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Quali sono le controindicazioni al consumo di funghi chiodini?

Daniela Donati
Daniela Donati
2025-09-05 21:33:55
Numero di risposte : 17
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I funghi appartenenti alla specie Armillaria mellea devono essere sottoposti a prebollitura di circa 30 min senza coperchio, avendo cura di buttare l’acqua di cottura e sciacquare i funghi prima di cucinarli a proprio gradimento. Devo nutrire anche il minimo dubbio sulla commestibilità dei funghi raccolti, o ricevuti in regalo, si raccomanda di sottoporre l’intero quantitativo ad ispezione: presso ogni ASL è attivo il servizio di Ispettorato Micologico dove è possibile sottoporre gratuitamente i funghi raccolti al riconoscimento da parte di esperti micologi. Devono astenersi dal mangiare i funghi i bambini e le donne in gravidanza. Tentare di contrastare a casa i sintomi con farmaci antidiarroici o antiemetici è controindicato e può ritardare l’inizio delle terapie più appropriate, esponendo a grave pericolo.
Gabriella Amato
Gabriella Amato
2025-08-26 15:26:23
Numero di risposte : 20
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Questi funghi contengono una sostanza tossica termolabile e idrosolubile, che se ingerita può provocare sintomi gastroenterici, come nausea, vomito, diarrea, con conseguente ricovero presso il Pronto Soccorso. La corretta procedura da attuare prima del consumo di questi specifici funghi, per eliminare la sostanza tossica, è quella di recidere i gambi al di sotto dell’anello, lavarli, farli bollire per almeno 20 minuti in pentola scoperta con acqua e sale, scolarli e sciacquarli abbondantemente con acqua corrente. L’acqua di bollitura non deve essere riutilizzata perché contiene la tossina termolabile ed idrosolubile che provoca l’intossicazione. Si raccomanda inoltre di sottoporre al controllo degli ispettori micologi della ATS tutti i funghi spontanei raccolti per determinarne la commestibilità e per avere informazioni sulle corrette modalità di conservazione, di preparazione.
Baldassarre Bernardi
Baldassarre Bernardi
2025-08-20 15:41:35
Numero di risposte : 19
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I funghi sono difficili da digerire. Il consumo di funghi avariati, la preparazione inappropriata e il consumo di certi funghi in concomitanza con il consumo di alcol possono provocare sintomi di intossicazione. Dopo il consumo di funghi avariati possono insorgere disturbi gastrointestinali quali dolori addominali, nausea, vomito e diarrea. Questi sintomi si manifestano generalmente entro un massimo di 4 ore dopo il consumo di funghi. Il consumo di certi funghi in concomitanza con il consumo di alcol provoca sudorazione eccessiva, arrossamento cutaneo e disturbi circolatori. A provocare questi sintomi possono essere un bicchiere di vino o uno sciroppo per la tosse contenente alcol, bevuti anche 3 – 4 giorni dopo il consumo del pasto a base di funghi. Questo fenomeno è chiamato sindrome coprinica. Sono noti per questa sindrome i funghi dell’inchiostro o le mazze di tamburo squamate. La maggior parte delle specie di funghi deve essere cotta per almeno 10 minuti, altre perfino per 20 minuti o devono essere prima sbollentate. L’acqua di cottura deve essere buttata via prima dell’ulteriore preparazione. Chi non si attiene a queste indicazioni, rischia il vomito e la diarrea entro 1 – 4 ore dopo un pasto.
Rosanna Donati
Rosanna Donati
2025-08-13 07:16:18
Numero di risposte : 27
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La possibilità di confonderli con altre specie tossiche c'è, anche se esistono alcune sostanziali differenze tra queste e i funghi chiodini. In ogni caso, se sono stati raccolti e non acquistati da una persona di fiducia, è sempre meglio consultare un esperto per evitare qualsiasi rischio di intossicazione. Ma, attenzione, anche i funghi chiodini non sono completamente innocui. Forse non tutti sanno, infatti, che contengono una tossina di natura proteica termolabile, che può essere eliminata solo se sottoposta a cottura con temperature tra i 60° e i 70°. La brama di chiodini dovrà, quindi, sottostare a due procedure molto semplici ma essenziali, la bollitura e la schiumatura.
Lorenzo Giuliani
Lorenzo Giuliani
2025-08-11 04:04:24
Numero di risposte : 18
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I funghi chiodini non vanno però confusi con altre specie tossiche che crescono sul legno. È il caso del falso chiodino e della Galerina marginata, due specie somiglianti ma non commestibili ed assai velenose. Vanno prelevati quando sono ancora giovani perché gli esemplari più vecchi possono dare problemi di intossicazione e scarsa digeribilità. Fortunatamente non è difficile riconoscere un esemplare troppo vecchio per via della sua consistenza molle e per l’odore sgradevole, caratteristiche assenti in quelli giovani. Si raccomanda inoltre di non raccoglierli mai dopo gelate notturne o congelarli crudi. In questi casi infatti diverrebbero tossici. Prima della cottura, che in ogni caso deve essere piuttosto prolungata, vanno sbollentati e l’acqua residua va eliminata. Se si esegue questa operazione preliminare si eviteranno problemi gastrointestinali legati alla loro difficile digeribilità. Il loro consumo dovrebbe essere limitato. Attenersi a queste raccomandazioni è essenziale se si vuole evitare il rischio di brutte sorprese.
Gino Caputo
Gino Caputo
2025-07-29 06:48:40
Numero di risposte : 24
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I funghi chiodini sono commestibili da cotti, ma velenosi da crudi, perché contengono una tossina che diventa inattiva solo quando è sottoposta ad alte temperature. Tuttavia, si consiglia di non esagerare con il loro consumo: come tutti i funghi, se mangiati in grande quantità, possono presentare un certo grado di tossicità. I chiodini contengono infatti delle tossine, le emolisine, che si inattivano se sottoposte a temperature elevate (oltre i 70°C).
Demi Sorrentino
Demi Sorrentino
2025-07-29 06:26:17
Numero di risposte : 23
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La tossicità dei funghi si distingue in tossicità intrinseca ed estrinseca, quest'ultima originata dall'ambiente in cui si trova e che prevede la contaminazione da principi chimici, agenti radioattivi e metalli pesanti. Ogni fungo possiede un potenziale intrinseco fenomenologico tossico, difatti, tra i consumatori di funghi, sono frequenti manifestazioni di intolleranze legate sia al primo consumo, sia in seguito a più utilizzi consecutivi. Anche il mannitolo, componente chimico dei funghi presente spesso in concentrazioni elevate, può generare disturbi gastro intestinali come la diarrea osmotica. Le intossicazioni da funghi possono essere classificate in due grandi branche: Quelle che NON influiscono direttamente sulle funzioni mentali e quelle che determinano alterazioni psicologiche. Tra quelle che NON influiscono direttamente sulle funzioni mentali riconosciamo: Intossicazioni falloidiche, Intossicazioni parafalloidiche, Intossicazioni muscariniche, Intossicazioni incostanti o condizionali, Intossicazioni provocate SOLO in seguito al consumo CRUDO, Intossicazioni di tipo gastrointestinale, Intossicazioni botuliniche. La presenza di principi ipersensibilizzanti e/o tossici nei funghi è quindi correlata sia a fattori intrinseci delle varie specie che all'habitat del fungo, nonché alla modalità di cottura, alla dose, e anche alla soggettività del consumatore.