Quali sono le tradizioni del 31 ottobre?

Artes Costantini
2025-07-28 13:24:06
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: 10
La tradizione di Halloween era celebrata in Italia anche prima che prendesse il nome anglofono.
In Puglia, ad esempio, si ha la tradizione ormai secolare di porre delle zucche decorate fuori dalle case alla vigilia di Ognissanti e di accendere falò per illuminare le strade alle anime del purgatorio che in quella notte camminerebbero.
Identiche tradizioni si trovano in Friuli, Veneto e Abruzzo, dove si intagliano zucche a forma di teschio e ci si traveste per spaventare i morti che uscirebbero dalle tombe in quelle notti.
Anche la tradizione del dolcetto o scherzetto già era diffusa in Italia da prima.
Si pensi in Calabria, a Serra San Bruno, dove è usanza che si bussi alle porte dei vicini sussurrando “Mi lu pagate lu coccalu?” o in Sardegna, a Ogliastra e nel Nuorese, dove si chiede cibo e denaro sussurrando "Carchi cosa pro sas animas?".
Simboli di Halloween sono la zucca, che in origine, in epoca celtica, era una rapa e fu sostituita dai coloni inglesi americani in zucca, e il dolcetto e scherzetto, che invece deriva dalla tradizione da parte di cristiani di chiedere un offerta per i defunti.

Fatima Vitale
2025-07-28 10:37:29
Numero di risposte
: 14
Le tradizioni sarde legate a queste date sono un mix affascinante di antiche usanze pagane e influenze cattoliche, con riti e simboli che portano avanti il legame con i nostri antenati e con la natura.
La nostra versione di questa notte è chiamata “Sas Animas” o “Is Animeddas”, ed è dedicata alla commemorazione dei defunti.
In diverse parti dell’isola, soprattutto nei piccoli paesi, i bambini si vestono di abiti semplici e, armati di sacchetti, vanno di casa in casa chiedendo doni con la formula: “Carchi cosa pro sas animeddas?” (“Hai qualcosa per le anime?”).
L’usanza prevede che vengano dati dolci, frutta secca o piccoli doni, proprio come un nostro “Dolcetto o Scherzetto”, ma con un significato molto più legato alla tradizione.
I bambini, in cambio, recitano preghiere per i defunti delle famiglie visitate, mantenendo viva una tradizione che unisce il mondo dei vivi e quello degli spiriti.
Il giorno successivo, 1 novembre, in tutta Italia si celebra Ognissanti, una festa cattolica dedicata a tutti i santi.
In Sardegna, questa festa ha un forte legame con il rispetto e il ricordo dei defunti.
Le famiglie visitano i cimiteri per prendersi cura delle tombe dei propri cari, portando fiori e accendendo candele.
Ma non è tutto: in molte case sarde si prepara una tavola speciale, con pane, vino e dolci tipici, lasciati nella convinzione che le anime dei defunti tornino per una notte a fare visita ai loro cari.
Uno dei dettagli più affascinanti delle tradizioni sarde di Ognissanti è il cibo preparato in onore dei defunti.
Questo gesto affonda le radici in antichi riti pagani, dove si credeva che le anime tornassero a visitare i vivi durante questa notte di passaggio tra i mondi.
Alcuni dei dolci tipici preparati includono il pane dei morti, realizzato con ingredienti semplici come farina, zucchero e mandorle, oppure su pistiddu, una sorta di dolce ripieno di sapa, un liquore denso ottenuto dalla cottura del mosto d’uva.
Nonostante oggi queste tradizioni siano spesso integrate con influenze moderne come Halloween, in molti paesi della Sardegna si continua a mantenere vivo il rito di lasciare una sedia vuota a tavola e un pasto per accogliere simbolicamente le anime dei defunti.
Le tradizioni del 31 ottobre e del 1 novembre in Sardegna sono una finestra su un mondo antico, dove il rispetto per i defunti e il ciclo della vita sono al centro delle celebrazioni.
Se visiti la Sardegna durante questo periodo, noterai un’atmosfera unica: la tranquillità dei piccoli paesi, le processioni nei cimiteri illuminate da centinaia di candele, e quel senso di connessione tra passato e presente che rende questi giorni così speciali.

Ninfa Caruso
2025-07-28 08:49:20
Numero di risposte
: 10
La tradizione di Halloween deriva probabilmente da una contrazione della frase "All Hallows Eve" ovvero la notte di ognissanti festeggiata il 31 ottobre, data che nel quinto secolo avanti Cristo nell'Irlanda celtica coincideva con la fine dell'estate.
In questa ricorrenza - chiamata Samhain - i colori tipici erano l'arancio per ricordare la mietitura e quindi la fine dell'estate ed il nero a simboleggiare l'imminente buio dell'inverno.
Narra la leggenda che gli spiriti erranti di chi è morto durante l'anno tornino indietro la notte del 31 ottobre in cerca di un corpo da possedere per l'anno successivo.
I Celti credevano che in questa magica notte tutte le leggi fisiche che regolano lo spazio e il tempo venissero sospese, rendendo possibile la fusione del mondo reale e dell'aldilà.
Ovviamente i vivi non volevano essere posseduti!
Perciò i contadini dei villaggi rendevano le loro case fredde ed indesiderabili spegnendo i fuochi nei camini e rendevano i loro corpi orribili mascherandosi da mostri gironzolando tra le case per far scappare di paura tutti gli spiriti che incontravano!
Un'altra spiegazione del perché i Celti spegnessero ogni fuoco non risiede nello scoraggiare la possessione dei loro corpi, ma nel fatto che riaccendessero ogni focolare prendendo la fiamma da un unico gigantesco fuoco druidico che veniva acceso nella notte del 31 ottobre nel mezzo dell'Irlanda a Usinach.
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