Qual è la storia del Gianduiotto?

Filippo Rossi
2025-08-04 18:42:52
Numero di risposte
: 25
Il gianduiotto, chiamato giandojòt in piemontese, dunque è un po’ anche la sintesi di secoli di storia torinese.
La storia dell’epoca, anzi del secolo, entra a piedi pari in questa narrazione: infatti si pensa che il gianduiotto è nato a causa di motivazioni socio-politiche dovute al blocco napoleonico imposto nel 1806.
Il cacao in quel periodo era molto difficile da reperire, oltre a essere costoso, dunque in Piemonte molti cioccolatieri sostituirono parte dell’impasto con le nocciole, tipiche della zona.
La tonda gentile piemontese, qualità di nocciola che si coltiva qui, diventò così l’ingrediente che decretò la fortuna del gianduiotto.
Con una di quelle campagne pubblicitarie degne del nostro secolo, il gianduiotto venne presentato al pubblico torinese nel 1865 grazie a un personaggio del carnevale storico: la maschera Gianduja, un personaggio popolare dell’astigiano, che diede poi il nome al cioccolatino.
Fu il blocco del cacao a spingere i cioccolatieri delle Torino dell’epoca a rimboccarsi le maniche e a trovare soluzioni alternative.
L’arrivo in città di Pierre Paul Caffarel nel 1832 cambia poi le sorti di questo panorama, segnando definitivamente l’utilizzo della nocciola nella pasticceria piemontese.
Ma facendo un passo indietro è grazie all’invenzione dell’imprenditore Giovanni Martino Bianchini del primo macchinario per la lavorazione del cioccolato per scopi industriali, che tutto il comparto della cioccolateria prese il volo.
Anche Caffarel, che acquistando i macchinari diede il via alla sua produzione insieme al socio d’affari Michele Prochet, fondando così nel 1852 la Caffarel-Prochet.

Carla Morelli
2025-07-28 16:08:03
Numero di risposte
: 20
La gianduia o gianduja è un tipo di impasto di cioccolato nato proprio a Torino nel 1806.
La sua creazione si attribuisce agli ingegnosi cioccolatai torinesi che, durante il blocco economico ordinato da Napoleone per i prodotti dell’industria britannica e delle sue colonie, sostituirono l’ormai costosissimo cacao con la nocciola tonda gentile delle Langhe.
Fu così che nacque questo golosissimo impasto.
Fu il chocolatier Michele Prochet, in società con Caffarel, a perfezionare la ricetta del gianduiotto, all’epoca chiamato “givu”, aggiungendo le nocciole tostate e macinate finemente.
La piccola pepita d’oro della Caffarel fu presentata al pubblico durante i festeggiamenti del carnevale del 1865 dalla maschera torinese Gianduja.
Da questo episodio e dalla maschera Gianduia, i deliziosi cioccolatini hanno preso il nome di gianduiotti.
Il successo fu immediato e tale da far entrare di diritto questo cioccolatino tra le delizie tradizionali della gastronomia torinese.
Da allora ogni anno vengono prodotti milioni di gianduiotti, industriali e artigianali, gustati in Italia e non solo.
Una dolcezza e un sapore unico che da Torino ha fatto il giro del mondo.

Eleonora Marchetti
2025-07-17 23:08:27
Numero di risposte
: 23
La sua storia è ormai secolare e, visto il periodo storico, i presupposti della sua nascita non facevano ben sperare, tanto venir considerato il cioccolatino della crisi.
La leggenda del Gianduiotto narra infatti che le guerre ed il blocco continentale di inizio Ottocento imposto da Napoleone abbiano fatto aumentare spropositamene il prezzo di molte materie prime, tra cui il cacao, diventato quindi un bene di lusso.
Caffarel ebbe quindi un'intuizione che si rivelò geniale: sostituire parte del cacao con le economiche nocciole piemontesi, che abbondavano.
Al cacao, furono quindi unite le nocciole Tonde Gentile del Piemonte, oggi rinomate per la loro qualità, sminuzzate e ridotte in pasta.
Il risultato fu un successo.
Inizialmente, furono chiamati Givu, "mozziconi di sigaro" in piemontese.
Durante il Carnevale 1865 i Givu furono presentati al pubblico: questi nuovi cioccolatini furono distribuiti per le vie della città dalla maschera tradizionale torinese, Gianduja.
Questo episodio lo battezzò ufficialmente come Gianduiotto.
Da quella che sembrava essere la storia di un semplice ripiego, è nato invece un gioiellino oro che si scioglie in bocca e che oggi è conosciuto in tutto il mondo.
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