Perché c'è il detto giovedì gnocchi?
Timoteo Esposito
2025-09-01 22:09:55
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: 25
Il detto popolare completo è: ‘Giovedì gnocchi, venerdì pesce e sabato trippa’ e arriva direttamente dalla cultura gastronomica romana, anzi per l’esattezza trasteverina. Siamo nel secondo dopoguerra, le famiglie più povere dovevano cercare di razionare il cibo per riuscire a sfamare tutta la famiglia, visto che i generi alimentari ancora scarseggiavano. Così preparare di giovedì gli gnocchi, intendiamo gli gnocchi di patate, era dovuto alla necessità di mangiare un piatto sostanzioso ed energetico, che ‘riempisse’ lo stomaco il più possibile in vista del giorno successivo, il venerdì, che per la tradizione cattolica è “di magro”, cioè prevede il digiuno o almeno l’astensione dal consumo della carne. Il nome ‘gnocco ’ha origini molto lontane e dalle testimonianze storiche pare derivi dalla parola longobarda knodill che significa nodo. Le prime ricette che prevedono quello che per noi è l’ingrediente fondamentale nella loro preparazione, ovvero le patate lessate, compaiono solo nella seconda metà del Settecento. Il motivo di questa comparsa sembra dovuto a una terribile carestia che colpì il Granducato di Toscana, lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli nel 1763-1764. In quegli anni il prezzo dei cereali aumentò talmente tanto e così rapidamente che si cercarono alternative per integrare o addirittura sostituire la farina. Ecco che la patata diventa fondamentale in molte preparazioni, dal pane alla pasta, riuscendo a sfamare gran parte della popolazione.
Ermes Barbieri
2025-08-27 18:07:15
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: 16
Il detto nacque per l’esigenza delle classi più povere di razionare il cibo e ottimizzarlo al meglio scandendo così i pasti della settimana.
L’uso comune di preparare gli gnocchi di giovedì era dovuto alla necessità di mangiare un piatto sostanzioso e calorico in vista del giorno successivo, il venerdì, che da tradizione cattolica è “di magro”, ovvero di digiuno o astensione dal consumo di carne.
Il detto popolare probabilmente è da ricondurre a metà Ottocento, poiché compaiono in una poesia in romanesco di un autore anonimo, che, oltre ai già citati giorni, consiglia i piatti anche per il resto della settimana.
Sicuramente il costume di cucinare gli gnocchi di giovedì entrò poi a far parte della cultura gastronomica italiana durante il dopoguerra, quando le provviste ancora scarseggiavano ed era necessario riuscire a sfamare tutta la famiglia al meglio, cercando di spendere il meno possibile.
Gli gnocchi erano preferiti proprio per essere un piatto abbondante ed energetico, che potesse “riempire” il più possibile.
La ricetta antica prevedeva di farli con acqua, farina, poche uova e tante patate.
Modesto Marchetti
2025-08-15 07:24:03
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: 30
Il detto trae dunque origine dall’esigenza di ottimizzare al meglio le risorse alimentari, scandendo così i pasti della settimana. L’uso comune di preparare gli gnocchi di giovedì era infatti dovuto alla necessità di mangiare un piatto sostanzioso e calorico in vista del giorno successivo, il venerdì, che da tradizione cattolica vuole “magro”, ovvero di digiuno o astensione dal consumo di carne.
Il costume di cucinare gli gnocchi di giovedì entrò poi a far parte della cultura gastronomica italiana durante il dopoguerra, quando le provviste ancora scarseggiavano ed era necessario riuscire a sfamare tutta la famiglia al meglio, cercando di spendere il meno possibile.
Gli gnocchi sono un piatto energetico, che “riempie”: considerando l’Italia del dopoguerra dove tutti dovevano lavorar di braccia, rinvigorirsi con una pietanza sostanziosa era proprio necessario.
Daniela Donati
2025-08-10 06:30:23
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: 17
Il proverbio per intero dice “giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa” e invita le persone a organizzare in maniera razionale il menu verso il fine settimana, ma soprattutto in vista del classico venerdì di digiuno imposto dalla religione cattolica.
Come avviene ancora oggi in Quaresima, nell’Ottocento i credenti rispettavano un più lungo digiuno di carne per motivi religiosi nelle giornate del venerdì, e la massima giovedì gnocchi è una sorta di consiglio gastronomico sul piatto da mangiare per prepararsi appunto al giorno di magro senza troppe conseguenze sul carico energetico.
In genere, infatti, al venerdì si potevano consumare solo piatti a base di pesce e legumi – come il celeberrimo baccalà con i ceci, proposto ancora oggi in menu dalle tante osterie tradizionali di Roma, rigorosamente al venerdì – e i semplici, ma sostanziosi gnocchi erano la risposta ideale al problema.
Preparati con patate, farina ed eventualmente uova, conditi con sugo di pomodoro fatto in casa e serviti caldi, gli gnocchi del giovedì erano il piatto energetico, nutriente e calorico perfetto per affrontare il venerdì e le sue ricette di magro.
La poesia dell’Ottocento ci rivela anche quali erano gli altri protagonisti del menu: al venerdì, come detto, c’era il pesce, mentre al sabato la trippa.
In questo giorno, infatti, i macellai si dedicavano alla macellazione degli animali, e quindi si potevano recuperare i celeberrimi quinti quarti di carne, gli alimenti ricavati dai tagli meno come appunto la trippa o la coda.
