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Ricette Siciliane

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Ammogghiu

L’Ammogghiu è una salsa fredda tipica della provincia di Trapani   le sue origini sono molto probabilmente Arabe, è presente in molti piatti della cucina di  Pantelleria è infatti conosciuta anche con il nome di Pesto Pantesco.
Molto versatile, può essere usata per condire Spaghetti, come condimento per bruschette e soprattutto per insaporire  carni e pesci alla griglia.
Oggi esistono molte varianti di questa salsa, piccole aggiunte che variano da famiglia a famiglia e da paese a paese, ma la base resta sempre la stessa del buon pomodoro,aglio, olio extra vergine d’oliva .

Ingredienti:

300g Pomodori maturi
1 Spicchio d’Aglio
3 Cucchiai d’Olio extra vergine d’oliva
Basilico
Origano ( io lo sostituisco con la menta )
Peperoncino
Sale
Acqua

 

Lavate i pomodori, immergeteli in acqua bollente per un paio di minuti ,togliete loro la buccia,privateli dei semi e schiacciate la polpa con una forchetta . in un mortaio pestate l’aglio con le erbe aromatiche ,il peperoncino e il sale e l’olio, aggiungete la polpa di pomodoro e continuate a mescolare fino ad ottenere una consistenza cremosa, aggiungete altro olio se necessario e un filo d’acqua per diluire leggermente la salsa.
lasciate riposare una decina di minuti e gustatela.

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Muffulette

La Muffuletta è un pane di grano duro tipico Siciliano, ha la forma di un focaccia tonda  e viene consumato soprattutto in prossimità della festività di San Martino accompagnata da un buon bicchiere di vino novello e condita con l’olio nuovo.
Esistono diverse varietà di muffulette, a Palermo per esempio hanno dimensioni più piccole  mettono i semi di sesamo sopra, e vengono condite con le famose Panelle o la Meusa.
La Muffuletta di cui vi parlo io  è tipica della valle del Belice e oltre a non prevedere semi di sesamo sopra,  ha la particolarità di contenere all’interno dell’impasto dei semi di finocchio che la rendono ancora più  profumata.
Nel mia città d’origine Alcamo si consumano tutto l’inverno, durante il fine settimana nei Forni si fa la fila per riuscire a portare a casa queste pagnottelle profumate.
Da quando mi sono trasferita a Pescara non avendo più la possibilità di trovarle calde e fragranti al panificio sotto casa, mi sono messa alla ricerca della ricetta giusta e dopo tanti fallimenti e piccoli progressi finalmente sono approdata alla “Ricetta Perfetta”.
Perfetta non perché sia l’originale o cascasse il mondo cosi deve essere fatta, ma è quanto di più si avvicina nel sapore, profumo e consistenza alle muffulette della mia città.

 

Ingredienti:

1Kg di Farina di grano duro (Rimacino)
10 g Lievito di Birra
600ml d’Acqua
100ml d’Olio
10g di Semi di Finocchio
20g Sale

Per Condire
Pomodoro da insalata
Olio extra vergine d’oliva
Acciughe
Pecorino Primo Sale Siciliano
Origano
Sale e Pepe
Ricotta fresca di pecora

Mettete all’interno della planetaria ( altrimenti impastate a mano) la farina,  il lievito spezzettato,aggiungete tutta l’acqua e fate lavorare l’impasto fino a a che non si presenta liscio e uniforme, unite l’olio poco alla volta aspettando che si assorba completamente prima di aggiungerne altro e infine mettete il sale e i semi di finocchio, lavorate ancora un paio di minuti. Trasferite l’impasto sul vostro piano di lavoro ben pulito e infarinato, formate una pagnotta tonda ( portando i bordi verso l’interno) e mettete a lievitare per 2 ore circa coprendo l’impasto con canovaccio pulito.
Trascorse le 2 ore formare dei panetti di circa 180g, con l’aiuto di un mattarello schiacciateli un po’ e infarinateli.  disponeteli su una teglia coperta di carta forno mantenendo una certa distanza tra loro farli lievitare per un altra ora.
Accendere il forno a 200° e infornare per una quindicina di minuti, fino a doratura della muffuletta ( decidete voi se vi piace più o meno cotta).
Lasciar un attimo intiepide, portare in tavola e condire con pomodoro ,olio acciughe, origano, primo sale oppure semplicemente con la ricotta fresca.

