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Chi ha il colon irritabile può mangiare il cavolo?

Cosetta Montanari
Cosetta Montanari
2025-06-24 22:50:06
Numero di risposte: 3
Avendo solo 25 calorie ogni 100 grammi di prodotto, è consigliabile anche durante le diete dimagranti, purchè non si abbiano problemi di colon irritabile. Grandi quantità di cavolfiore, infatti, possono provocare gonfiore e problemi gastrointestinali.
Fernando Coppola
Fernando Coppola
2025-06-24 22:19:46
Numero di risposte: 6
Chi soffre di colon irritabile dovrebbe fare attenzione a verdura cavoli, carciofi, cipolle, rucola, cetrioli. I cibi da evitare e quelli da preferire sono diversi nel paziente con stipsi o meteorismo rispetto al paziente con diarrea. In base alle manifestazioni intestinali prevalenti del singolo paziente, il medico nutrizionista è in grado di impostare un regime alimentare mirato al controllo della sintomatologia. Potrà inoltre aiutare il paziente a regolare l’assunzione di liquidi e le modalità di assunzione dei pasti, a modulare l’assunzione di fibre in base alle manifestazioni e a regolarsi in autonomia nei momenti di più intensa manifestazione dei sintomi. Per evidenziare gli alimenti in grado di causare reazioni, possono essere utili diete di esclusione/reinserimento dei cibi sospettati. Ridurre l’apporto di alimenti che aumentano la produzione di gas intestinali.
Raoul Conte
Raoul Conte
2025-06-24 20:51:58
Numero di risposte: 4
Chi soffre della sindrome dell’intestino irritabile deve evitare di mangiare i cibi che, fermentando, favoriscono la comparsa dei sintomi. I cibi “no” vanno sotto l’etichetta Fodmap, ovvero oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli, micronutrienti dal potere fermentativo. Verdura: asparagi, cipolla, aglio, porri, asparagi, barbabietola, cavolo verza, mais dolce, sedano. Sono alimenti ricchi di zuccheri che, una volta digeriti, restano nell’intestino richiamando acqua. La loro sovra-fermentazione è ciò che causa i disturbi. L’intervento dietetico può portare importanti benefici: eliminando per 21 giorni i cibi Fodmap può migliorare l’intera sintomatologia. È sempre raccomandabile farsi dare precise indicazioni dal medico o dal nutrizionista anche perché dietro questi sintomi potrebbe nascondersi la sensibilità al glutine o altre patologie più importanti.