Qual è la storia del Gianduiotto di Torino?

Fabio Milani
2025-08-06 14:24:09
Numero di risposte
: 22
La storia del giandujotto inizia con una vicissitudine di tipo storico-economica.
Nel 1806 Napoleone bloccò ogni forma di commercio e corrispondenza tra le Isole Britanniche e l’Impero francese.
Detto Blocco Continentale, lo scopo era il collasso dell’economia nemica.
Il risultato, però, non fu quello sperato dall’imperatore.
Nell’impero francese, infatti, si verificò una scarsità di beni di lusso e materie prime, tra le quali il cacao, materia prima di grande pregio per l’epoca.
Per esser reperito, questo, necessitava o di un pagamento di dazi elevati o di riferirsi al mercato di contrabbando.
Fu così che la necessità di sostituire il cacao con una materia prima meno costosa divenne occasione per la nascita di un nuovo prodotto.
Cioccolato e nocciole iniziarono a fondersi per dar vita al primo cioccolatino monoporzione incartato in un involucro dorato.
Nel 1826 fu Pier Paul Caffarel, proprietario nonché cioccolatiere dell’omonima azienda, ad inventare un macchinario per produrre cioccolatini.
In società col cioccolatiere Michel Prochet, diversi anni dopo, prese luce questo cioccolatino dalla forma di barca rovesciata e dalla consistenza scioglievole al palato ma solida al tatto.
Nonostante la sua invenzione sembri risalire alla fine degli anni 20 del 1800, la storia del giandujotto sembra assumere la fama nel 1865, quando l’azienda Caffarel dà il compito alla tradizionale maschera torinese “Gianduja” di distribuire dei gianduiotti alla popolazione.
È da questo momento che, il givu, per associazione con la maschera carnevalesca, inizia ad essere chiamato giandujotto.
Sono state effettuate diverse ricerche per rinvenire la ricetta originale di questo prodotto e gli ingredienti che sembrano essere costanti nel tempo sono: zucchero, massa di cacao, nocciole.

Eusebio Serra
2025-07-25 18:11:24
Numero di risposte
: 21
La leggenda narra che il gianduiotto sia nato come conseguenza del blocco continentale del 1806 imposto da Napoleone.
Infatti, il cacao in quel periodo era difficilmente reperibile, oltre a essere particolarmente caro.
Si dice quindi che, in Piemonte, molti chocolatier, come Michele Prochet, avessero iniziato a produrre cioccolato sostituendo parte dell'impasto con le nocciole, prodotto tipico e abbondante nelle colline della regione.
Il potere dell'invenzione
Ma è andata davvero così?
Non si sa.
Quel che è certo è che, più in avanti, l'invenzione di una macchina per la preparazione industriale del cioccolato, da parte di Giovanni Martino Bianchini, ha contribuito notevolmente alla creazione di ciò che oggi chiamiamo gianduiotto.
L'arrivo di Pierre Paul Caffarel nella Torino del 1832 cambia poi le sorti del panorama cioccolatiero.
Insieme al chocolatier Michele Prochet, Paul Caffarel fonda la Caffarel Prochet & C., e, come tutti gli altri pasticceri e chocolatier dell'epoca, a causa del rincaro del cacao, sostituiscono una parte dell'impasto del cacao con le nocciole delle Langhe, presenti in abbondanza nel territorio.
L'esordio vero e proprio del cioccolatino torinese per eccellenza avviene nel Carnevale del 1865: in questa occasione una maschera tipica piemontese, Gianduja, distribuiva i famosi cioccolatini alla gente in festa, che da questo momento in poi furono chiamati gianduiotti.

Giuseppe Rossi
2025-07-18 02:13:30
Numero di risposte
: 15
Il gianduiotto è nato a Torino nel XIX secolo, durante il periodo napoleonico. La sua invenzione è strettamente legata alle restrizioni commerciali imposte dal Blocco Continentale di Napoleone, che rendevano difficile importare il cacao. Per ovviare alla scarsità di cacao, i cioccolatai torinesi iniziarono a mescolarlo con ingredienti locali più facilmente reperibili.
Nel 1852, il cioccolataio Michele Prochet ebbe l’idea di miscelare il cacao con le nocciole delle Langhe, rinomata per la qualità delle sue nocciole. Questa innovazione permise di ridurre la quantità di cacao necessaria e creò un nuovo tipo di cioccolato, chiamato “gianduia”.
Successivamente, nel 1865, durante il Carnevale di Torino, Prochet e Caffarel presentarono ufficialmente il gianduiotto, un cioccolatino dalla caratteristica forma a barchetta rovesciata, avvolto in una carta dorata.
Il gianduiotto è diventato il simbolo di Torino e della sua tradizione cioccolatiera. È strettamente associato alla maschera di Carnevale “Gianduja“, un personaggio popolare della commedia dell’arte piemontese, che rappresenta l’allegria e la bontà d’animo.
Questa associazione ha contribuito a radicare il gianduiotto nella cultura e nelle tradizioni torinesi.
Il gianduiotto rappresenta un perfetto esempio di come la creatività e l’adattamento alle circostanze possano dare vita a nuovi prodotti che diventano parte integrante della cultura e della tradizione di un luogo.

