Qual è nato prima, il supplì o l'arancino?

Shaira Vitale
2025-08-08 18:54:10
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: 17
Secondo una versione, la prima realizzazione di questo prodotto avvenne a Siracusa il 13 dicembre del 1646 in onore della festa di Santa Lucia e per festeggiare l'arrivo al porto cittadino di una nave piena zeppa di grano.
Tuttavia, c'è una storia mista leggenda secondo la quale questo prodotto sia nato nei primi anni dell'Ottocento grazie a un soldato francese che mentre passeggiava per le strade di Roma ha preso una polpetta di riso che era stata appena fritta.
Invece la prima volta che questo prodotto venne inserito in un menù delle trattorie romane era il 1874, in particolare fu inserito dalla storica trattoria della lepre.

Vitalba Riva
2025-07-30 09:07:59
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: 20
Il legame tra il supplì siciliano e la tradizione araba non sembra essere così certo.
Si pensa, infatti, che le palle di riso siano una preparazione nata nella seconda metà del XIX secolo prima come un dolce a base di riso e solo dopo come una specialità salata.
Il Dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi, il primo a registrare la forma dialettale arancinu, li definiva originariamente "una vivanda dolce di riso fatta alla forma della melarancia".
Quindi una pietanza dolce, non salata.
I passaggi dolce/salato non sono così infrequenti nelle varie fasi della gastronomia.

Elda Grassi
2025-07-30 08:35:39
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: 18
Andando poi a studiare le storie e le prime tracce che si trovano di queste ricette si viene a scoprire che probabilmente il supplì è un pochino più vecchio dell’arancino. La prima volta in cui il termine “arancinu” compare in versione salata è nel Nuovo vocabolario siciliano-italiano di Antonino Trina del 1868, ed è probabilmente a questa variante che si ispirano le “crocchette di riso composte” dell’Artusi nel 1891. Invece il primo supplì compare in una testimonianza scritta risalente al 1847 quando appare nel menu della Trattoria della Lepre a Roma con il nome di soplis di riso. La sua prima ricetta ufficiale però risale invece al 1929, scritta da Ada Boni e pubblicata ne “La Cucina romana”. Resta sempre di difficile determinazione quando una ricetta di uso popolare sia effettivamente nata, ma con buona evidenza i supplì erano già diffusi a Roma quando nascevano gli arancini.

Angela De Santis
2025-07-30 07:51:58
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: 23
La prima testimonianza scritta del supplì è datata 1874 e fa la sua comparsa nel menù della Trattoria della Lepre in Via dei Condotti, frequentata, tra gli altri, da Gogol e Melville.
In un’intervista di Sibilla Aleramo a James Joice del 1927, lo scrittore irlandese, nel rievocare il suo soggiorno romano di ventidue anni prima, fa riferimento al “supplittaro” che attraversava le strade della città eterna con il suo grande calderone fumante di olio.
Di sicuro l'esplosione su scala nazionale del principale “competitor”, il siciliano arancino, non ha aiutato.
Il piatto romano ha la forma di una polpetta allungata, è fatto esclusivamente con riso al ragù di carne e ha un cuore di mozzarella.
L'arancino, invece, si può trovare in molte forme, è più grande, e può avere le più svariate farciture.
Il supplì al telefono è uno dei più antichi street food su piazza.
I venditori ambulanti giravano per i vicoli con una “caldara” colma d’olio e li preparavano al momento per servirli caldi.
Oggi, invece, è facile trovarli in tutte le pizzerie e anche in qualche ristorante di buona levatura.
La tradizione vuole che la dicitura completa di questa tipica pietanza da rosticceria sia "supplì al telefono".
Quando si divide il fritto a metà per mangiarlo, la mozzarella che è all'interno crea un “filo” come quello che unisce la cornetta al telefono.
A Roma non c'è pizza senza supplì.
Eppure, il re dei fritti della tradizione culinaria capitolina è tanto famoso dentro il raccordo anulare quanto sconosciuto fuori dall'Urbe.
Ottimo sia come antipasto che da solo, la ragione per la quale il supplì non abbia riscosso consensi fuori da Roma rimane un mistero irrisolto.
La ricetta originale della specialità romana prevede che il sugo venga fatto con le rigaglie di pollo.
Tra le testimonianze storiche, affiora anche un illustre ammiratore del fritto romano.

Mietta Rizzi
2025-07-30 04:54:10
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: 23
Rispetto alle prime tracce che si trovano di queste ricette, si viene a scoprire che, probabilmente, il supplì è un pochino più vecchio dell’arancino. La prima volta in cui il termine “arancino” compare in versione salata – prima ve ne erano solo di dolci – è nel Nuovo vocabolario siciliano italiano di Antonino Trina del 1868 e non è da escludere che sia proprio questa la fonte di ispirazione delle “crocchette di riso composte” del celebre gastronomo Pellegrino Artusi nel 1891. Il primo supplì fa capolino in una testimonianza scritta che risale al 1847, nel menù della Trattoria della Lepre a Roma con il nome di soplis di riso. La sua prima ricetta ufficiale risale però al 1929, scritta da Ada Boni e pubblicata ne “La Cucina romana”. In merito a tale annosa questione è bene però precisare che determinare quando una ricetta di uso popolare sia effettivamente nata resta senza dubbio un arduo compito.

Ilario De Angelis
2025-07-30 04:36:43
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: 19
Per indagare le origini del supplì dobbiamo tornare indietro nel tempo, alla dominazione araba nel Regno di Sicilia,
gli Arabi introdussero per la prima volta il riso nel nostro paese, ed erano soliti appallottolarlo nella mano
le tradizioni culinarie del Regno di Sicilia, dove già da tempo venivano preparate gustose crocchette di riso
Secoli dopo,
le tradizioni culinarie del Regno di Sicilia, dove già da tempo venivano preparate gustose crocchette di riso
La storia del supplì come lo conosciamo oggi inizia ai primi dell’800,
La storia del supplì come lo conosciamo oggi inizia ai primi dell’800,
Il termine supplì probabilmente deriva proprio dall’italianizzazione del francese surprise.
Il supplì, o meglio “la soplis”
Tra i primi ricettari in cui appare il supplì, o meglio il “supplis”,
Da sottolineare il fatto che in queste ricette non è ancora presente il sugo, se non in maniera marginale,
Dobbiamo aspettare la pubblicazione de La cucina romana di Ada Boni, nel 1929,
Per arrivare al supplì come lo conosciamo oggi dobbiamo aspettare il secondo dopoguerra
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