Qual è la storia del Gianduiotto?
Filomena Martino
2025-09-01 14:22:22
Numero di risposte
: 25
Il gianduiotto è nato a Torino nel XIX secolo, durante il periodo napoleonico. La sua invenzione è strettamente legata alle restrizioni commerciali imposte dal Blocco Continentale di Napoleone, che rendevano difficile importare il cacao. Per ovviare alla scarsità di cacao, i cioccolatai torinesi iniziarono a mescolarlo con ingredienti locali più facilmente reperibili. Nel 1852, il cioccolataio Michele Prochet ebbe l’idea di miscelare il cacao con le nocciole delle Langhe, rinomata per la qualità delle sue nocciole. Questa innovazione permise di ridurre la quantità di cacao necessaria e creò un nuovo tipo di cioccolato, chiamato “gianduia”. Successivamente, nel 1865, durante il Carnevale di Torino, Prochet e Caffarel presentarono ufficialmente il gianduiotto, un cioccolatino dalla caratteristica forma a barchetta rovesciata, avvolto in una carta dorata. Il gianduiotto è diventato il simbolo di Torino e della sua tradizione cioccolatiera. È strettamente associato alla maschera di Carnevale “Gianduja“, un personaggio popolare della commedia dell’arte piemontese, che rappresenta l’allegria e la bontà d’animo. Questa associazione ha contribuito a radicare il gianduiotto nella cultura e nelle tradizioni torinesi. Il gianduiotto rappresenta un perfetto esempio di come la creatività e l’adattamento alle circostanze possano dare vita a nuovi prodotti che diventano parte integrante della cultura e della tradizione di un luogo.
Gianmaria Messina
2025-08-22 19:37:16
Numero di risposte
: 15
La storia del gianduiotto prodotto a Torino nasce tanto tempo fa.
Il gianduiotto è un cioccolatino al gusto gianduia, che si ottiene amalgamando il cacao e lo zucchero con la Nocciola Tonda Gentile delle Langhe tostata e macinata.
La storia del gianduiotto ebbe inizio grazie ai maestri cioccolatai torinesi che nel 1806, a causa del blocco economico che Napoleone impose ai prodotti dell’industria britannica, sostituirono il cacao che ormai era diventata una materia prima molto costosa da reperire in Europa, con la più economica Nocciola Tonda Gentile delle Langhe.
I gianduiotti piemontesi furono prodotti per la prima volta nello stabilimento della Caffarel, nota industria dolciaria piemontese nella sede di Borgo San Donato, dal maitre chocolatier Michele Prochet e fu il primo cioccolatino ad essere incartato singolarmente.
I gianduiotti, piccola prelibatezza che si scioglie adagio sotto la lingua sprigionando in bocca un piacevole retrogusto di cacao e frutta secca, furono presentati al pubblico nel carnevale del 1865 durante il quale la maschera Gianduja li distribuiva per le vie della città.
Da questo episodio prese il suo nome ed iniziò a diffondersi nelle varie pasticcerie di Torino e nelle case dei cittadini che ne apprezzarono la dolcezza e la scioglievolezza uniche al mondo.
La storia dei gianduiotti è molto semplice.
All’inizio l’alta quantità di nocciole nell’impasto faceva si che fosse tagliato solo a mano, nel tempo le tecniche si industrializzarono e così oggi il gianduiotto è prodotto secondo due metodi: l’estrusione nel quale l’impasto viene direttamente colato su piastre grazie a macchinari creati su misura senza l’uso di forme.
In questo caso la consistenza del cioccolatino non è né troppo solida, né troppo fluida.
La seconda tecnica il colaggio in forme è un metodo più industriale e rende il gianduiotto più duro a causa di una minore quantità di cioccolato al suo interno.
Ancora oggi ogni anno vengono confezionati migliaia di gianduiotti che vengono distribuiti in tutto il mondo.
