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Qual è la storia del pomodoro?

David Orlando
David Orlando
2025-07-27 21:15:01
Numero di risposte : 12
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Le origini del pomodoro selvatico, o Solanum racemigerum, sono da ricercarsi in Sudamerica occidentale. Il pomodoro fu messo a coltivazione dai Maya, i quali svilupparono il frutto nella forma più grande che conosciamo oggi, a sua volta adottato dagli Aztechi, che lo coltivarono nelle regioni meridionali del Messico. Fu qui che Hernán Cortés lo vide durante l’occupazione della regione, fra il 1519 ed il 1521. Dal Messico i semi giunsero in Spagna al seguito di coloni e missionari, che prendendo a prestito il termine tomatl usato dagli indigeni, denominarono tomate il nuovo frutto. I dizionari fissano intorno al 1532 la prima attestazione in spagnolo della parola tomate. Il pomodoro apparve in Europa nella prima metà del ’500. In Spagna non trovò subito fortuna, si è ipotizzato che le prime varietà introdotte in Europa contenessero solanina in quantità così elevata da risultare indigeste. In Italia la storia “ufficiale” e documentata del pomodoro inizia il 31 ottobre 1548 a Pisa quando Cosimo de’ Medici riceve dalla tenuta fiorentina di Torre del Gallo un cesto di pomodori nati da semi donati alla moglie, Eleonora di Toledo, dal padre, Viceré del Regno di Napoli. Dalla Sardegna, il pomodoro raggiunse probabilmente Genova diffondendosi anche grazie al clima, in tutta la Liguria e da qui a Piacenza e poi a Parma, all’epoca capitale del Ducato, a Milano, a Novara e a Torino. La diffusione del pomodoro nel nostro Paese, fu tuttavia assai lenta: la diffidenza iniziale verso il nuovo frutto, non associabile a nessun cibo già conosciuto, ne mortificò a lungo le potenzialità gastronomiche. Solo nel ’700, inizierà il periodo della “sperimentazione” gastronomica che sfocerà nell’800 nella diffusione più ampia che noi oggi conosciamo.
Gerardo Galli
Gerardo Galli
2025-07-27 21:03:48
Numero di risposte : 6
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La storia del pomodoro ha inizio nelle Ande del Sud America e dell’America Centrale, più precisamente tra le popolazioni di Perù, Colombia e Messico. Luoghi in cui le popolazioni indigene ne avevano raccolto i frutti per secoli. La parola tomato deriva, infatti, dalla parola azteca xi-tomatl che definiva genericamente una cosa rotondeggiante e rigonfia. Furono proprio gli aztechi, durante l’occupazione spagnola, a far conoscere a Hernan Cortes i frutti di questa straordinaria pianta. Dal Messico i semi giunsero in Europa al seguito di coloni e missionari che, prendendo in prestito il nome utilizzato dagli indigeni, lo chiamarono tomate. Le prime tracce del pomodoro in Europa risalgono alla prima metà del XVI secolo quando arrivò, stando alle testimonianze dell’epoca, nel porto di Siviglia. I primi pomodori importati in Europa erano gialli, piccoli e a forma di pera, e venivano usati principalmente come ornamento. Nel tempo, incrociando varietà diverse, i coltivatori europei riuscirono a selezionare quelle più grandi e saporite, diffondendo così la coltivazione per uso alimentare. Beneficiando dell’ottimo rapporto tra i Borbone e le famiglie regnanti spagnole, il primo Paese europeo ad importare la pianta di pomodoro fu proprio l’Italia. Diffusasi principalmente nella parte meridionale dello Stivale, la prima ricetta napoletana di cui abbiamo testimonianze fu la “salsa di pomodoro alla spagnola” nel 1692. La diffusione del pomodoro nel nostro Paese, fu tuttavia assai lenta: la diffidenza iniziale verso il nuovo frutto, non associabile a nessun cibo già conosciuto, ne fermò a lungo le potenzialità gastronomiche. Oggi, i pomodori sono coltivati in tutto il mondo e sono un ingrediente comune in molte cucine. Ricchi di sostanze nutritive, i pomodori sono un alimento imprescindibile nella dieta Mediterranea.