 

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Bruschette con Ricotta

Due settimane in Sicilia per ricordarmi se mai mi fossi dimenticata  come la Ricotta sia la regina incontrastata di moltissime ricette siciliane, vi racconto la giornata gastronomica di un potenziale turista che passa le vacanze al mio paese Alcamo in provincia di Trapani.
 Colazione con Cornetto alla ricotta se vogliamo restare sul tradizionale oppure per i più coraggiosi  ( chi regge il fritto al mattino per intenderci ) una bella Iris fritta il cui ripieno è di ricotta ovviamente oppure Ravazzate , Rollè, immaginate tutto quello che è possibile riempire di ricotta lo troverete in ogni bar del paese.
Il pranzo?!! Che ne dite di due bruschettine alla ricotta per antipasto? 😉

Come queste che ho preparato io, stra buone. Poi continuerei con un bel piatto di busiate con sugo freschissimo profumato al basilico e una bella cucchiaiata di ricotta fresca ,viene fuori una cremina che fa resuscitare i morti, e di una magnifica norma che ne pensate? con una bella grattugiata di ricotta salata sopra se non siete ancora sazi potete continuare a stuzzicare l’appettito con una frittattina di ricotta profumata alla menta, il secondo ve lo risparmio.

Ma dopo pranzo un bel cannolo è d’obbligo.
Per la merenda una cassatedda, una sfincia, una cassatina,un bel gelato fate voi 😉

Per la cena dopo questa overdose di ricotta  decidete tra un veloce pane cunzatu, un bel panino Panelle e crocchè se volete assaporare dell’ottimo street food oppure concedetevi una cena con i fiocchi in uno dei tanti agriturismi della zona  e se come me amate il pesce non scordatevi del couscous alla trapanese.

Praticamente vi ho descritto quelle che sono le mie giornate qui a casa, e si mi tratto proprio male 😉
Fortuna che le grandi nuotate mi permettono di sciupare tante energie …stranamente l’ago della bilancia non si è ancora mosso verso l’alto. Restano ancora più di 10 giorni di questa stupenda vita, latiterò ancora un po’ qui sul blog, un abbraccio a tutti i miei lettori a prestissimo!!!

Bruschette alla Ricotta

Ingredienti:

Pane per bruschette
Aglio
Olio extra vergined’oliva
Peperoncino
Ricotta di pecora freschissima
Menta

Tagliate a fette il pane e abbrustolitelo sulla griglia da entrambe le parti.
Strusciate sulle fette di pane caldo lo spicchio d’aglio conditele con una cucchiata di ricotta un filo d’olio e completate con una spolverata di peperoncino e foglioline di menta fresca.

Accompagnatele a un calice di vino bianco ghiacciato ,io vi suggerisco il Bianco d’Alcamo doc avrete un aperitivo di sicuro successo.

 
English version:
 

Ingredients :

 Bread for bruschetta
Garlic
Extra vergined’oliva
Chilli
Fresh ricotta 
Mint

Cropped Sliced ​​bread and abbrustolitelo on the grid on both sides.
Passed on slices of warm bread garlic clove season with a spoonful of cottage cheese a little olive oil and finish with a sprinkling of pepper and fresh mint leaves.