Vinicio Santoro
2025-07-17 23:04:45
Numero di risposte
: 15
Il gianduiotto è senza dubbio il cioccolatino più famoso di Torino, anzi forse proprio d’Italia.
Il gianduiotto, chiamato giandojòt in piemontese, dunque è un po’ anche la sintesi di secoli di storia torinese.
La storia dell’epoca, anzi del secolo, entra a piedi pari in questa narrazione: infatti si pensa che il gianduiotto è nato a causa di motivazioni socio-politiche dovute al blocco napoleonico imposto nel 1806.
Il cacao in quel periodo era molto difficile da reperire, oltre a essere costoso, dunque in Piemonte molti cioccolatieri sostituirono parte dell’impasto con le nocciole, tipiche della zona.
La tonda gentile piemontese, qualità di nocciola che si coltiva qui, diventò così l’ingrediente che decretò la fortuna del gianduiotto.
Quindi fu il blocco del cacao a spingere i cioccolatieri delle Torino dell’epoca a rimboccarsi le maniche e a trovare soluzioni alternative.
L’arrivo in città di Pierre Paul Caffarel nel 1832 cambia poi le sorti di questo panorama, segnando definitivamente l’utilizzo della nocciola nella pasticceria piemontese.
Con una di quelle campagne pubblicitarie degne del nostro secolo, il gianduiotto venne presentato al pubblico torinese nel 1865 grazie a un personaggio del carnevale storico: la maschera Gianduja, un personaggio popolare dell’astigiano, che diede poi il nome al cioccolatino.

Dimitri Greco
2025-07-17 23:01:14
Numero di risposte
: 19
Il giandojòt, con la sua forma inconfondibile di barca rovesciata, è composto da un tipo di cioccolata denominata gianduia.
La gianduia o gianduja è un tipo di impasto di cioccolato nato proprio a Torino nel 1806.
La sua creazione si attribuisce agli ingegnosi cioccolatai torinesi che, durante il blocco economico ordinato da Napoleone per i prodotti dell’industria britannica e delle sue colonie, sostituirono l’ormai costosissimo cacao con la nocciola tonda gentile delle Langhe.
Fu così che nacque questo golosissimo impasto.
Il successo fu immediato e tale da far entrare di diritto questo cioccolatino tra le delizie tradizionali della gastronomia torinese.
Da allora ogni anno vengono prodotti milioni di gianduiotti, industriali e artigianali, gustati in Italia e non solo.
Una dolcezza e un sapore unico che da Torino ha fatto il giro del mondo.

Assia Bianchi
2025-07-17 21:32:48
Numero di risposte
: 13
La sua storia è ormai secolare e, visto il periodo storico, i presupposti della sua nascita non facevano ben sperare, tanto venir considerato il cioccolatino della crisi.
La leggenda del Gianduiotto narra infatti che le guerre ed il blocco continentale di inizio Ottocento imposto da Napoleone abbiano fatto aumentare spropositamene il prezzo di molte materie prime, tra cui il cacao, diventato quindi un bene di lusso.
Caffarel ebbe quindi un'intuizione che si rivelò geniale: sostituire parte del cacao con le economiche nocciole piemontesi, che abbondavano.
Al cacao, furono quindi unite le nocciole Tonde Gentile del Piemonte, oggi rinomate per la loro qualità, sminuzzate e ridotte in pasta.
Il risultato fu un successo.
Durante il Carnevale 1865 i Givu furono presentati al pubblico: questi nuovi cioccolatini furono distribuiti per le vie della città dalla maschera tradizionale torinese, Gianduja.
Questo episodio lo battezzò ufficialmente come Gianduiotto.
Da quella che sembrava essere la storia di un semplice ripiego, è nato invece un gioiellino oro che si scioglie in bocca e che oggi è conosciuto in tutto il mondo.
Leggi anche
- Qual è il gianduiotto originale?
- Qual è la storia del Gianduiotto?
- Qual è la storia del cioccolato gianduia?
- Qual è il miglior Gianduiotto?
- Quali sono gli ingredienti del Gianduiotto originale?
- Chi inventò il gianduiotto?
- Perché gianduia si chiama così?
- Qual è la differenza tra cioccolato e gianduia?