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Cosa rappresentano le maschere sarde?

Germano Martinelli
Germano Martinelli
2025-08-26 22:46:21
Numero di risposte : 16
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Le maschere tradizionali sarde rappresentano la lotta tra l’uomo e la natura, la fatica del lavoro agricolo e il rapporto con il divino. Mamoiada – Le maschere più celebri sono i Mamuthones e gli Issohadores, figure misteriose che rappresentano il rapporto tra il contadino e gli spiriti della natura. I Mamuthones indossano pesanti campanacci e abiti di pelle nera, mentre gli Issohadores, con i loro vestiti rossi e bianchi, hanno il compito di “catturare” le persone con una fune simbolica. Le maschere tradizionali sarde non sono semplici travestimenti, ma portano con sé un significato profondo legato alla cultura agro-pastorale. Molte di esse rappresentano il duello tra l’uomo e la natura, il ciclo della vita, della morte e della rinascita. I pesanti campanacci simboleggiano la fatica e il sacrificio, mentre i movimenti delle maschere durante le sfilate richiamano riti propiziatori di fertilità e buon auspicio per l’anno nuovo. In alcune tradizioni, le maschere vengono anche associate a figure mitologiche e leggendarie che proteggono il villaggio e spaventano gli spiriti maligni.
Anastasio Negri
Anastasio Negri
2025-08-22 04:30:46
Numero di risposte : 28
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Le maschere sarde rappresentano antichi riti propiziatori per la natura. Alcuni studiosi li vedono come simboli della resistenza contro le avversità della vita, che si scontrano con le forze invisibili che minacciano l’uomo e la terra. Si tratta di travestimenti simbolici presumibilmente risalenti all'epoca nuragica che si legano a storie ancestrali e sfide contro le forze naturali e che raccontano di una profonda connessione con la terra. I Mamuthones eseguono un rito propiziatorio per il raccolto annuale. Gli Issohadores rappresenterebbero i pastori che col loro laccio cercano di catturare gli animali che si allontanano dal gregge. Pare che la sfilata del Carnevale di Mamoiada affondi le proprie radici in epoca nuragica, e che simboleggi la transumanza. Il loro compito è quello di “catturare” spettatori, in particolare donne e bambini, come segno di prosperità, salute e fertilità per il futuro. Questi spiriti silenziosi si muovono in gruppi di dodici elementi, simboleggiando i dodici mesi dell’anno, e camminano nel paese come in una trance rituale, segnando il passaggio del tempo, la lotta contro le forze oscure, e il ciclo agricolo che governa la vita della comunità.
Fortunata Morelli
Fortunata Morelli
2025-08-16 00:55:05
Numero di risposte : 19
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I carnevali tipici dei vari paesi della Sardegna hanno in comune alcune cose, poi sviluppate diversamente in ciascuno di essi: avevano una funzione sociale per la comunità, in genere di buon auspicio per la fertilità, attraverso il sacrificio o la penitenza per benedire il prossimo raccolto. Vi è almeno una maschera tipica, a volte anche due o tre, che ha fattezze animalesche, spesso munita di corna, prima che la Chiesa Cattolica cercò di limitarne l’utilizzo perchè troppo evocative del diavolo. Vi è sempre un capro espiatorio, una vittima, un sacrificio. Il sacrificato viene bruciato nel fuoco come finale d’espiazione collettiva e di buon auspicio. È la cenere che rende fertile il terreno oppure il sangue del sacrificato che fertilizza la terra in attesa della primavera. Nelle rappresentazioni vi sono dei pazzi, indemoniati, derivanti dai riti dionisici, in genere si muovono con un passo cadenzato. La maschera più famosa della Sardegna è quella dei Mamuthones: sono coperti di pelli di pecora, la maschera del viso è artigianale con tratti antropomorfi. Sembrano esseri bestiali e indemoniati, tale atteggiamento è rafforzato dal loro strano passo cadenzato e ritmato che provoca il rumore delle campanacce. I mamuthones sono 12, come i mesi dell’anno. Portano avanti una danza malinconica che ipnotizza e fa battere il cuore in coro con il loro ritmo. Il rituale pare sia originato per scacciare demoni, sia dalle persone che dalle greggi. Secondo altri studi rappresenterebbe la lotta dei sardi contro i mori. S’Issohadores partecipano alla sfilata dei mamuthones con casacca rossa, sonagli e armati di una sorta di lazo. Durante le sfilate prendono al lazo le persone, che diventano un sorta di capro espiatorio, di agnello sacrificale, ma non vi preoccupate perchè pare che in realtà porti fortuna. Dancano e lottano con i mamuthones e ne escono come vincitori, coloro che li comandano.
Ettore Negri
Ettore Negri
2025-08-08 15:59:13
Numero di risposte : 18
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Le maschere dei Mamuthones, Issohadores, Boes, e Merdules sono tra le più conosciute in Sardegna. Quello che forse il turista non conosce è che appartengono a due tradizioni diverse. I Mamuthones e gli Issohadores si distinguono per l’abbigliamento e per come procedono all’interno della sfilata. Mentre i Mamuthones, con la maschera nera e coperti di pelli di pecora nera e di campanacci, avanzano stanchi e cadenzati, gli Issohadores, con maschera bianca, corpetto rosso, camicia e pantaloni bianchi hanno un ruolo dominante e animano la processione. I Boes e i Merdules invece appartengono alla tradizione barbaricina del Carnevale di Ottana in provincia di Nuoro. Raffigurano la lotta tra la natura animalesca e l’intelligenza dell'uomo, e nelle parate del carnevale il Merdule insegue e cattura il Boe. I Mamuthones e Issohadores dei giorni nostri sono di fatto l’evoluzione popolare della storia Sarda. La loro origine si perde nella notte dei tempi. Alcuni affermano che risalga all’ Età Nuragica, per proteggersi dagli spiriti del male o per propiziare i raccolti. Altri la collegano a riti dionisiaci e infine altri a processioni cristiano.
Stefania Caputo
Stefania Caputo
2025-07-29 09:05:06
Numero di risposte : 23
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Le maschere sarde tradizionali vengono utilizzate principalmente in occasione del carnevale e delle feste di paese, ma hanno una storia e un’origine ben più antica. Celebrano il rito dell’aggiogamento del bestiame da parte del pastore e la lotta dell’uomo contro la natura. Le maschere sarde sono tante e diverse tra loro, a seconda della zona, del paese e del Carnevale in cui vengono utilizzate, anche se hanno spesso dei tratti comuni. Questo passo cadenzato rappresenta il passaggio continuo dallo stato normale all’estasi dionisiaca, ed è una danza macabra che li porta verso la tappa finale, dove saranno sacrificati. Sos Boes e Sos Merdules si inseguono in una danza per esorcizzare la trasformazione dell’uomo in bestia. S’Urtzu richiama la figura dell’Orco, ed è il protagonista dell’evento, in quanto vittima sacrificale del rito. Il personaggio di Su Bundu è contadino, con pantaloni di velluto, un cappotto largo, gambali di cuoio e una maschera di sughero con due corna, un lungo naso, pizzo e baffi. Su Componidori, è una delle più belle maschere della Sardegna, proveniente dalla Sartiglia di Oristano.