Perché i commerci di Venezia con l'estremo oriente erano privilegiati?

Jari Esposito
2025-08-08 18:45:18
Numero di risposte
: 28
La colonizzazione commerciale del Mediterraneo orientale fu operata da Venezia in seguito alle Crociate: nella prima di queste lo Stato veneziano mandò a Giaffa una flotta di 200 navi, mettendola a disposizione di Goffredo di Buglione, ottenendo in compenso la concessione di una chiesa e di un luogo atto al mercato in ogni città che venisse presa dai Crociati, oltre all'esenzione dalle imposte in tutto il Regno di Gerusalemme. Così queste colonie, disseminate nel XII secolo da Alessandretta fino a Giaffa, diventarono importanti centri commerciali e luoghi di approdo. I prodotti delle Indie, della Persia e dell’estremo Oriente come pepe e altre spezie, profumi, pietre preziose e seta, a cui si aggiungevano i prodotti locali, specie della Siria, come cotone, allume, armi e altri manufatti artigiani, si scambiavano con pochi prodotti dell’Occidente come legname, metalli e stoffe di lana. Se il Medio Oriente, la Siria in particolare, era il grande punto terminale, assieme al Mar Nero, dei flussi mercantili provenienti dall’India e dall’Estremo Oriente, l’Egitto rappresentava lo sbocco per le merci provenienti dall’interno dell’Africa. Tra le mude veneziane più antiche, non per altro si ricordano quelle di Siria e di Alessandria d’Egitto.

Manuela Vitali
2025-07-26 18:47:08
Numero di risposte
: 25
La quarta Crociata, nel, con la creazione dell’ Impero Latino, rafforzò questa rete commerciale e i relativi insediamenti e fece ulteriormente avanzare verso Oriente la frontiera del commercio Veneziano.
Esso poté penetrare così nel Mar Nero, che fino a quel momento era stato riservato alla navigazione bizantina con qualche rara concessione ai Genovesi, nonostante la condizione privilegiata che Venezia aveva nei traffici con l’ Anatolia.
A partire dalla metà del XIII sec l’espansione veneziana fu favorita dall’unificazione di gran parte dell’Asia sotto il dominio mongolo che riaprì il traffico sulle vecchie vie carovaniere e le rese più sicure riducendo considerevolmente le spese di protezione.
I Veneziani non tardarono, più tardi, a riprendere il diritto di percorrere con le loro navi il Mar Nero e alla caduta di Acri ci fu anche chi non ebbe timore di trasferirsi verso est nelle regioni del paese dei Tartari, come Isacco Venier, il quale vi soggiornò a lungo.
Al di là dalle destinazioni, è interessante anche il modo di procedere.
I mercanti viaggiavano al seguito delle merci proprie o avute in affidamento da soci e approfittavano delle numerose soste della nave per scambiarle con altre che potessero essere spacciate nelle tappe successive.
Con questi presupposti si capisce l’interesse a prolungare il circuito con la stessa tecnica fino a Costantinopoli o ad Alessandria, dove con il trattato del 1302 si garantiva finalmente ai Veneziani in suolo d’Egitto di poter commerciare “Sani salvi et securi de havere et personis”
Da queste note si comprende come la creazione di un impero commerciale, come quello di Venezia cominciava ad essere, si basava sullo spirito imprenditoriale, l’attitudine al rischio, economico ma spesso anche fisico, che i nostri antenati si assumevano ad ogni viaggio.
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