Il detto giovedì gnocchi è tornato “di moda” in un altro momento storico davvero complesso come il secondo Dopoguerra: anche al termine del conflitto, infatti, le ristrettezze economiche hanno reso difficile arrivare alla fine della settimana per le classi sociali più povere, rendendo quindi necessario recuperare dei “vecchi insegnamenti” per gestire al meglio il menu e la pancia.
Ora la situazione è fortunatamente differente, ma il proverbio giovedì gnocchi, venerdì pesce e sabato trippa continua a essere rispettato e messo in pratica in tante trattorie romane tipiche, che si premurano di servire gli gnocchi solo al giovedì, piatti di pesce al venerdì e la mitica trippa alla romana di sabato.
Romeo Mariani
2025-08-01 12:49:50
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: 19
Si tratta di un modo di dire tipicamente romano, che per la verità recita “Giovedì gnocchi, venerdì pesce e sabato trippa“.
L’origine di questa espressione risale al Dopoguerra, quando le risorse scarseggiavano e c’era la necessità di razionare le provviste, per avere un’alimentazione equilibrata nel corso della settimana.
Allo stesso tempo, questa usanza di cadenzare le pietanze consentiva anche di rispettare la tradizione cristiana dei “giorni di magro” — ovvero senza carne — in occasione del venerdì.
Gli gnocchi quindi, preparati con patate, acqua e farina e, a Roma, conditi col sugo di pomodoro, un piatto economico e allo stesso tempo sostanzioso, venivano preparati di giovedì, giorno a metà settimana che precede il digiuno del venerdì, giornata in cui era consentito consumare solo pesce e legumi.
Maristella Pellegrino
2025-07-24 04:01:36
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: 22
Quest'espressione fa parte di un detto tipico delle zone romane che recita: «Giovedì Gnocchi, Venerdì Pesce, Sabato Trippa».
Questo detto risale al periodo della Seconda Guerra Mondiale e sposa la tradizione cattolica che comporta il digiuno di carne il venerdì.
In questo modo gli gnocchi che sono un piatto nutriente e corposo, venivano preparati e venduti per il giovedì, che oltre ad essere nel mezzo della settimana, era anche il giorno che anticipava questo digiuno in cui si sarebbero mangiati solo pesce e legumi.
E allora cosa c'entra la trippa?
La trippa come si sa, insieme alle frattaglie dello stomaco, sono i pezzi meno pregiati della carne animale.
Il sabato, i macellai preparavano la carne che sarebbe servita per il pranzo domenicale, i padroni e nobili sceglievano i ritagli più pregiati e saporiti, mentre ai contadini restavano soltanto le parti più povere ma, nonostante questo saporite e nutrienti.
Ninfa Sartori
2025-07-23 23:56:09
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: 22
Tutto deriva da un detto popolare più ampio che recita “giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa” e che fa parte della cultura popolare romana.
Questo detto si basa sull'usanza di preparare un piatto ricco come gli gnocchi il giovedì, in previsione di un venerdì di “magra” come richiesto dalla tradizione cattolica.
Il venerdì infatti, era il giorno di magro, cioè di astensione dalla carne.
Il sabato, poi, era di nuovo via libera e in generale era il giorno della macinazione della carne in vista del giorno di festa.
Ecco che quindi, nei quartieri del popolo come Trastevere, nacque l’espressione “giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa”.
Racconta esattamente l’uso comune di preparate un piatto ricco e calorico come gli gnocchi il giovedì.
Il modo di dire si diffuse presto ben oltre i confini di Roma, diventando un detto molto popolare senza che però spesso se ne conosca l’origine.
A Roma, gli gnocchi del famoso detto non sono solo quelli classici con patate, uova e farina.
Esistono infatti i particolari gnocchi alla romana, preparati con semolato e non con patate.
Era una preparazione ancora più ricca e sostanziosa che bilanciava alla perfezione il più magro e leggero previsto del giorno successivo.
Ethan Grasso
2025-07-23 23:19:03
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: 19
Il curioso detto nasce nel dopoguerra, quando “l’arte di arrangiarsi” era d’obbligo per razionare il cibo e riempire i piatti e la pancia. Durante la settimana, le massaie romane si ingegnavano per organizzare i pasti, sia a causa della carenza di generi alimentari, sia nel rispetto dei precetti religiosi. Nell’osservanza della tradizione cattolica, il venerdì era un giorno di digiuno, cosiddetto “di magro”, in cui non era permesso mangiare carne; si consumavano, quindi, pesce e legumi. Si diffonde così l’abitudine di preparare gli gnocchi con farina e uova, conditi con sugo di pomodoro: un piatto sostanzioso, gustoso e calorico per sostenere il pasto più leggero del giorno seguente. Nelle trattorie e nei ristoranti tipici della Capitale, soprattutto nei rioni di Testaccio e Trastevere, è imperativo servire un ottimo piatto di gnocchi il giovedì, il baccalà con ceci il venerdì, e la saporita trippa alla romana il sabato. Ancora oggi, i bambini usano canzonarsi tra loro, per scoppi di ilarità immotivata, con il simpatico detto popolare "Ridi ridi, che mamma ha fatto i gnocchi". L'origine del nonsenso risale probabilmente al dopoguerra, quando, a causa dell'estrema povertà, trovare gli gnocchi in tavola era una sorpresa gradita.
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