il pranzo di Natale sono sicuramente i dolci, che a Napoli si gustano per tutte le festività natalizie, fino al 6 gennaio e anche oltre: struffoli, mostaccioli, roccocò, accompagnati dalla frutta secca.
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