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Perché si dice pan per focaccia?

Salvatore Caruso
Salvatore Caruso
2025-07-29 13:12:17
Numero di risposte : 15
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Il modo di dire, che è tuttora molto diffuso, in origine aveva anche un significato positivo riferendosi alle usanze di buon vicinato quando cioè chi aveva cotto delle focacce, fatte con della farina ricevuta in prestito ne donava qualcuna al suo vicino che ricambiava con del pane. Al torto si risponde con un torto ancora maggiore. Inoltre già nell'antica Roma erano in uso espressioni simili come "Par pro pari referre", "Par pari hostimentum dare" o "Nulli nocendum: siquis vero laeserit, multandum simili iure". Italia: Occhio per occhio, dente per dente.
Valentina Vitale
Valentina Vitale
2025-07-29 12:30:44
Numero di risposte : 14
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La frase è riferita a chi ricambia con eguale o maggiore asprezza una offesa, un torto o un danno ricevuti. Il detto deriva probabilmente da una usanza dei viandanti medievali che portavano con sè un pane fatto con cereali poveri, anzichè con il frumento, poco lievitato, quindi duro ma facilmente trasportabile in quanto ammuffiba difficilmente e poteva essere inzuppato nelle varie zuppe preparate lungo il viaggio. Questi pani venivano cotti direttamente sulla brace e perciò chiamati focaccia e erano un prodotto molto meno pregiato del pane vero e proprio fatto con farina di frumento, quindi “rendere pan per focaccia” significa proprio ricambiare un torto.
Costanzo Morelli
Costanzo Morelli
2025-07-29 11:20:12
Numero di risposte : 8
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L’origine di questa espressione sembra derivare da una pratica alimentare medievale. I viaggiatori e i pellegrini portavano con sé un tipo di pane fatto con cereali poveri, meno raffinati rispetto alla farina di frumento. Questo pane, poco lievitato e duro, aveva il vantaggio di conservarsi a lungo senza ammuffire e poteva essere inzuppato nelle zuppe per ammorbidirlo. Tuttavia, era considerato un prodotto inferiore rispetto alla focaccia, che veniva cotta direttamente sulla brace ed era più pregiata. Da qui il significato figurato della locuzione: “rendere pan per focaccia” significa rispondere a un’azione, generalmente negativa, con un’altra di pari valore, proprio come se, invece di restituire la focaccia più pregiata, si restituisse il pane più povero e meno apprezzato. In altre parole, è un invito alla reciprocità, ma con una sfumatura di vendetta o rivalsa.
Santo Pellegrino
Santo Pellegrino
2025-07-29 11:15:16
Numero di risposte : 9
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Prendi ad esempio "rendere pan per focaccia": è uno dei detti più antichi della nostra cultura e presuppone la vendetta. Questo modo di dire si usa quando, in cambio di un'offesa, ne provochiamo una ancora più grossa. Possiamo dire che "render pan per focaccia" sia un sinonimo di "occhio per occhio dente per dente" o "ribattere colpo su colpo", ma è ancor più dispregiativo. Con le ultime due espressioni c'è un senso di equità, invece "pan per focaccia" è una vendetta effettuata con maggior asprezza, una reazione a un'offesa, un danno, un torto qualsiasi. Secondo la saggista, questa espressione è sempre stata travisata, perfino da Dante e Boccaccio. Il significato sarebbe molto positivo e si rifarebbe alle usanze di buon vicinato: quando qualcuno riceveva in prestito della farina, faceva delle focacce per tutti i vicini di casa che, da par loro, ricambiavano con del pane in un loop infinito di buone maniere che si sarebbe protratto nel tempo.
Danny Vitale
Danny Vitale
2025-07-29 10:35:33
Numero di risposte : 11
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L'espressione rendere pan per focaccia è riferita a chi ricambia con eguale o maggiore asprezza una offesa, un torto o un danno ricevuti. Di significato simile ai modi di dire occhio per occhio dente per dente o colpo su colpo. L'origine del motto è sconosciuta, ma già nell'antica Roma erano in uso similari sentenze come «Par pro pari referre», «Par pari hostimentum dare» o «Nulli nocendum: siquis vero laeserit, multandum simili iure». Secondo una diversa interpretazione l'espressione aveva in origine un significato positivo poiché si rifaceva alle usanze di buon vicinato quando cioè chi aveva cotto delle focacce, fatte con della farina ricevuta in prestito ne donava qualcuna al suo vicino il quale ricambiava con del pane: quindi una grande pagnotta per delle piccole focacce.