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Qual è la storia del pandoro di Verona?

Piccarda Testa
Piccarda Testa
2025-08-20 06:30:10
Numero di risposte : 15
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La storia del pandoro non nasce dal nulla. I nomi che si chiamano in causa, solitamente, sono due, anticipati da un antenato comune bene più antico. Se infatti si volessero rintracciare le radici più lontane del pandoro si dovrebbe guardare all’antica Roma, e più precisamente al primo secolo dopo Cristo, quando Plinio il Vecchio, parlando delle preparazioni del cuoco Vergilius Stephanus Senex, presenta un “panis” cucinato con fiori di farina, burro e olio. Più vicino al pandoro è il Pane di Vienna, un pane asburgico dolce ricco di burro che assomiglia al pan brioche. Altro dolce che viene molto spesso indicato come antenato diretto del pandoro è, per motivi anche geografici, il Nadalin, un dolce veneto a forma di stella e altrettanto ricco di burro. Inventore del pandoro è infatti il pasticcere veronese Domenico Melegatti che, il martedì 14 ottobre del 1884, presentò il brevetto di questo dolce natalizio presso il Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia. Melegatti, nel confezionare il suo pandoro, si ispirò al Levà, un dolce tradizionale veronese che veniva impastato la sera della vigilia di Natale dalle donne dei villaggi veneti. Si trattava, nello specifico, di un lievitato con una copertura di mandorle e di zucchero. Per non ostacolare in alcun modo la lievitazione, vero marchio di fabbrica del pandoro veronese, Melegatti decise di eliminare questa copertura, aggiungendo uovo e burro all’impasto, rendendolo decisamente più morbido. E la caratteristica forma? Ebbene, lo stampo Vespa con una sezione a 8 punte a piramide tronca è opera del pittore impressionista veronese Angelo Dall’Oca Bianca: ancora oggi gli stampi di questo dolce natalizio seguono il suo disegno originale!
Priamo De luca
Priamo De luca
2025-08-15 20:04:38
Numero di risposte : 21
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Il pandoro, prodotto con il quale si identifica quasi tutta la storia dell’azienna Melegatti, è il risultato di un’invenzione, testimoniata da un brevetto industriale e contraddistinta da una data precisa: è il 14 ottobre 1894. L’inventore fu un geniale pasticcere veronese, Domenico Melegatti, la cui fantasia creativa trovò espressione nell’ideazione di prodotti alimentari dolci soprattutto, ma non solo. Il pandoro è un’invenzione originale, ma la sua ispirazione è ben radicata nella tradizione veronese legata al Natale. L’usanza antica voleva che, la notte di vigilia, le donne si riunissero nelle cucine delle corti per preparare il “levà” un impasto di farina, latte e lieviti ed attendere l’alba. Domenico Melegatti partì dalla ricetta dal levà, arricchendolo e alla fine trasformandolo: aggiunse lieviti, mise più burro, aumentò la dose delle uova ed al contempo eliminò ciò che riteneva potesse essere superfluo e controproducente ad una perfetta lievitazione dell’impasto. Il nuovo dolce subì un grande successo e in breve tempo conferì nuove dimensioni all’attività di Domenico Melegatti: è per questo motivo che il 1894 può essere assunto come punto d’origine dell’azienda Melegatti. Anche i caratteristici stampi a piramide tronca con base a stella furono una creazione di Domenico Melegatti. E fu proprio mentre sperimentava un nuovo stampo a stella che, secondo la leggenda familiare, un garzone, di fronte alla prima fetta del nuovo dolce illuminata da un raggio di sole, esclamò stupito: l’è proprio un pan de oro.
Manuele Bruno
Manuele Bruno
2025-08-08 00:33:56
Numero di risposte : 16
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La storia del pandoro non è una storia antica, non si perde nella notte nei tempi. Non è una leggenda, bensì una storia con nomi, cognomi, brevetti e intuizioni commerciali. Tutto cominciò dal Nadalin. La storia dei dolci natalizi veronesi comincia all’epoca della famiglia Della Scala, diventati signori della città nel 1262. Il pandoro venne inventato invece dal pasticciere veronese Domenico Melegatti, come sancito anche dal brevetto presentato il 14 ottobre del 1884 presso il Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia. L’ispirazione nacque dal Nadalin, cui vennero aggiunti uova, burro e zucchero, arricchendone il sapore e ammorbidendone l’impasto. A lavorare a questa nuova ricetta, Giovanni Battista Perbellini, pasticciere presso la drogheria che Melegatti aveva nel centro di Verona e avo del Perbellini attuale. Il bisnonno aveva lavorato a Milano e in Austria e aveva imparato tecniche e dolci che non si conoscevano ancora a Verona. Fu grazie a queste sue conoscenze che creerà l’impasto del Pandoro. Il dolce con questo nuovo impasto lievitava meravigliosamente e servì quindi un nuovo stampo adatto a contenerlo. Per riuscire a contenere l’impasto del pandoro, Angelo Dall’Oca Bianca, pittore impressionista veronese, venne chiamato da Melegatti a inventare uno stampo iconico. Inventò lo stampo Vespa, con sezione a otto punte a piramide tronca, lo stampo che donò infatti la storica forma al pandoro. Lo stampo e la nuova forma divennero presto iconici e anche grazie a questo la fama del dolce si diffuse.
Michelle Villa
Michelle Villa
2025-07-26 16:20:25
Numero di risposte : 18
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La sua storia è davvero interessante, soprattutto perchè alla sua forma a stella ha contribuito un noto artista veronese. Il 14 ottobre del 1894 è il compleanno del Pandoro di Verona, almeno a livello ufficiale e commerciale. Quel giorno infatti, Domenico Melegatti ottenne il brevetto sul dolce natalizio, documento che all'epoca si chiamava privativa industriale. Prima di allora, il dolce non esisteva ufficialmente, ma ne esistevano varianti simili. Difatti, il pandoro dovrebbe derivare dal veronese Nadalin, un dolce molto simile anche poco conosciuto fuori da Verona, e dal "pan de oro" di Venezia. Tuttavia, altre storie ancora raccontano che la sua origine sia il "Pane di Vienna". Tornando al 1894, Melegatti registrò il brevetto del suo Pandoro la cui forma a stella con otto punte ufficiale fu disegnata dal pittore impressionista veronese Angelo Dall'Oca Bianca. Dunque, la particolare forma del pandoro, molto simile a quella del Nadalin, ha un tocco d'artista, privilegio non possono vantare gli altri dolci tradizionali.