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Pizza alla seconda

Avevo già scritto un post sulla pizza qui, oggi vi voglio parlare di un altro impasto e di altri ingredienti, il malto d’orzo per esempio, sentivo parlare da tutte le parti dei risultati meravigliosi che dà il malto d’orzo nella panificazione mi sono decisa a provarlo.
Il Malto d’orzo è un dolcificante naturale ed essendo ricco di zuccheri complessi ed enzimi favorisce  la lievitazione rendendo la superficie del pane dorata e croccante, migliora il gusto e rende le pizze più saporite e inoltre nei mesi freddi riduce i problemi di lievitazione dovuti agli sbalzi di temperatura.
Sarà vero mi chiedevo , possono pochi grammi di malto cambiare il
risultato di un impasto? ebbene si in quanto a croccantezza e colore il
risultato c’è e si vede, io l’ho provato per la pizza sul pane devo ancora sperimentare…ma lo farò presto la scorta di Malto in dispensa è in attesa…

 In questa pizza rispetto a quella pubblicata prima di diverso c’è anche la cottura , ho usato la pietra refrattaria quasi a simulare la cottura nei vecchi forni di pietra …non è proprio la stessa cosa ,ma si fa quel che si può…

Ingredienti:

Per l’impasto:
500g Farina per Pizza
Acqua q.b
7/8 g di MaltoD’orzo biologico
1 cucchiaio d’olio
12 g Lievito di birra
Sale

Per condire.

Per L’Origanata:
Pomodoro Pelato
Cipolla fresca
Origano
2 Acciughe
Pecorino grattugiato
Olio Extra vergine d’Oliva

Per la Fave e Pancetta:

Fave fresche
Pancetta Coppata
Mozzarella per pizza
Olio Extra Vergine d’Oliva

Per la Biancaneve:

Rucola
 Prosciutto Crudo ( anche il salame piccante va benissimo)
Mozzarella per pizza

Disponete la farina setacciata  su una spianatoia  sciogliete il lievito in un po’ d’acqua a temperatura ambiente aggiungete il malto mescolate e cominciate ad impastare a questo punto aggiungete il sale, il cucchiaio d’olio e continuate a lavorare l’impasto fino a quando non si presenta liscio e sodo, riponetelo in un recipiente a bordi alti copritelo e lasciatelo lievitare per almeno un paio d’ore.  trascorse le 2 ore formate dei panetti del peso di 180 g circa e fate lievitare nuovamente.
Preparate gli ingredienti che vi serviranno per condire la pizza, condite il pomodoro pelato ,tritate la mozzarella, affettate la cipolla e mettete a portata di mano tutti gli altri ingredienti.
Accendete il forno alla massima potenza dopo aver sistemato la pietra refrattaria e fate scaldare bene, stendete il primo panetto con le mani sul la pala che poi vi servirà per infornare e che avrete ben infarinato, condite la pizza con pomodoro pelato, acciughe spezzettate cipolla fresca pecorino grattugiato e una spolverata abbondante di origano ( sappiate che questa è la vera pizza siciliana ) una spruzzata d’olioe dritta  in forno per pochissimi minuti , nel frattempo preparate l’altra con mozzarella e un po’ d’olio cosi in forno e poi completata con fave crude pancetta coppata e pecorino a fettine, lo stesso vale per la Biancaneve ( il nome l’ho rubato alla pizzeria che mi porta la pizza a domicilio a casa e una delle mie preferite )va cotta solo con la mozzarella e un po’ d’olio e poi completata con rucola e prosciutto crudo…a  condire gli altri panetti pensateci voi…

Per questa ricetta ho utilizzato Pizza per Pizza Molino Rosignoli

 