Liliana Monti
2025-08-15 21:19:17
Numero di risposte
: 19
La leggenda narra che il gianduiotto sia nato come conseguenza del blocco continentale del 1806 imposto da Napoleone.
Infatti, il cacao in quel periodo era difficilmente reperibile, oltre a essere particolarmente caro.
Si dice quindi che, in Piemonte, molti chocolatier, come Michele Prochet, avessero iniziato a produrre cioccolato sostituendo parte dell'impasto con le nocciole, prodotto tipico e abbondante nelle colline della regione.
Ma è andata davvero così?
Non si sa.
Quel che è certo è che, più in avanti, l'invenzione di una macchina per la preparazione industriale del cioccolato, da parte di Giovanni Martino Bianchini, ha contribuito notevolmente alla creazione di ciò che oggi chiamiamo gianduiotto.
L'arrivo di Pierre Paul Caffarel nella Torino del 1832 cambia poi le sorti del panorama cioccolatiero.
Insieme al chocolatier Michele Prochet, Paul Caffarel fonda la Caffarel Prochet & C., e, come tutti gli altri pasticceri e chocolatier dell'epoca, a causa del rincaro del cacao, sostituiscono una parte dell'impasto del cacao con le nocciole delle Langhe, presenti in abbondanza nel territorio.
Ma i due non si fermano qui: perfezionano l'impasto, macinando e tostando finemente le nocciole, per arrivare alla creazione del "givu" (letteralmente mozzicone, ma da interpretare con il significato di bocconcino), e cioè l'antenato del gianduiotto.
L'esordio vero e proprio del cioccolatino torinese per eccellenza avviene nel Carnevale del 1865: in questa occasione una maschera tipica piemontese, Gianduja, distribuiva i famosi cioccolatini alla gente in festa, che da questo momento in poi furono chiamati gianduiotti.
Serse Fontana
2025-08-11 03:10:44
Numero di risposte
: 31
La storia del Giandujotto e i benefici del cioccolato
Il gianduiotto è un cioccolatino davvero gustoso.
Nato a Torino nel 1806, nasce per esigenze di mercato durante il blocco economico di Napoleone.
I cioccolatai torinesi, infatti, iniziarono a utilizzare la nocciola tonda gentile delle Langhe per sostituire il cacao che aveva raggiunto dei costi davvero elevati.
La nuova ricetta invece, poteva produrre il giandujotto che conosciamo oggi ma con un costo molto più basso e sicuramente con una materia prima molto più facile da reperire.
Più avanti, la società dolciaria Caffarel fu la prima a perfezionare la ricetta e ad incartare il giandujotto come una gustosa monoporzione.
Il “Givu” soprannome del cioccolatino, verrà poi presentato al pubblico nel 1865 durante il Carnevale.
La maschera torinese Gianduja, infatti, distribuì il nuovo golosissimo dolcetto ed è da qui che poi prenderà il nome che conosciamo oggi.
Con il suo successo, il giandujotto è diventato una delle prelibatezze della tradizione gastronomica torinese, diventando così, famoso in tutto il mondo.
Filippo Rossi
2025-08-04 18:42:52
Numero di risposte
: 25
Il gianduiotto, chiamato giandojòt in piemontese, dunque è un po’ anche la sintesi di secoli di storia torinese.
La storia dell’epoca, anzi del secolo, entra a piedi pari in questa narrazione: infatti si pensa che il gianduiotto è nato a causa di motivazioni socio-politiche dovute al blocco napoleonico imposto nel 1806.
Il cacao in quel periodo era molto difficile da reperire, oltre a essere costoso, dunque in Piemonte molti cioccolatieri sostituirono parte dell’impasto con le nocciole, tipiche della zona.
La tonda gentile piemontese, qualità di nocciola che si coltiva qui, diventò così l’ingrediente che decretò la fortuna del gianduiotto.
Con una di quelle campagne pubblicitarie degne del nostro secolo, il gianduiotto venne presentato al pubblico torinese nel 1865 grazie a un personaggio del carnevale storico: la maschera Gianduja, un personaggio popolare dell’astigiano, che diede poi il nome al cioccolatino.
