Dove nasce la pasta alla genovese?
Vera Leone
2025-08-18 11:21:40
Numero di risposte
: 23
La prima ipotesi ci fa andare indietro nel tempo, al periodo aragonese. Sembra che, all’epoca, il porto di Napoli pullulasse di bettole tenute da cuochi genovesi. Il piatto si sarebbe chiamato “genovese”, quindi, per l’origine di questi cuochi. Una seconda ipotesi attribuisce la creazione della genovese alla genialità di un cuoco di una delle migliori trattorie di Napoli. Infine, un’ultima ipotesi riporterebbe il tutto “verso Genova” e sposterebbe indietro nel tempo l’origine di questo piatto. Si narra che in un antichissimo libro di cucina napoletano in lingua latina, “Liber de coquina”, vi è una ricetta a titolo “De tria ianuensis”, tradotto in “La tria genovese”. Con il termine tria sembrerebbe che all’epoca si intendesse la pasta. La ricetta poi parla di un sugo preparato con le cipolle e con la carne.
Nadir Palumbo
2025-08-08 05:51:53
Numero di risposte
: 20
La Genovese a Napoli?
Secondo alcuni testi si chiama così pur essendo stata creata a Napoli perché era preparata da cuochi provenienti da Genova.
La ricetta creata a Napoli da cuochi di origine ligure.
Nei ricettari della corte borbonica col termine genovese veniva indicata una salsa più semplice e che quindi, presumibilmente, solo nella seconda metà dell’Ottocento la ricetta abbia assunto la sua versione attuale e, diremmo, napoletana.
Altre fonti storiche fanno risalire la ricetta ai marinai della “Superba” che sbarcavano a Napoli nel XVIII secolo portando con se anche le loro abitudini alimentari.
Cristina Rizzi
2025-07-31 02:28:19
Numero di risposte
: 26
Se anche voi avete sentito parlare più volte della "pasta alla genovese" (o anche semplicemente "la genovese"), non fatevi ingannare dal nome: non è un piatto originario del capoluogo ligure, bensì di quello partenopeo.
Ma perché allora "pasta alla genovese"?
Questo particolare tipo di condimento pare sia stato diffuso nel '600 a Napoli da alcuni osti genovesi che cucinavano la carne ricavandone un gustoso sugo per la pasta.
Nulla di cui meravigliarsi: d'altronde Genova e Napoli erano due importanti città de Mediterraneo, e ovviamente gli scambi (anche quelli gastronomici) erano frequenti.
Questo particolare sugo, la cui lavorazione è molto lunga, si abbina bene soprattutto con gli ziti, le candele, o le penne.
Se anche voi avete sentito parlare più volte della "pasta alla genovese" (o anche semplicemente "la genovese"), non fatevi ingannare dal nome: non è un piatto originario del capoluogo ligure, bensì di quello partenopeo.
Ma perché allora "pasta alla genovese"?
Questo particolare tipo di condimento pare sia stato diffuso nel '600 a Napoli da alcuni osti genovesi che cucinavano la carne ricavandone un gustoso sugo per la pasta.
Nulla di cui meravigliarsi: d'altronde Genova e Napoli erano due importanti città de Mediterraneo, e ovviamente gli scambi (anche quelli gastronomici) erano frequenti.
Questo particolare sugo, la cui lavorazione è molto lunga, si abbina bene soprattutto con gli ziti, le candele, o le penne.
Michael Monti
2025-07-31 00:01:26
Numero di risposte
: 19
La genovese è conosciuta soltanto dai napoletani, ma si potrebbe ricollegare al “boeuf à la mode” dei francesi. Il piatto risalirebbe al XV secolo, secondo un’antica leggenda. A quell’epoca la zona del porto di Napoli era gremita di bettole, in cui si preparava una pietanza a base di carne e molta cipolla idonea a sfamare i marinai genovesi che facevano sosta con le loro navi a Napoli una volta a settimana. Secondo un’altra leggenda, il piatto sarebbe, invece, stato ideato da un cuoco napoletano, vissuto nel XV secolo, che veniva soprannominato “O Genovese”, da cui, appunto, il nome della pietanza. Che sia vera la prima o la seconda versione non ci è dato sapere, ma una cosa è certa: “la Genovese” è un piatto nato in ambienti umili. Negli anni Settanta del Novecento, nell’Archivio Nazionale di Parigi, fu ritrovato un antico libro di cucina napoletana in latino volgare, dedicato a Carlo II d’Angiò, scritto nel 1300 da un anonimo della corte angioina. In questo testo si trova una ricetta, la numero 66, intitolata “De Tria Ianuensis” (Della Tria Genovese) che trova riscontro nell’odierna ricetta della Genovese.
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