Marianita Verdi
Marianita Verdi
2025-07-27 19:39:08
Numero di risposte : 12
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Il pomodoro è originario delle regioni basse delle Ande e veniva coltivato dagli Aztechi in Messico. Proprio questa popolazione diede al pomodoro il nome di “tomatl”, che significa “frutto polposo”, e successivamente i conquistadores spagnoli modificarono il termine in “tomate”. Il pomodoro, insieme al mais, la patata, il peperoncino e la patata dolce venne introdotto in Spagna all’inizio del 16mo secolo attraverso i viaggi di Cristoforo Colombo. Il pomodoro arrivò probabilmente prima a Siviglia, centro principale di scambio internazionale soprattutto con l’Italia. Nel 1544, l’erborista italiano Pietro Andrea Mattioli definì i frutti gialli della pianta del pomodoro “mala aurea”, cioè mela d’oro, e più tardi, nel 1554, parlò di una varietà rossa. Nel 1554 un erborista Olandese, Dodoens, ne fece una descrizione dettagliata e il frutto si guadagnò la reputazione di afrodisiaco. È a partire dal 18mo secolo che il pomodoro viene gradualmente utilizzato come ingrediente da cucina. La ricetta napoletana più antica di cui si è a conoscenza è la “salsa di pomodoro alla spagnola” e risale al 1692.
Renata Giuliani
Renata Giuliani
2025-07-27 19:04:39
Numero di risposte : 13
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Il pomodoro non è sempre stato rosso, conoscete il colore d’origine? Il pomodoro però non è sempre stato rosso: i primi esemplari arrivati dall’America avevano una tonalità dorata. Il pomodoro è una bacca nativa della zona dell’America centrale, del Sudamerica e della parte meridionale dell’America Settentrionale. Gli Aztechi lo chiamarono xitomatl, mentre il termine tomatl indicava vari frutti simili fra loro, in genere sugosi. La data del suo arrivo in Europa è il 1540, quando il condottiero spagnolo Hernán Cortés rientrò in patria con alcune piantine, la cui coltivazione diffusa si ebbe tuttavia solo nella seconda metà del XVII secolo. In Italia la storia documentata del pomodoro inizia a Pisa il 31 ottobre 1548 quando Cosimo de’Medici ricevette dalla sua tenuta fiorentina di Torre del Gallo un cesto dei pomodori nati da semi regalati alla moglie, Eleonora di Toledo, dal padre, Viceré del Regno di Napoli. Tuttavia già nel 1572 in una lettera di Costanzo Felici a Ulisse Aldrovandi si fa riferimento ad una varietà di colore “rosso gagliardamente”, che poi venne selezionata nel tempo e divenne prevalente. In particolare, la tradizione locale dice che la selezione decisiva del viraggio al rosso si ebbe nell’agro nocerino nel ‘600 o nel ‘700, dove tuttora la coltivazione del pomodoro è una delle principali industrie e nel cui circondario si conservano varietà importanti come il pomodoro di Sorrento, originale ingrediente della caprese, il pomodoro corbarino e il pomodorino giallo del Vesuvio, che ancora conserva il colore originario. Ed è diventato un prodotto italiano e del mediterraneo. Magari di importazione ma oggi è italiano a tutti gli effetti.
Angela Gallo
Angela Gallo
2025-07-27 16:27:57
Numero di risposte : 8
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Il pomodoro, con il suo arrivo in Europa, cambia per sempre colori, sapori e profumi della cucina di molti Paesi, tra cui il nostro in modo davvero significativo. Per trovare l’origine del frutto più usato nella cucina italiana dobbiamo trasferirci proprio nelle Americhe, precisamente in Messico e Perù, dove un prodotto importantissimo e molto apprezzato veniva coltivato in grandi quantità: quello che in latino conosciamo col nome di Solanum lycopersicum, ma che presso Inca e Aztechi era conosciuto con il nome di xitomatl. Proprio lui: il pomodoro. Quindi già tremila anni prima dell’arrivo dei Conquistadores nel Nuovo Mondo, il pomodoro era un alimento diffuso tra le popolazioni pre-colombiane e veniva impiegato in diverse forme e preparazioni. L’arrivo della rossa bacca in Europa avvenne sulle navi dei conquistatori al seguito di Hernán Cortès, intorno alla metà del Cinquecento. Il pomodoro impiegò molto tempo ad affermarsi come prodotto commestibile e utilizzabile in ambito culinario, e veniva utilizzato perlopiù come pianta ornamentale, medicinale e a scopo di studio negli orti botanici. L’Italia fu il secondo paese europeo dopo la Spagna a conoscere il pomodoro, ma l’“espansione” di quest’ultimo nel nostro Paese fu lenta come nel resto del Vecchio Continente: solo nel Settecento inizierà il periodo di una maggiore sperimentazione gastronomica che sfocerà nell’Ottocento nella diffusione più ampia pervenuta fino a noi oggi.