Fu il blocco del cacao a spingere i cioccolatieri delle Torino dell’epoca a rimboccarsi le maniche e a trovare soluzioni alternative.
L’arrivo in città di Pierre Paul Caffarel nel 1832 cambia poi le sorti di questo panorama, segnando definitivamente l’utilizzo della nocciola nella pasticceria piemontese.
Ma facendo un passo indietro è grazie all’invenzione dell’imprenditore Giovanni Martino Bianchini del primo macchinario per la lavorazione del cioccolato per scopi industriali, che tutto il comparto della cioccolateria prese il volo.
Anche Caffarel, che acquistando i macchinari diede il via alla sua produzione insieme al socio d’affari Michele Prochet, fondando così nel 1852 la Caffarel-Prochet.
Carla Morelli
2025-07-28 16:08:03
Numero di risposte
: 19
La gianduia o gianduja è un tipo di impasto di cioccolato nato proprio a Torino nel 1806.
La sua creazione si attribuisce agli ingegnosi cioccolatai torinesi che, durante il blocco economico ordinato da Napoleone per i prodotti dell’industria britannica e delle sue colonie, sostituirono l’ormai costosissimo cacao con la nocciola tonda gentile delle Langhe.
Fu così che nacque questo golosissimo impasto.
Fu il chocolatier Michele Prochet, in società con Caffarel, a perfezionare la ricetta del gianduiotto, all’epoca chiamato “givu”, aggiungendo le nocciole tostate e macinate finemente.
La piccola pepita d’oro della Caffarel fu presentata al pubblico durante i festeggiamenti del carnevale del 1865 dalla maschera torinese Gianduja.
Da questo episodio e dalla maschera Gianduia, i deliziosi cioccolatini hanno preso il nome di gianduiotti.
Il successo fu immediato e tale da far entrare di diritto questo cioccolatino tra le delizie tradizionali della gastronomia torinese.
Da allora ogni anno vengono prodotti milioni di gianduiotti, industriali e artigianali, gustati in Italia e non solo.
Una dolcezza e un sapore unico che da Torino ha fatto il giro del mondo.
Eleonora Marchetti
2025-07-17 23:08:27
Numero di risposte
: 24
La sua storia è ormai secolare e, visto il periodo storico, i presupposti della sua nascita non facevano ben sperare, tanto venir considerato il cioccolatino della crisi.
La leggenda del Gianduiotto narra infatti che le guerre ed il blocco continentale di inizio Ottocento imposto da Napoleone abbiano fatto aumentare spropositamene il prezzo di molte materie prime, tra cui il cacao, diventato quindi un bene di lusso.
Caffarel ebbe quindi un'intuizione che si rivelò geniale: sostituire parte del cacao con le economiche nocciole piemontesi, che abbondavano.
Al cacao, furono quindi unite le nocciole Tonde Gentile del Piemonte, oggi rinomate per la loro qualità, sminuzzate e ridotte in pasta.
Il risultato fu un successo.
Inizialmente, furono chiamati Givu, "mozziconi di sigaro" in piemontese.
Durante il Carnevale 1865 i Givu furono presentati al pubblico: questi nuovi cioccolatini furono distribuiti per le vie della città dalla maschera tradizionale torinese, Gianduja.
Questo episodio lo battezzò ufficialmente come Gianduiotto.
Da quella che sembrava essere la storia di un semplice ripiego, è nato invece un gioiellino oro che si scioglie in bocca e che oggi è conosciuto in tutto il mondo.
Leggi anche
- Qual è il gianduiotto originale?
- Qual è la storia del Gianduiotto di Torino?
- Qual è la storia del cioccolato gianduia?
- Qual è il miglior Gianduiotto?
- Quali sono gli ingredienti del Gianduiotto originale?
- Chi inventò il gianduiotto?
- Perché gianduia si chiama così?
- Qual è la differenza tra cioccolato e gianduia?