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Polpette di Sarde

“Ricordo mia madre,quando ero bambina.Tirava fuori dalla madia vari sacchetti di farina-li aveva cuciti lei stessa con una stoffa resistente a quadrettini rossi-e assaggiava le farina per verificarne non il gusto ma la consistenza,e scegliere cosi’ la più adatta per preparare la pastella in cui avrebbe immerso gli anelli di cipolla e i fiori di cavolfiore prima di friggerli nell’olio caldo;cercava l’angolo più fresco della stanza per riporvi il mazzo di basilico immerso in poca acqua- il contatto con le foglie “le brucia” diceva-non diversamente da come,migliaia di anni prima,la donna neolitica lo aveva nascosto in un umido anfratto della caverna.mamma sosteneva che mia sorella Chiara e io dovevamo conoscere la cucina e il riposto, e saper fare tutti i lavori che si fanno in una casa: soltanto allora avremmo acquisito la capacità e l’autorevolezza per mandarla avanti. Spiegava come conservare i legumi in grandi sacchi-le minestre ci avrebbero nutrito tutto l’inverno,e come e dove appendere i festoni delle  di salsicce tra gli scaffali;ci insegnava a scegliere i posti ben ventilati per stagionare i rozzi salami preparati in campagna, a controllare i grappoli di zibibbo appesi ai ganci per trasformarli in uva passa,  a ritardare la maturazione di mele e cotogne e avvolgendole nella  carta di giornale e al contrario ad affrettare quella della frutta da consumare subito disponendola all’aria e al sole, su reti di metallo…E mentre spiegava, mamma raccontava delle pietanze preferite dei parenti, “A nonna Maria le minestre piacevano bollenti” diceva,e schiudeva il pugno pieno di fagioli facendoli precipitare di nuovo,a cascata,nel sacco;poi immergeva le mani nel sacchetto di lenticchie piccole e scure ” Zio Peppinello andava pazzo per le lenticchie di Pantelleria” e arriminava fave secche, “Papà da bambino,quando era malato,si era fissato con il macco,che gli piaceva assai, e sua madre glielo propinò per una settimana intera,pranzo e cena. da allora papà non ne volle più sentire”.
Mamma ci rendeva consapevoli del potere muliebre che noi donne avremo esercitato in famiglia e sui mariti: da noi dipendevano il loro benessere e il piacere della tavola.

 

 
 
La cucina del buon gusto è l’ultimo libro in ordine di tempo entrato a casa mia, Simonetta Agnello Hornby è una scrittrice che amo da tempo, mi piace il suo modo di scrivere, mesi fa ho seguito una sua intervista e da allora la amo ancora di più, il libro mi ha conquistata…leggerlo mi riporta a casa, nelle sue parole risento il profumo della cucine Siciliane, le abitudini delle zie e delle nonne e poi è un inno al mangiar bene e prendersi cura di noi a tavola anche quando si è soli…la cucina ci fa sentire umani dice Simonetta e io concordo in pieno con lei!!!
 
Non mi resta che chiudere con una ricetta sicula  non potrei fare altrimenti oggi 😉
 
Polpette di Sarde
 
 
 
 
 
 
Ingredienti:
 
500g Sarde
200g Pane raffermo
Uva passa q.b
Pinoli q.b.
1 Uovo
2Spicchi d’Aglio
Cacio cavallo q.b.
Menta
Prezzemolo
500g Pomodoro pelato
Olio d’arachidi
Olio extra vergine d’oliva
Sale e Pepe
 
 
 
 
Pulite e sfilettate le sarde, mettete a bagno il pane raffermo per ammorbidirlo, spezzettate le sarde e mettetele in una ciotola, aggiungete la mollica strizzata, unite l’uovo,l’uvetta che avrete anch’essa ammorbidito, i pinoli, il caciocavallo grattugiato ( la quantità di questi ingredienti dipende dai vostri gusti), uno spicchio d’aglio la menta e il prezzemolo, salate e pepate. Formate le polpette e friggetele in abbondante olio caldo scolate e asciugatele. 
In una padella soffriggete uno spicchio d’aglio con un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva, aggiungete il pomodoro pelato salate pepate e cuocete su fiamma vivace per 15 minuti circa, unite le polpette e fate insaporire per 5 minuti , queste polpette sono buone da mangiare calde ma sono super se fatte riposare e servite fredde .